Sottobosco internazionale: Febbraio

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Avete presente il sottobosco? Quel luogo umido, scarsamente illuminato e all’apparenza inospitale?

E si, all’apparenza, perché è nel sottobosco che la maggior parte delle forme di vita nascono e si sviluppano, grazie proprio alle condizioni favorevoli che forse solo ad un secondo sguardo si palesano davanti ai nostri occhi. Il sottobosco, secondo il mio umile parere, è l’immagine che meglio rappresenta la scena underground mondiale. Un luogo non adatto a tutti ma che accoglie chiunque voglia provare qualcosa di nuovo, di diverso. Un luogo in continuo fermento, rigoglioso, ricco di vita. Un luogo da preservare. Ed ecco perché ogni mese troverete uno speciale dedicato a tutta quella musica che molto spesso rimane in secondo piano, ma che merita molto di più. Buon ascolto!

Immortal Onion – XD [Experience Design]

02 marzo 2020 – U Know Me Records

immortal onion recensione sottobosco

Conoscete la foresta di Białowieża? Si tratta di una delle foreste più antiche e misteriose d’Europa. Si trova in Polonia e potrebbe essere un’ottima meta appena si potrà tornare a viaggiare liberamente. Sarebbe una buona idea visitarne il sottobosco con le note degli Immortal Onion nelle cuffie, una delle band polacche più incredibili degli ultimi anni. Giovanissimi, i nostri cipollotti immortali hanno pubblicato nel 2020 XD [Experience Design] uno dei migliori album strumentali di questo nefasto anno. E vi assicuro che sembra scritto proprio nel pieno di una passeggiata tra gli enigmatici alberi che popolano questa foresta. Con la loro perfetta fusione di jazz, elettronica e momenti heavy che toccano il prog metal, questi tre musicisti ci regalano una piccola perla underground da custodire gelosamente. La delicatezza del piano in Omnichannel Journeys pt. I, i ritmi frenetici di Triggers, il levare imprevedibile di Eye Tracking e il groove irresistibile di Interaction, rendono XD [Experience Design] un viaggio infinito nei meandri della migliore scena underground in cui possiate sperare di imbattervi. Per i fan di Hiromi, Kamasi Washington, Riverside. 9/10

ĀraṇyakAƔnoiantAḥkaraṇA – S/T

27 novembre 2020 – Family Sounds

ĀraṇyakAƔnoiantAḥkaraṇA s/t recensione sottobosco

Portare lo sperimentalismo ai confini della realtà è possibile e ce lo dimostra il misterioso duo che si cela dietro all’impronunciabile nome ĀraṇyakAƔnoiantAḥkaraṇA, nonchè titolo dell’album di debutto uscito a novembre su Family Sounds. Prendete un po’ di drone e mescolatelo con atmosfere indiane tra sitar e canti sciamanici. Ciò che otterrete è un’opera ipnotica e cupa, desiderosa di toccarvi nei punti più profondi dell’animo. Ai 22 minuti di No store of cows è affidata l’apertura di quello che è un disco all’apparenza breve (è infatti formato solo da tre tracce), ma che ci trasporta verso lande desolate, ci trasforma in spiriti senza tempo, ci trascina per giorni alla ricerca del senso del tutto. Occulto, psichedelia, mitologia, momenti apocalittici. C’è davvero di tutto in questo lavoro. Ovviamente lo spessore di questo disco deve essere rappresentato al meglio anche nella sua forma più concreta. Ed ecco che per i fanatici del supporto fisico abbiamo un vinile trasparente lathe cut, una copertina in ferro zincato rifinita con cera d’api, un foglio interno di papiro e un logo intagliato a mano copia per copia e poi inciso con l’acido muriatico. Per i fan di Dead Can Dance, Mai Mai Mai e tutta la scena Kraut. 7/10

Loathe – The Things They Believe

07 febbraio 2021 – Sharptone Records

loathe the things they believe sottobosco

Una ventata di aria fresca. Ecco come descriverei The Things They Believe, il nuovo album degli inglesi Loathe che dopo aver pubblicato svariati EP e un album dal sound heavy, presentano ora un disco ambient strumentale ricco di atmosfere dilatate e sci-fi. La ventata di cui sopra non è tanto per l’originalità della proposta, quanto per il bisogno di assorbire tutto ciò che questo disco emette. Sentire sul viso un raggio di sole caldo, in una giornata gelida. Intravedere una luce fioca in una stanza buia. Insomma, il disco giusto al momento giusto. E la stessa band ammette, “Pubblicando questa collezione di atmosfere, speriamo che vi possiate perdere all’interno di questo nuovo capitolo, trovando anche conforto.” Il sax di  John Waugh (già collaboratore dei The 1975) che fa capolino in brani come Love In Real Time e The Rain Outside dona all’album quell’atmosfera calda e morbida che fa da contrasto ai suoni tesi e cupi di Black Marble e – remember -. Ascoltando The Things They Believe si viene travolti da un continuum di suoni e atmosfere a cui è difficile rimanere impassibili. I Loathe sono riusciti a dare una colonna sonora a quello che è stato uno dei periodi più difficili per l’umanità. Per i fan di Aphex Twin, Mammal Hands, Hans Zimmer. 8/10

Noemi Bolis
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