Quentin Tarantino rggiunge la vera e propria consacrazione a colosso del cinema nel 1994 con Pulp Fiction per il quale si aggiudicò la Palma d’Oro al Festival di Cannes e il premio per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar del ’95.
Ripercorriamo quindi la straordinaria carriera di Quentin Tarantino tra i cult di maggiore successo e gli ultimi lavori.
Bastardi senza gloria, 2009
Ogni film di guerra che si rispetti (vedi 1917, o Dunkirk) è tratto da una storia vera o quanto meno si basa su vicende realmente accadute.
Non è il caso di Bastardi senza gloria. Per certi versi assomiglia un po’ di più a Operazione Valchiria, con l’unica ma grande differenza che neanche in questo caso il piano avrebbe funzionato, al contrario di quanto viene mostrato.
Ma si tratta in realtà di un vero e proprio genere di narrativa, chiamato ucronìa, e basato sull’idea che la storia universale abbia seguito un corso alternativo degli eventi rispetto a quello reale.
E come ogni film di Quentin Tarantino, la violenza è all’ordine del giorno. A farsene paladino stavolta è il tenente Aldo Raine, detto l’Apache, ed interpretato da Brad Pitt alla prima collaborazione con Quentin Tarantino (la seconda sarà con C’era una volta ad Hollywood, per cui vincerà l’Oscar).
Raine è a capo di una squadra speciale di otto soldati ebrei, soprannominati appunto “bastardi”, che appartengono a diverse unità delle forze armate americane.
“Per fartela breve, se senti una storia troppo bella per essere vera… Non è vera”.
Siamo nel 1941, nella Francia occupata dai nazisti. Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent) è l’unica ebrea a sopravvivere al massacro della sua famiglia per mano del colonnello Hans Landa (Christoph Waltz).
Tre anni più tardi si trova a Parigi, dove ha cambiato identità assumendo quella di Emmanuelle Mimieux e lavora in un cinema di famiglia. Attira l’attenzione di un ufficiale tedesco, Friedrich Zoller (Daniel Bruhl), che intende organizzare la premiere del film di cui è protagonista proprio nel suo cinema per fare colpo su di lei e a cui parteciperanno le più alte cariche del Reich, Hitler compreso. Emmanuelle si troverà ad avere di nuovo a che fare con Landa, e deciderà di vendicarsi e di bruciare la sala la sera della premiere.
Non sa però che anche i Bastardi intendono portare a termine la loro missione la stessa sera. Si faranno aiutare da Bridget von Hammersmark (Diane Kruger), un’attrice tedesca sotto copertura per conto degli Alleati. Il loro primo incontro non andrà bene come previsto. Moriranno tre uomini e Bridget rimane ferita ad una gamba.
Ciononostante il piano va avanti. Tre Bastardi accompagnano l’attrice alla premiere, ma quest’ultima viene riconosciuta da Landa come complice del nemico e strangolata a mani nude dallo stesso colonnello. Raine viene catturato ma Landa intende schierarsi dalla loro parte per non essere ucciso nell’attentato. Il piano di Emmanuelle va in porto e la sala prende fuoco poco dopo aver ucciso Zoller e di essere morta anche lei, così come i capi del Terzo Reich.
Landa si consegna definitivamente a Raine che però non contento non intende permettergli di dimenticare il suo passato come membro delle SS e gli incide la svastica sulla fronte, suo marchio di fabbrica.
“Non ho combattuto per mezza Sicilia per buttarmi da un aeroplano del cazzo e dare ai nazisti lezioni di umanità. I nazisti non hanno umanità. E devono essere eliminati”.
Il film è incredibilmente patriottico. Non fraintendetemi, i Nazisti hanno compiuto le più grandi atrocità nei confronti degli esseri umani ma gli americani non possono certo definirsi portatori di pace e di uguaglianza come se non avessero mai razziato, ucciso e conquistato in nome della gloria per la Patria. Basta pensare alla tratta degli schiavi o alla crudeltà del colonialismo.
Django Unchained, 2012
Il film ottiene 5 candidature agli Oscar del 2013 portandosi a casa due statuette: quella per il miglior attore non protagonista a Christoph Waltz (la seconda dopo quella per Bastardi senza gloria) e quella per la migliore sceneggiatura originale allo stesso Tarantino.
È il primo tentativo di Quentin Tarantino di mettere in scena un western, che esplora per di più uno degli avvenimenti storici più crudi e tragici d’America: la schiavitù.
In un’intervista del 2007 al Daily Telegraph, Quentin Tarantino dichiarò “di voler affrontare proprio quell’argomento poiché, a causa della vergogna che gli statunitensi provano al riguardo, nessuno aveva mai avuto il coraggio di farlo, ma che lui invece si sentiva pronto ed era la persona giusta per tale scopo”.
