Sotto copertura – caccia ad Antonio Iovine [Recensione]

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Sotto copertura dà la possibilità, a chi fosse troppo giovane per ricordarlo, ma anche per chi volesse semplicemente rinfrescarsi la memoria, di conoscere la storia del proprio paese. Si parla infatti spesso della mafia e delle sue vittime ma, al contrario, troppo poco della camorra e di chi la combatte e di chi ancora oggi continua a farlo.

Sotto copertura racconta infatti l’attività investigativa che porta all’arresto del capo clan Antonio Iovine per mano del commissario Michele Romano, capo della squadra mobile di Napoli (ispirato alla figura di Vittorio Pisani), aiutato dal suo gruppo composto da Rosanna Croce, Arturo De Luca, Salvo Izzo e Carlo Caputo.

Nel cast di Sotto copertura troviamo, tra gli altri: Claudio Gioè (Vite in fuga), Antonio Folletto (Bastardi di Pizzofalcone), Antonio Gerardi (La fuggitiva, Vivi e lascia vivere), Guido Caprino (I Medici), Simone Montedoro, Miriam Candurro, e Filippo Scicchitano.

Michele Romano (Gioè) è il capo della Squadra Mobile di Napoli, un reparto di uomini al servizio dello Stato in un mondo infestato dalla criminalità.

A pochi passi dall’arresto di Iovine, la Procuratrice ferma l’operazione in quanto non autorizzata. Michele e la sua squadra devono così ricominciare daccapo la ricerca per stanare il boss.

Le indagini di Michele Romano e della sua squadra non seguono soltanto i movimenti del clan, ma anche le vicissitudini di Anna che, nel frattempo, inizia a rendersi conto del peso di essere la donna del boss. Non è infatti facile catturare un boss: spesso non hanno legami, appigli a cui fare pressione, a volte non si conosce neanche il proprio volto.

Insieme a Michele Zagaria e a Francesco Schiavone, Antonio Iovine è stato infatti uno dei principali boss della camorra affiliato al clan dei casalesi.

Antonio Iovine
Nella foto: Claudio Gioè (Michele Romano), Antonio Gerardi (Salvo Izzo) e Guido Caprino (Antonio Iovine).

Antonio Iovine incominciò presto la sua carriera criminale, difatti il soprannome ’o Ninno (il Bambino) gli venne affibbiato proprio perché venne arrestato in giovane età. Proviene da una famiglia di tradizione camorristica; suo fratello Carmine venne ucciso nel 1994, sua sorella Anna è stata arrestata per estorsione. Tra i suoi parenti anche Mario Iovine, braccio destro di Antonio Bardellino, fondatore del clan legato a Tommaso Buscetta, che venne ucciso in Portogallo nel 1991.

Resosi latitante nel 1996 e inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia, con l’arresto di Iovine, avvenuto il 17 novembre 2010 per mano del personale della Squadra Mobile della Questura di Napoli, terminò una latitanza durata 14 anni. Il boss venne trovato in un covo a Casal di Principe, paese da cui il clan prende il nome, nella quinta traversa di via Cavour, in casa di Marco Borrata, considerato un suo fiancheggiatore.

Dopo l’arresto, Iovine venne trasferito nel carcere di Badu ‘e Carros, in Sardegna. Il 19 giugno 2008, nel processo d’appello del maxi-processo Spartacus, viene condannato in contumacia all’ergastolo, insieme con altri componenti del clan dei Casalesi.

Sei anni dopo, Antonio Iovine decide di pentirsi e di collaborare con la Procura della Repubblica di Napoli ricostruendo la gestione delle attività criminali così come i rapporti del clan dei casalesi con alcuni esponenti politici.

“Non è stata colpa vostra (riferendosi ai suoi affiliati), sono stati bravi loro (la polizia).”

A dimostrazione dell’accuratezza con cui è stata costruita questa stagione trasformata poi in un film tv (l’unica eccezione sono i nomi dei personaggi) ci sono persino le stesse parole, gli stessi vestiti, lo stesso momento dell’arresto.

Tutto il cast poi ha saputo dare prova, momento dopo momento, episodio dopo episodio, di una grande interpretazione, Gioè e Caprino in primis. Entrambi infatti sono risultati molto credibili nel loro ruolo, uno di loro, per calarsi meglio nel personaggio, ha persino abbandonato il suo accetto siciliano per immedesimarsi in quello napoletano.

Però il filo conduttore di entrambe le stagioni di Sotto copertura è l’amore. Sì perché coloro che hanno giocato un ruolo importante nella cattura di entrambi i boss li hanno traditi per amore dei propri cari mentre gli unici legami di chi è al potere sono governati dalla paura o dalla lealtà.

Tamara Santoro
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