Un’anima ribelle dalla spiccata sensibilità. Fabrizio Moro, nato Mobrici, compie oggi 45 anni + 1 e festeggia anche 25 anni di carriera. In pratica un quarto di secolo, nonché più di metà della sua vita, dedicato solo ed unicamente alla musica.
Nella sua carriera ha collezionato ben tre Premi Lunezia, tre premi Roma Videoclip, un Venice Music Awards, due Wind Music Awards e un SEAT Music Awards. Non dimentichiamoci poi che Fabrizio Moro può essere considerato un veterano di Sanremo avendovi partecipato ben sei volte, vincendo nella sezione Giovani nel 2007 con il brano Pensa, e nel 2018 nella sezione Big in coppia con Ermal Meta con la canzone Non mi avete fatto niente, che hanno presentato al mondo in occasione dell’Eurovision Song Contest dello stesso anno.
Fabrizio Moro nasce a Roma nel quartiere periferico di San Basilio, che condivide con il cantautore Ultimo, il 9 aprile del 1975. Ripercorriamo allora la sua immensa carriera.
Gli esordi
Dopo aver fatto la gavetta nei locali della capitale, il vero e proprio esordio di Fabrizio Moro arriva proprio sul palco del Festival di Sanremo, che ha dato i natali a tantissimi artisti della musica italiana. Il brano Pensa, dedicato alle vittime della mafia, ha infatti colpito al cuore tanto da aggiudicarsi anche il Premio della Critica ‘Mia Martini’. Ritornerà su quello stesso palco due anni dopo con Eppure mi hai cambiato la vita, brano con il quale si classificherà al terzo posto nella categoria Campioni.
Intanto nei primi 15 anni di carriera Fabrizio Moro pubblica ben 6 album, e dopo aver abbandonato la Warner per fondare la propria etichetta discografica, nel 2012 comincia la sua esperienza nelle vesti di autore prima per Noemi, poi per gli Stadio, e poi ancora per Emma, Valerio Scanu ed Elodie, dimostra di avere la stoffa per essere un musicista dalle molteplici forme.
Le canzoni di denuncia
Abbiamo già citato Pensa, ma nella carriera musicale di Fabrizio Moro non mancano altri inni scritti in difesa di alcune delle pagine più tristi della storia italiana: c’è anche una canzone dedicata a Giulio Andreotti ed ancora una scritta per Stefano Cucchi.
La fama internazionale
Nel febbraio del 2017 però potrebbe esserci quello che chiamiamo ‘punto di svolta’. Fabrizio Moro infatti partecipa al 67° Festival di Sanremo con il brano Portami via, per il quale si aggiudicherà successivamente anche il Premio Lunezia per il miglior testo e videoclip.
In occasione di questa edizione della rassegna musicale conosce un suo collega, Ermal Meta, e mentre di primo impatto i due non si piaceranno neanche, con il tempo capiranno che hanno più in comune di quanto pensano, e che ciò che li rende perfetti insieme sono anche le loro differenze. Dopotutto gli opposti si attraggono.
Un po’ come il diavolo e l’acqua santa, come il bianco e il nero, come lo yin e lo yang.
Danno vita così ad un connubio musicale a dir poco disarmante. L’anno dopo saliranno insieme sul palco dell’Ariston e insieme affronteranno anche un’accusa di plagio. Una volta però che le acque si saranno calmate, era ormai già chiaro che la canzone aveva le carte giuste per portarsi a casa la tanto ambita statuetta.
In qualità d’interprete della canzone vincitrice del Festival, Moro è stato automaticamente designato, insieme a Meta, come rappresentante dell’Italia all’Eurovision Song Contest 2018 a Lisbona, qualificandosi poi in quinta posizione.
Ma Ermal non è l’unico artista, collega e amico, con cui Moro abbia collaborato nel corso della sua straordinaria carriera. Molti infatti i nomi della musica italiana che si sono rivolti a lui, come Fiorella Mannoia, Ultimo, Cristina d’Avena, Anastasio.
Soltanto l’ultimo degli album in studio è Canzoni d’amore nascoste, una raccolta dei brani incisi dal cantautore nei primi di carriera e presentanti in veste completamente rinnovata dallo stesso Moro, oltre a due inediti.
Sembra però che vedremo presto, entro fine anno probabilmente, l’esordio di Fabrizio Moro dietro la macchina da presa. Il cantante infatti insieme all’amico Alessio de Leonardis ha realizzato il suo primo film dal titolo Ghiaccio, una storia di due pugili, e di cui Moro ha curato anche soggetto e sceneggiatura.
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