Il sognatore – Spesso quando incomincio una nuova avventura letteraria mi soffermo a scegliere attentamente il mio compagno di viaggio. Guardo la copertina, anche se non si dovrebbe mai giudicare un libro da essa, mi soffermo sui colori, sulla musicalità del titolo. Poi lo apro casualmente, chiedo al libro se vuole essere il mio compagno di viaggio e leggo la prima frase che mi compare sotto gli occhi. Da quella frase capirò se ha accettato il mio invito oppure se non è ancora il momento per partire insieme.
Oppure seguo il consiglio di un amico, una sorta di compagno di viaggio “usato garantito” che poi sarà un ottimo spunto per quattro parole in compagnia, sotto gli strati della mascherina.
Questa volta è stato diverso, una piacevole rottura degli schemi abitudinari resa possibile dal colosso Amazon che me lo ha regalato dopo aver sottoscritto l’abbonamento: “Il sognatore“, un fantasy young adult scritto da Laini Taylor nel 2017 e pubblicato da Fazi editore. Incuriosita dal titolo accesi la lampada del mio comodino, mi misi a letto dopo il bacio della buonanotte della mia mamma ed entrai in questa nuova avventura, mentre fuori dalle mura domestiche l’avanzata del COVID19 rese le città silenti.
(Si mamma mi da ancora il bacio della buonanotte quando la vado a trovare e se mi trova già addormentata mi sveglia, mi da il bacino e se ne va a dormire tutta contenta mentre io cerco di riprendere il sonno tra un’imprecazione e un sorriso).
Avendo questo piccolo “rituale” di scelta del libro, non mi è stato difficile provare subito empatia nei confronti del protagonista.
Lazlo Strange, un bibliotecario che viveva di libri e per i libri. Ad essere onesta, inizialmente non mi era molto simpatico Lazlo perché lo leggevo come il classico stereotipo del ragazzetto buono brutalmente violentato dalla vita: orfano di guerra, non ha mai conosciuto i suoi genitori, cresciuto in un monastero dove non aveva amici. Insomma, a primo impatto mi sembrava un personaggio già letto e riletto. Poi, smettendo di leggerlo, ma incominciando a guardare il personaggio e osservandone i movimenti mentre scriveva i suoi libri mi sono resa conto di innamorarmi della sua devozione per i libri, specialmente quelli di fiabe. Il sognatore non leggeva fiabe, dalle parole ne ricavava immagini da custodire gelosamente nel profondo della sua anima.
Con una leggenda nel cuore incomincia la sua ricerca su vecchie pagine per trovare la strada per raggiungerla. Quella strada è la via per la città di Pianto, una città mistica e maestosa come la nostra Atlantide e, come tale, persa per sempre.
Non ho scelto Lazlo come compagno di viaggio, ma lui ha scelto me. Il viaggio ha scelto noi.
Lazlo lentamente mi stava portando verso una città inesistente. Mentre descriveva le strade ricoperte di lapislazzuli io potevo camminare con lui. Scriveva appunti sull’antica lingua di Pianto nel suo piccolo studiolo e io ero nella mia cameretta a leggere con lui. Pagina dopo pagina anche io sono diventata un sognatore. Purtroppo l’aura di fantasia e magia che si è creata intorno al protagonista non è stata sufficiente a togliergli il premio super sfigato dell’anno in quanto Thyon Nero, il figlio del duca di Vall e figlioccio della Regina (nonché prodigioso alchimista), ordina di consegnargli tutti i suoi appunti.
Non c’è alcun dubbio che tra Lazlo e Thyon ci sia odio e una forma particolare di competizione, ma allora perché Lazlo continua ad aiutare Thyon nelle sue ricerche alchemiche?
Il rapporto tra Thyon, un eccellente alchimista, e Lazlo, un semplice sognatore, è estremamente strano. Sebbene non si tratti minimamente di amicizia non può neanche essere classificata neanche inimicizia. L’unica cosa certa è che Lazlo è un’anima così gentile che non riesce a fare a meno di aiutare il prossimo, che sia un figlioccio d’oro arrogante, una città che si pensava essere persa per sempre oppure una dea dalla pelle blu della quale non si credeva possibile l’esistenza.
Come il sogno sceglie il sognatore, anche il viaggio sceglie il viaggiatore
Quello che all’inizio sembrava una disgrazia per Lazlo, ovvero la confisca dei propri libri, in realtà è stato un ponte per raggiungere il suo sogno. Grazie ad essi (ed alla differenza di mezzi tra un orfanello e il figlioccio della regina), Thyon ha avuto modo di entrare in contatto con Eril-Fane ovvero il più forte dei Tizerkane, i guerrieri della città di Pianto, soprannominato Il massacratore degli dei. La città di Pianto, quindi, non esisteva soltanto nei desideri del sognatore, le storie che venivano raccontate come fiabe per bambini in realtà erano verità e, soprattutto, la città aveva bisogno di aiuto.
Era questo il motivo che ha spinto il Massacratore degli dei a intraprendere il viaggio al di fuori dei confini misteriosi della città fiabesca: aiuto.
Lo scopo di Eril-Fane è trovare aiuto in tutti i confini del regno. E’ alla ricerca di figure specifiche come esperti in ordigni esplosivi, macchine volanti, botanica e anche alchimia. Il viaggio di ritorno sarebbe stato rischioso sia per lui che per i suoi nuovi ospiti, di conseguenza non poteva compiere errori: lui e gli stranieri rappresentano la speranza di una città perduta.
L’incontro tra Thyon e Eril-Fane è sublime e struggente allo stesso tempo. Thyon, grazie agli appunti non gentilmente presi da Lazlo, è riuscito ad impressionare il guerriero. Gli studi di una vita sono stati assimilati in pochi mesi e sfruttati per pochi minuti. Non doveva essere il maestoso Thyon a parlare, ma l’umile Lazlo. Lo sfigatissimo bibliotecario sognatore stava vedendo la sua leggenda, anzi la propria leggenda personale come definirebbe Paulo Coelho, allontanarsi (leggi anche – “L’alchimista”, viaggio nel deserto e dentro se stessi per realizzare il proprio sogno – per scoprire che cosa si intende per leggenda personale e conoscere un altro Alchimista).
Che cosa fare? Rimanere uno spettatore e un eterno sognatore oppure diventare il protagonista di una leggenda?
Giocando il proprio all-in Lazlo corre davanti all’imponente Eril-Fane. La sua figura vestita di cenci grigi e consulti ferma l’avanzata della possente armatura del guerriero e, con ulteriore sorpresa della folla, Lazlo incomincia a parlare nella lingua del massacratore degli dei. Vuole venire con lui, anche lui vuole essere d’aiuto.
“Che cosa sai fare?” chiede il guerriero incuriosito e parlando la lingua comune vedendo questo strano forestiero. Per Lazlo Strange non c’è altra alternativa che rispondere con tutta la sincerità: “So raccontare storie”.
Il sognatore per un attimo interminabile è stato soggetto di tutte le risa dei cittadini, dei nobili e dei guerrieri presenti. A cosa può servire una persona che l’unica cosa che sa fare è raccontare storie? Alla città servono studiosi, esperti e guerrieri ed Eril-Fane rispose “E’ da tanto che non ascolto una nuova storia, vieni con me”. Infatti, alla città serviva una soluzione ad un problema, ma ai cittadini serviva un sognatore.
Quali sono i misteri della città di Pianto? E perché viene chiamata cosi? Che cosa incontrerà Lazlo una volta arrivato? Non sono domande alla quale risponderò, tocca a te leggere “Il sognatore” e scoprire la seconda metà di questa fantastica avventura!
Leggi anche: “Alla fine John Muore”, ma anche il cane non scherza – E-state con i libri: 5 libri e 5 generi da portare con se come compagni per l’estate – “Corpi speciali”: come ritrarre delle anime
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Brava Sara …bellissima recensione,toccante e carnale…segui i tuoi percorsi come un segugio segue la sua pista,e il suo tartufo…