Finalmente arriva nei cinema italiani, a partire da giovedì 17 giugno, Monster Hunter, l’ultima fatica Paul W. S. Anderson, con l’interpretazione di sua moglie, e vera musa ispiratrice, Milla Jovovich.
Monster Hunter è una pellicola tratta da un videogioco, e si pone nel solco di quella tradizione che ha visto, negli ultimi decenni, molte trasposizioni di esperienze del mondo videoludico. Il successo è stato molto alterno: possiamo ricordare la scarsa accoglienza di Assassin’s Creed, come è doveroso citare la saga cinematografica di Resident Evil, per buona parte diretta proprio da Anderson.
La domanda da porsi, prima di iniziare, è proprio questa: sarà riuscito Monster Hunter a replicare la buona riuscita di Resident Evil, o ci troviamo di fronte all’ennesima opera senz’anima, nata solo sulla scia di un franchise di successo?
Una rapida sinossi
Il film, fin dai primi momenti, mostra delle differenze fondamentali con il materiale originale. Più che una atmosfera fantasy, il sapore è quello della fantascienza: assistiamo all’arrivo di una vera e propria forza militare in un mondo fantastico, occupato dai mostri. Da lì inizia la loro ricerca di una via per tornare a casa, immersi in un mondo che non è il loro, e con l’aiuto di chi in quella realtà è costretto a viverci fin dalla nascita.
L’aspetto è piuttosto lineare e classico: il ritorno a casa è l’obiettivo a cui puntare, ed è il percorso su cui si muove l’intero film. Un puro action movie, davvero ben realizzato nella sua semplicità. Ci sono anche molti momenti intensi, tra scene di pura azione e qualche interazione tra i personaggi decisamente chimica.
Peccato per la caratterizzazione dei personaggi, protagonista del prossimo paragrafo.
Il valore dei personaggi
Per quanto riguarda i personaggi, ci ritroviamo di fronte a un approfondimento piuttosto inesistente. Tolte le due figure centrali, quella di Natalie Artemis (interpretata da Milla Jovovich) e quella del cacciatore (con il volto di Tony Jaa), il resto sono poco più che stereotipi sulla scena. Certo, parliamo di un action movie, ma si poteva sicuramente ottenere un risultato migliore.
Una trama lineare non necessariamente significa non avere tempo e spazio per giocare con i personaggi, mostrando qualcosa di più. Per cui se è vero che la sceneggiatura è comunque molto buona, la caratterizzazione ne esce in maniera piuttosto negativa.
Uno spettacolo visivo
A vincere, e a convincere, è l’aspetto visivo del racconto. Gli effetti speciali, le scenografie e la CGI sono di grande livello, creando un mondo dall’aspetto davvero esaltante. L’idea è quella di trovarsi davvero all’interno di un mondo fantastico, con delle riprese avvolgenti e un ritmo davvero serrato.
La regia di Anderson si mostra al meglio, gestendo il film in maniera decisamente adeguata. Anche le scene più concitate appaiono chiare, e questo è un vero punto a favore per la pellicola, che fa dell’azione il suo punto forte.
Anderson ha maturato una forte esperienza nel genere, e sembra aver iniziato a limare i propri difetti registici. Monster Hunter ne esce come una buona pellicola, ideale per gli appassionati.
In conclusione
Monster Hunter è quindi un film da vedere? La risposta dà una botta al cerchio e una alla botte: dipende. Probabilmente non è ideale per gli appassionati del videogioco, che ritroveranno poco del Monster Hunter videoludoico.
Al contrario saranno gli appassionati di film d’azione che ameranno la messa in scena di Monster Hunter, le sue ambientazioni, la sua incredibile corsa in un mondo popolato da creature fantastiche. Un perfetto film per tornare al cinema, con tutte le norme del caso ovviamente, e vivere di nuovo la meraviglia del grande schermo.
Vi ricordiamo che Monster Hunter debutta nei cinema italiani giovedì 17 giugno.
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