“No Eternity in Gold” – Like Moths to Flames

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E’ fuori ora in formato digitale su Spotify e tutti i digital store, pubblicato per l’etichetta UNFD, No Eternity in Gold, quinto album ufficiale dei Like Moths to Flames.

Considerati ormai pilastri del genere metalcore, i Like Moths to Flames, tornano sulla scena con un album imponente, a conferma che il metal è ufficialmente rinato. 

Uscite come No Eternity in Gold, l’ultima dei Kingdom of Giants, Kaliyuga degli In Hearts Wake (Link) o guardando a livelli più mainstream, il clamoroso ultimo EP dei BMTH (link qui) sono riuscite a ridare luce ad un genere che per troppo tempo è rimasto spento e poco interessante. 

Like Moth To Flames No Eternity in Gold

Finalmente si è ritornati a quel periodo dove ogni disco suona unico e personale, dove ogni band vuole riuscire a portare il proprio concetto di musica, per riuscire a conquistare nuovi fan e mantenere quelli di vecchia data, senza snaturarsi del tutto.

No Eternity in Gold è un colpo vincente per la band che, dopo aver ottenuto il rispetto da parte di tutta la scena metalcore, grazie a lavori ogni volta di qualità superiore, con questo disco vuole mettere in mostra la sua maturazione artistica, rendendosi protagonista principale di questo mercato. 

No Eternity in Gold risulta un prodotto che guarda al futuro senza dimenticare il passato, caratteristica che abbiamo ritrovato in molte delle uscite di questo periodo, e l’aumento sostanziale della qualità di tali lavori, lascia intendere che non ci sia motivo di scindere la tradizione dall’innovazione, dato che l’una non può vivere senza l’altra.

Paragonando il metal agli altri mercati, se nel Rap abbiamo avuto la Trap come filone principale degli ultimi anni (ora superata dalla drill) nel Metal il sound è stato condizionato pesantemente dallo stile Djent, motivo per il quale la maggioranza dei dischi risultavano l’uno la fotocopia dell’altro o di base si notavano molte somiglianze. 

No Eternity in Gold è un prodotto che si stacca completamente da ciò, puntando principalmente sulle sensazioni e le emozioni da trasmettere, ovviamente non tralasciando la parte strumentale, e si posiziona al primo posto tra le uscite più introspettive della band. 

Il cantante ha affermato di aver utilizzato gli 11 brani dell’album come 11 modi per combattere i disagi che affronta ogni giorno svegliandosi la mattina e tutto ciò lo possiamo apprezzare nel lavoro dietro la voce di No Eternity in Gold

Voce che traduce tutto il disagio, il rancore e il dolore vissuto dal frontman della band, il quale sicuramente è riuscito a dare quel tocco personale e interiore sia agli scream che ai puliti, raggiungendo una qualità notevole.

Dal punto di vista della produzione No Eternity in Gold risulta molto chiaro, ma non esageratamente perfetto; i producer sono stati abili nel lasciare quella naturalezza ai suoni, tale da rendere tutto più caratteristico e reale.

No Eternity in Gold è un album come detto in precedenza che emoziona, che vive di sensazioni ed un’altra caratteristica che lo aiuta ad essere così unico ed espressivo è l’atmosfera che vivrete ascoltando questo lavoro; sarà come guardare un film horror (non perchè la musica sia terrificante) dato che, nonostante i ritornelli melodici, la band ha deciso di dare un taglio molto tetro e cupo ai brani del disco. (ad es. God complex).

Finalmente stiamo assistendo ad un’evoluzione continua del metalcore, il quale risulta sempre più maturo e distante dai clichet che lo affliggevano un tempo.

Grazie a No Eternity in Gold e alle uscite nominate in precedenza, la fronda core del metal, tanto flagellata dai “true”, sarà sicuramente in grado di ottenere maggiori consensi, anche da questa frangia di ascoltatori più legata all’old school. 

Concludo quindi consigliandovi l’ascolto di No Eternity in Gold, ultima fatica dei Like Moth to Flames, ma soprattutto consigliandovi di aprirvi ad un genere come il metal, pieno di sfaccettature e di interpreti sorprendenti.

Ascolta No Eternity in Gold: Spotify

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Se vuoi leggere il mio scorso articolo clicca qui: Gemme Emergenti Cap.2

Pietro Serratore
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