Siamo in Texas, nel 1868, a due anni quindi dall’inizio della guerra civile americana. Django Freeman (Jamie Foxx) è uno schiavo nero di proprietà di due fratelli quando viene intercettato dal dottor King Schulz (Christoph Waltz) che intende acquistarlo per servirsene per rintracciare tre fuorilegge che deve uccidere in quanto cacciatore di taglie. La transazione non avviene in modo pacifico e segue il primo scontro a fuoco.
Schulz e Django entrano quasi fin da subito in sintonia, cosa che gli permette di riuscire nel loro intento, anche grazie alla spiccata dote dello schiavo con le armi da fuoco. Una volta completata la missione, Schulz gli propone quindi di fare coppia per l’inverno successivo: Django può ora considerarsi un uomo libero e con una parte dei ricavi in tasca, in cambio Schulz si offre di aiutarlo a ritrovare sua moglie in primavera.
Dopo un inverno lungo e redditizio, Schulz scopre che sua moglie è stata venduta ad uno dei più ricchi latifondisti del Mississippi, Calvin Candie (Leonardo diCaprio). Si rende inevitabilmente necessario elaborare un piano d’azione ben congegnato per evitare di fare scoprire le loro vere intenzioni. Fingono quindi di essere interessati ad acquistare un lottatore proponendo una cifra esorbitante per attirare l’attenzione.
Nonostante le buone intenzioni però il capo della servitù Stephen (Samuel L. Jackson), un nero che disprezza i neri, rivela a Candie di essersi accorto che tra Django e Broomhilda c’è un legame. Il piano quindi salta e Schulz è costretto a pagare la stessa cifra per Broomhilda, non prima di dargliene di santa ragione a Candie, dimostrando di essere dalla parte giusta della storia, e di ucciderlo. Segue una lotta in cui anche Schulz ha la peggio e Django, dopo aver ucciso gli uomini fedeli a Candie, è costretto ad arrendersi perché sua moglie è stata presa in ostaggio.
Le cose si fanno difficili per Django quando la sorella di Calvin decide di mandarlo a lavorare nelle miniere. Durante il viaggio si presenta l’occasione perfetta per scappare e tornare indietro. Django attua la sua vendetta: si libera di Stephen, della sorella di Calvin e dei loro seguaci.
I due amanti sfortunati possono finalmente ritrovarsi e andare via, insieme, da uomini liberi.
The Hateful Eight, 2015
Nonostante sia il film più lungo della storia dei film di Quentin Tarantino, non ha riscosso lo stesso successo dei suoi predecessori. È il secondo in stile western, ma rispetto a Django Unchained non c’è paragone.
Merita di essere ricordato per qualcosa che non entra nelle competenze di Quentin Tarantino. La colonna sonora. Interamente composta dal compianto Maestro Ennio Morricone, premiato con un BAFTA, un Golden Globe e il premio Oscar nel 2016.
Qualche anno dopo la fine della guerra civile, una diligenza è costretta a fermarsi nel cuore del Wyoming a causa di una tempesta di neve. Il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la sua prigioniera Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh) sono attesi nella città di Red Rock.
C’era una volta ad Hollywood, 2019
Ambientato nella Los Angeles del 1969, e cioè quando l’industria cinematografica di Hollywood sta affrontando una fase in discesa mentre dalle profondità sta emergendo un nuovo tipo di cinema. E intanto gli hippie e la loro controcultura cominciano a prendere sempre più piede, dando luogo anche a ripercussioni violente portate a termine da Charles Manson e i suoi adepti.
Brad Pitt interpreta Cliff Booth, la controfigura della star della televisione Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) ormai in caduta libera. Ma Cliff è molto di più per Rick, è il suo migliore amico e il suo autista dopo che Rick è stato colto in flagrante mentre era ubriaco alla guida. Il loro sodalizio professionale ed umano dura ormai da una decina di anni, eppure entrambi sono alla ricerca di nuove opportunità che riescano a fargli fare il salto di qualità. Rick è infatti estremamente fragile, la sua vita si basa interamente sulla sua carriera come attore, e il pensiero di perderla lo spaventa. Cosa che emerge soprattutto nell’incontro con l’agente Marvin Schwarzs (Al Pacino).
L’ironia che contraddistingue Quentin Tarantino non appare fino all’ultima parte del film quando anche Pitt primeggia con la sua performance.
Margot Robbie interpreta invece l’attrice Sharon Tate, vicina di casa insieme a suo marito di Rick. Trovo che al suo personaggio non sia stato dato il giusto spazio, nonostante sia il suo omicidio da parte dei fanatici hippie a fare da sfondo alla vicenda.
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