WandaVision e il ritorno dell’esperienza collettiva

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Si è conclusa oggi WandaVision, serie tv in nove puntate legata al Marvel Cinematic Universe. Resa disponibile sulla piattaforma streaming Disney+, è riuscita a ricreare qualcosa come non pensavamo potesse essere più possibile. Di cosa stiamo parlando?

Prima di dedicarci all’analisi della serie, e della sua ultima puntata, è il caso di parlare dell’evento settimanale che è stato creato da WandaVision.

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Game of Thrones e WandaVision: quando l’esperienza non è individuale

Game of Thrones sembrava essere l’ultima serie a cadenza settimanale a poter coinvolgere un pubblico a dir poco enorme. Il modello Netflix, con il rilascio di intere stagioni in singole giornate, sembrava aver raggiunto il punto di non ritorno.

Questo tipo di distribuzione ha portato con sé la fine della “sincronicità”, frutto dei diversi modi in cui la serie può essere fruita, dividendo il pubblico tra binge-watchers e non. Il risultato finale è stato spesso quello di fare indigestione di episodi, con il desiderio di terminare la serie il prima possibile, anche per evitare spoiler.

L’ultima puntata di Game of Thrones, trasmessa in gran parte d’Europa alle 3 del mattino, aveva l’aria di un canto del cigno.

Poi è arrivata WandaVision.

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Globale

WandaVision è stata trasmessa alla mezzanotte californiana, facendo sì che arrivasse in streaming alle 3 del mattino sulla costa orientale (New York, per essere chiari) e alle 9 del mattino in Italia. Una contemporaneità che per una volta ha premiato il pubblico nostrano.

Con i suoi misteri, con le tante teorie arrivate in rete, WandaVision ha tenuto incollati gli spettatori per ben otto settimane, dal 15 Gennaio a questo 5 Marzo. Il Marvel Cinematic Universe, assente dall’uscita di Spider-Man Far From Home, nel luglio del 2019, ha richiamato alle armi i suoi fan e non solo.

Il rumore della rete ha attirato nuovi spettatori, in quella che è stata una consacrazione per la protagonista assoluta, Elizabeth Olsen. Arrivati a questa nona puntata, cosa ci resta da dire sulla serie tv?

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Promossa?

WandaVision ha portato i Marvel Studios ad un nuovo livello, con una serie ben scritta, con grande attenzione ai dettagli, e una trama tra le migliori che gli Studios abbiano offerto finora. Un vero e proprio esercizio di stile, con una divisione in tre atti che ha saputo ben circoscrivere gli spazi del racconto.

Nel primo atto, composto dai primi tre episodi, assistiamo a una situazione atipica: i protagonisti attraversano i decenni con racconti che prendono a piene mani dal mondo delle sitcom. Piccoli indizi disseminati qua e là costruiscono le basi successive per quello che è stato a tutti gli effetti un thriller.

La quarta puntata ha la funzione di intervallo, aiutando gli spettatori a comprendere cosa stia accadendo.

Il secondo atto si concretizza negli episodi da 5 a 7, con un cerchio che si avvia alla naturale conclusione: la nebbia inizia a diradarsi, preparando trama e pubblico al gran finale dell’ultimo anno, negli episodi 8 e 9.

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La chiusura del cerchio

Si rivela così WandaVision per ciò che davvero è: una serie tv sui traumi di Wanda Maximoff, una metafora della psicanalisi, con cui la protagonista riesce finalmente a lasciarsi alle spalle i propri lutti. Un complesso processo di accettazione, a partire dalla negazione stessa con cui gli eventi prendono piede.

Niente multiverso, niente grandi aperture verso il futuro, ed è questo ciò che consacra davvero la serie tv nella sua straordinaria unicità. Chi si è aspettato troppo ha deciso probabilmente di affidarsi alle teorie del pubblico e alla sua fantasia, rifiutandosi di osservare ciò che la serie stava costruendo di episodio in episodio.

Se lo standard delle prossime serie tv Marvel Studios è questa possiamo aspettarci il meglio per il futuro.

La prossima serie Marvel Studios arriverà tra due settimane, il 19 Marzo: è la volta di The Falcon & The Winter Soldier. Stessa cadenza settimanale, per sei episodi, e stessa piattaforma, Disney+.

Andrea Prosperi
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