Disarmante. E’ disarmante il qui e ora che, in rari momenti della nostra vita, ci pone di fronte a quelle che sono davvero le esperienze che, sul finire della polvere della clessidra, sono state in grado di dare un reale valore al cadere di ogni granello. Il tempo, ineluttabilmente, scorre e sono ben pochi quei momenti che, nel nostro piccolo e limitato esistere, riescono a portare in se, da soli, il vero significato ultimo di tutto il resto.
Momenti disarmanti, momenti in cui l’attuale diventa più forte di ogni passato, di ogni potenziale futuro. E allora ci ritroviamo così, nudi, di fronte a qualcosa di molto più forte di noi, nel bene e nel male. Con “Tradizione e Tradimento” (Universal Music Italia, 11 ottobre 2019), Niccolò Fabi, è riuscito a sintetizzare l’essenza prima del “disarmo” regalandoci un lavoro dalla potenza inaudita, in grado di trascinare l’anima dell’ascoltatore in un nuovo “qui e ora”, trascendendo da tutto il resto.
Mentre le lancette scorrono sui trentotto minuti di riproduzione dell’album, Niccolò ci fa dono di nove storie, nove momenti
Nove riflessioni in grado di fotografare, con poco, alcune delle grandi sfide dell’essere umano, in perfetto stile con la tradizione del cantautore romano. Tradito, invece, il sound. Un coraggioso passo verso una frontiera sperimentale, un’evoluzione giusta, calzante, necessaria.
Gli arrangiamenti minimali del predecessore “Una somma di piccole cose”, infatti, lasciano spazio ad orchestrazioni elegantemente maestose, dotate di una potenza gentile in grado di giungere, assieme “al carico lirico”, dritte all’animo dell’ascoltatore. Così vediamo chitarre acustiche e pianoforti adagiarsi su tappeti di archi, elementi elettronici incastonarsi su melodie delicate. Atmosfere avvolgenti in grado di prenderci per mano e portarci, gradualmente, in un viaggio destinato a crescere di intensità con il progredire del tempo.
Il sound, fresco, sperimentale e allo stesso tempo intimo e tremendamente “friendly”, si rende mezzo primo per l’incrocio di storie toccanti
L’incontro tra due anime tormentate di “Nel Blu”, la necessità di empatia con il prossimo suggerita dalle molteplici personalità narrate in “Io Sono l’Altro”, la lotta impari i tra l’uomo e il tempo di “A prescindere da me”, l’incupirsi della vita, del mondo, dell’uomo che ha perso la sua strada con “Nei giorni dello smarrimento”.
Con Tradizione e Tradimento, Niccolò Fabi, ci presenta una somma di storie in grado di consigliarci, accompagnarci, scaldarci l’animo. Donarci una riflessione, forse un barlume di speranza ma, in primis, accarezzare il nostro animo nei momenti di malinconia, li dove ci ritroviamo a fare i conti con realtà difficili, con quell’”altro” fuori di noi che spesso ci fa patire ma di cui non possiamo fare a meno. E allora, con una dolcezza spiazzante, ci mostra che la vita non è facile per nessuno, regalandoci un ristretto lasso di tempo che, a ripetizione, potremmo ascoltare e riascoltare, alla ricerca di una soluzione o di confortevole calore.
Tradizione e Tradimento, di Niccolò Fabi, è una tazza di Tè in autunno, consumata in solitudine di fronte a finestre bagnate dalla pioggia…
mentre sotto cieli plumbei sogniamo quello che credevamo di poter avere e che stiamo ancora cercando. E’ un bicchiere di vino posato sul lavello, alla fine di una cena per uno. E’ una passeggiata sotto un viale alberato, nell’oro malinconico dei colori autunnali immersi nella quiete del tramonto. E’ un album in grado di farci compagnia nella solitudine o, se siamo fortunati, di regalare una vera colonna sonora alle nostre compagnie. Quelle condivise con chi conta davvero, con le persone a cui vorremmo dare tutto, per cui vorremmo essere all’altezza di tutto.
Questo perché Tradizione e Tradimento infonde coraggio, coraggio nell’andare avanti, nella ricerca di noi stessi e del prossimo. Coraggio di fronte a cieli oscurati dalle nubi, di fronte a pendii scoscesi su mari oscuri. Coraggio per chi ha paura di volare e per chi ha paura di rimanere troppo a lungo a terra.
Per concludere, perdonami Niccolò, probabilmente non ero all’altezza di questa recensione. Perdonami se non sono riuscito a descrivere ciò che il tuo animo musicale ci ha regalato. Ma in fondo, voler rappresentare con le parole il suono di un’altrui anima, è sempre un poco un tradimento.
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