Sottobosco Internazionale: Ottobre

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Avete presente il sottobosco? Quel luogo umido, scarsamente illuminato e all’apparenza inospitale?

E sì, all’apparenza, perché è nel sottobosco che la maggior parte delle forme di vita nascono e si sviluppano, grazie proprio alle condizioni favorevoli che forse solo ad un secondo sguardo si palesano davanti ai nostri occhi. Il sottobosco, secondo il mio umile parere, è l’immagine che meglio rappresenta la scena underground mondiale. Un luogo non adatto a tutti ma che accoglie chiunque voglia provare qualcosa di nuovo, di diverso. Un luogo in continuo fermento, rigoglioso, ricco di vita. Un luogo da preservare. Ed ecco perché ogni mese troverete uno speciale dedicato a tutta quella musica che molto spesso rimane in secondo piano, ma che merita molto di più. Buon ascolto!

Qui il precedente episodio!

Untamed Land – Like Creatures Seeking Their Own Forms

08 ottobre 2021 – Napalm Records

Untamed Land - Like Creatures Seeking Their Own Forms recensione

E se Ennio Morricone, Dio indiscusso delle colonne sonore western, fosse stato un metallaro? Come sarebbero suonate le sue opere? Probabilmente sarebbero state molto simili al sound degli Untamed Land, band originaria dell’Ohio che unisce proprio questi due mondi nel secondo album Like Creatures Seeking Their Own Forms” uscito questo mese su Napalm Records. Dietro a questa band si cela il compositore Patrick Kern che si dice ispirato dalle atmosfere pagane, cosmiche e doom. Ascoltando questo nuovo lavoro ci si trova immersi in uno spaghetti western fantascientifico e dark, una sorta di Cowboy Bebop o Capitan Harlock. L’apertura è affidata all’inquietante brano strumentale “Once Upon a Time in the Kenoma” che ci lascia subito intendere la qualità artistica di questo disco, ma anche la sua assoluta originalità. Con “Clothed In Smoke” (il titolo rimanda al romanzo di McCarthy Blood Meridian) si viene catapultati nell’azione vera e proprio del nostro ipotetico film western: il micidiale duello con le pistole, con la sua tensione e la sua staticità. Gli Untamed Land entrano di diritto nell’olimpo delle migliori band recensite per questa rubrica. Sicuramente il loro ambiente non è quello umido del sottobosco, ma anche il deserto è in grado di regalarci perle preziose. 9/10

BADBADNOTGOOD – Talk Memory

08 ottobre 2021 – XL Recordings Ltd. / Innovative Leisure

BADBADNOTGOOD - Talk Memory recensione

Ho scoperto i BADBADNOTGOOD grazie alla celebre serie tv Better Call Saul. Un loro vecchio brano intitolato “Can’t Leave The Night” è stato usato in una scena epica con Mike che smembra un’auto per cercare un localizzatore GPS. Rimasi folgorata dal brano che sembrava confezionato su misura per la scena. Ora, al loro quinto album dopo 5 anni di pausa, la band canadese torna più in forma che mai con otto tracce incredibilmente vive che fondono jazz, funk e hip-hop regalandoci splendidi momenti strumentali e in buona parte improvvisati. Uscito l’08 ottobre per XL Recordings, “Talk Memory” contiene importanti collaborazioni con artisti del calibro di Laraaji, Arthur Verocai, Karriem Riggins e l’arpista Brandee Younger che portano all’album ognuno la propria storia e il proprio mondo. Ne è un esempio “Beside April” che fonde brillantemente lo stile hip-hop del batterista e rapper Riggins e la bossa nova e il latin jazz del brasiliano Verocai, creando così uno dei pezzi migliori dell’intera carriera della band. L’album si chiude con “Talk Meaning”, brano squisitamente jazz che congeda l’ascoltatore e lo accompagna in un sonno che genera bellezza. Gente che ti mette voglia di suonare e di andare per concerti. 8.5/10

MULLA – جن

15 ottobre 2021 – Subsound Records

Sottobosco Internazionale: Ottobre 1

Dei MULLA si conosce veramente poco. Sappiamo solo (leggendo il comunicato stampa) che sono una band black metal proveniente dall’Iraq ed è proprio il clima politico del loro paese d’origine ad impedirgli di vivere liberamente la loro identità e la loro arte. Nonostante ciò la band ha pubblicato svariati album in questi ultimi due anni, tutti cantati in arabo. L’ultimo è “جن” che tradotto in italiano significa genio o jinn cioè una creatura citata nel Corano che nella religione musulmana indica un’entità soprannaturale tra il mondo angelico e l’umanità, avente per lo più carattere maligno. Le due suite di 16 e 19 minuti che compongono questo lavoro rappresentano al meglio il tipico black metal freddo e spoglio sparato in faccia a 2000 all’ora. Quindi se amate questo tipo di sound, la musica dei MULLA fa per voi. Se invece vi aspettate qualcosa di particolare vista la loro provenienza (chessò strumenti tipici o richiami alla musica folk mediorientale), lasciate perdere e andate oltre. Comunque l’aura di mistero che li avvolge, ha un fascino non indifferente. 7/10

Moonlit – So Bless Us Now…

15 ottobre 2021 – Autoproduzione

Sottobosco Internazionale: Ottobre 2

Da sempre un modo per scoprire nuove band è stato, almeno per me, quello di arrivare prima ai concerti di nomi conosciuti per godermi le band di apertura. Spesso formati da giovani alle prime esperienze live, gli opening act hanno l’arduo compito di scaldare la sala e iniziare a dare un tono alla serata. Erano ormai mesi che non partecipavo ad un evento al chiuso e sono molto contenta di poter dire che la prima ventata di basse ribollenti me l’abbiano data proprio i Moonlit al Circolo Gagarin di Busto Arsizio (VA). Originari di Varese i giovani Sergio e Federico hanno da poco pubblicato il secondo album intitolato “So Bless Us Now…” e lo hanno presentato in apertura a dei grandi dello stoner e della psichedelia, i Giöbia. I cuginetti varesini non si discostano molto dalle atmosfere space dei milanesi, che dal vivo ci hanno accolto nel loro mondo fatto di viaggi interstellari e suoni dilatati. Concept sulla rinascita interiore, “So Bless Us Now…” sorprende con momenti inaspettati come la presenza del violino in “Empty Sky/Cold Lights” ad opera di Davide Tadè o le citazioni nietzschiane di “Also sprach Zarathustra”. “Shine In The Darkest Night” è forse il momento più interessante con queste voci fuori campo che ricordano, in modo molto sporco, i maestri del genere Public Service Broadcasting. Avendoli visti dal vivo, posso assicurarvi che quello che vedi è quello che senti: una lunga jam registrata in presa diretta. Dannatamente lisergici. 8/10

Noemi Bolis
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