Sottobosco internazionale: Aprile

| |

Avete presente il sottobosco? Quel luogo umido, scarsamente illuminato e all’apparenza inospitale?

E sì, all’apparenza, perché è nel sottobosco che la maggior parte delle forme di vita nascono e si sviluppano, grazie proprio alle condizioni favorevoli che forse solo ad un secondo sguardo si palesano davanti ai nostri occhi. Il sottobosco, secondo il mio umile parere, è l’immagine che meglio rappresenta la scena underground mondiale. Un luogo non adatto a tutti ma che accoglie chiunque voglia provare qualcosa di nuovo, di diverso. Un luogo in continuo fermento, rigoglioso, ricco di vita. Un luogo da preservare. Ed ecco perché ogni mese troverete uno speciale dedicato a tutta quella musica che molto spesso rimane in secondo piano, ma che merita molto di più. Buon ascolto!

Qui il precedente episodio!

La Morte Viene Dallo Spazio – Trivial Visions

26 marzo 2021 – Svart Records

La Morte Viene Dallo Spazio – Trivial Visions recensione

Con un nome che strizza l’occhio ai primi film di fantascienza italiani e un debutto (Sky Over Giza del 2018) che si è prepotentemente fatto spazio tra i migliori della scena underground italiana, i milanesi La Morte Viene Dallo Spazio sono tornati a fine marzo con Trivial Visions un nuovo lavoro che ha tutte le carte in regola per diventare uno degli album più incredibili del 2021. Amanti del sci-fi, della psichedelia, del kraut rock e di tutte le migliori scene sperimentali, i cinque invasori spaziali propongono qui 40 minuti di viaggi interstellari tra riff di chitarra heavy, synth apocalittici e batterie che rivolgono lo sguardo alla migliore tradizione black metal. Da questo trip infinito se ne esce rinvigoriti, con una nuova ma anche ritrovata voglia di creare. Insomma, se state attraversando uno di quei periodi di aridità mentale o di semplice blocco creativo, questo disco potrebbe aiutarvi a vedere le cose in modo nuovo, liberando mente e corpo e lasciando andare tutto ciò che vi preoccupa. Ed è proprio questa libertà creativa a rendere La Morte Viene Dallo Spazio una band così prolifica, impetuosa e geniale. Vista l’impossibilità di vederli dal vivo ancora per un po’ (e vi assicuro che è una di quelle esperienze che una volta provate, vorrete ripetere il loop), si consiglia l’assunzione tramite impianto stereo hi-fi a tutto volume. Per i fan di Tangerine Dream, Hawkwind, Black Sabbath. 8/10

Christine Ott – Time to Die

09 aprile 2021 – Gizeh Records

Christine Ott - Time to Die recensione

Un viaggio sensoriale tra il mondo dei vivi e dei morti, tra musica classica contemporanea ed elettroacustica”. Si leggono queste parole sul comunicato stampa del quarto album di Christine Ott, intitolato Time To Die e uscito ad aprile su Gizeh Records. Si tratta di termini che rendono molto bene l’idea che si cela dietro a questa nuova fatica della compositrice e polistrumentista francese. I suoni che si susseguono nelle otto tracce riescono ad essere dolorosi e delicati allo stesso tempo, le note del piano sono cariche di Sehnsucht (una sorta di struggimento del tutto tedesco) e i cori angelici ci danno il benvenuto in un mondo impalpabile ed evanescente, raggiungendo così una pace dei sensi raramente provata prima. Le atmosfere magnetiche di “Chasing Harp” si contrappongono alla morbidezza di “Brumes”, mentre il minimalismo di “Comma Opening” si scontra con gli accordi dissonanti di “Miroirs”. L’album congeda l’ascoltatore con le trame intrecciate di “Pluie” tra mondi celestiali e inferi demoniaci. “Time To Die” è un album che gioca con il doppio, con il conflitto degli opposti, con la vita e la morte. Una grandissima prova per una delle musiciste avanguardiste migliori in circolazione. Per i fan di Ben Chatwin, Franco Battiato, Rhys Chatham. 8/10

Gazelle Twin & NYX – Deep England

19 marzo 2021 – NYX Collective Records

Gazelle Twin & NYX – Deep England recensione

Da una musicista avanguardista all’altra, in questo sottobosco. Parlo di Elizabeth Bernholz, in arte Gazelle Twin, un’altra gigante della musica sperimentale, in questo caso britannica, che il 19 marzo scorso ha pubblicato con il collettivo NYX il nuovo lavoro Deep England. Questa pubblicazione in realtà tanto nuova non è, dato che si tratta di una rivisitazione/espansione del suo grande capolavoro del 2018 “Pastoral”, ad opera del coro NYX che in compagnia di Paul Giovanni e William Blake, presenta nuove composizioni originali. L’album affonda le sue origini nella musica inglese sacra e pagana, approfondendo ancora di più le tematiche politiche presenti in “Pastoral”. I cori drone presenti in “Folly”, avvolgono l’ascoltatore in un abbraccio strettissimo, quasi soffocante, mentre i due flauti di “Fire Leap” si intrecciano tra loro creando una base ultra-psichedelica per le voci morbide del coro NYX. Il caos frastornante e distopico di “Better In My Day” viene perfettamente rappresentato dalle parole della compositrice e del coro: “Qui giace il nostro futuro antico, Deep England: la nostra speranza e compassione nel potere assoluto della forza e della gloria. Mano nella mano, piangiamo la nostra rabbia: convocando un lamento nell’etere, una forza divina e androgina, un’epurazione trascendentale del caos vertiginoso della Gran Bretagna post-verità.” Insomma, un gioiellino imperdibile se amate la musica del futuro (ma con i piedi ben piantati nel presente). Per i fan di Holly Herndon, Vessel, Anna von Hausswolff. 9/10

Noemi Bolis
Latest posts by Noemi Bolis (see all)
Previous

Encelado di Bob Rocket, la musica universale [Recensione]

Vasco Rossi, Imola 1998: la nascita della rockstar

Next

1 commento su “Sottobosco internazionale: Aprile”

I commenti sono chiusi.

Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial