Ilaria Pilar Patassini racconta il suo Luna in Ariete

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Lo scorso 27 settembre è uscito per Esordisco l’ultimo album di Pilar (Ilaria Patassini), Luna in Ariete. È un disco di inediti, registrato in presa diretta in tre session live durante la gravidanza della cantante. La produzione artistica è firmata dalla stessa autrice e da Federico Ferrandina, chitarrista e arrangiatore.

L’album è stato anticipato dai singoli A Metà, Il suono che fa l’Universo, il cui videoclip è stato girato in parte nella Grotta del Nettuno di Alghero, e Nessun tempo si perde.

Abbiamo avuto occasione di fare una chiacchierata con Ilaria, che ci ha raccontato qualcosa in più su Luna in Ariete e sulla sua musica.

Ciao Ilaria, come è nato questo album?

La gestazione di Luna in Ariete è stata piuttosto lunga. Avevo messo da parte degli appunti e delle idee di un suono e insieme a Federico Ferrandini, che con me firma la produzione artistica e parte degli arrangiamenti, abbiamo fatto una grossa scrematura.

Hai scritto tu i 9 brani di “Luna in Ariete”?

Sì, i brani sono tutti scritti da me. Volevo che la scrittura dell’album fosse omogenea, quindi ho scelto di scrivere da sola i testi delle canzoni.

Che genere di musica ascolti?

Ascolto un po’ di tutto, non ho un genere preferito. Vario dalla musica classica al vecchio cantautorato italiano, dal rock al barocco.

Sono una cantante un po’ anomala perché non ascolto musica in maniera compulsiva: mi piace molto il silenzio. Amo ascoltare un disco dall’inizio alla fine; quando ne trovo uno che mi piace lo ascolto anche 20-30 volte di seguito.

Quali sono le influenze musicali?

Le mie influenze non sono necessariamente musicali, ma mi ispira l’arte nel senso più generale del termine. Mi hanno influenzata le opere di Caravaggio, l’epica di Omero e le poesie di Montale. La letteratura è la forma d’arte che più mi ha aiutato per la scrittura delle mie canzoni. Leggo molto più di quanto ascolto la musica.

Anche il cibo mi influenzano tanto. Io amo mangiare e amo andare a fare la spesa. Penso che il cibo sia un elemento fondamentale durante la lavorazione di un album.

Parlando di artisti musicali, i miei punti di riferimento sono De Andrè, Lucio dalla, Gesualdo da Venosa, Sting, Paolo Conte, Lhasa de Sela.

Sfondare nel mondo della musica oggi è decisamente difficile, soprattutto facendo un genere musicale “colto” come il tuo. Cosa ti spinge ad andare avanti?

Io sono contenta di portare avanti questo genere musicale. Bisogna difendere la cultura. Al giorno d’oggi quasi ci si vergogna di mettere i congiuntivi al posto giusto.

Hanno provato a dirmi di scrivere dei testi “più arrivabili”, più pop, ma io non sono così, non sarebbe la mia natura, e ho deciso che d’ora in avanti non rinuncerò ad essere me stessa. Non voglio fare “quello che il pubblico vuole” per il semplice gusto di compiacerlo: voglio poter lasciare qualcosa di mio.

Sono consapevole che è difficile trovare un mercato per questo genere musicale, ma è colpa del fatto che ci sono pochi finanziamenti per la cultura.


Quali sono gli artisti con cui ti piacerebbe collaborare?

Sabato prossimo avvererà un mio sogno, quello di collaborare con Geoff Westley, un grande direttore d’orchestra. Saremo sullo stesso palco per un tributo sinfonico alla musica di uno dei più grandi artisti italiani, Fabrizio De Andrè. Il concerto, arrangiato e diretto da Westley, sarà sabato 26 ottobre alle 20:30 all’Auditorium di Milano in largo Mahler. Ci sarà anche Peppe Servillo, solista degli Avion Travel.

I prossimi concerti di Ilaria

Domani sarà ospite al Teatro Cimarosa di Anversa per il Premio Bianca d’Aponte. Il 26 sarà all’Auditorium di Milano per De Andrè Sinfonico. Queste le altre date:

  • 30 ottobre, teatro dell’ABC (Bologna);
  • 9 novembre, Koerner Hall (Toronto);
  • 10 novembre The Jazz Room (Waterloo);
  • 7 dicembre, Teatro del pane (Treviso);
  • 14 dicembre, Casa del Jazz (Roma);
  • 19 dicembre, Jazzino (Cagliari);
  • 20 dicembre, Teatro Civico (Sassari).

Grazie Ilaria e in bocca al lupo per la tua musica!

Claudia Pasquini
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