La città dall’alto – Zibba [Recensione]

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La città dall’alto è l’ultimo lavoro del musicista ligure Zibba. L’album esce per Pioggia Rossa Dischi e segna un nuovo incrocio di letteratura e musica dal momento che si ispira ad alcuni racconti di Italo Calvino.

Quella di Zibba è una carriera in qualche modo letteraria, subito al successo col suo esordio sanremese Senza di te, per poi scegliere percorsi alternativi a quelli del mainstream. Non che la sua cifra stilistica non sia in grado di confrontarsi con i nomi più importanti della musica italiana. Non a caso è stato autore per nomi del calibro di Jovanotti, Niccolò Fabi, Marco Masini fino a Emma Marrone, Elodie, Patty Pravo e i Negramaro.

Quello che interessa davvero a Zibba è la ricerca, e questo ultimo disco ne è l’ennesima prova. Ogni suo album infatti deve avere una storia da raccontare, qualcosa che si possa trasmettere attraverso le canzoni. UN disco come un piccolo grande viaggio e La città dall’alto aggiunge a questo viaggio un’altra dimensione, quella della leggerezza evocata dallo stesso Calvino nelle sue famose lezioni americani. La leggerezza che ti permette di planare sulle cose e sulle città. Città visibili ed invisibili per provare a cambiare prospettiva al nostro sguardo sul mondo e su noi stessi.

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Questo disco si basa sulle coincidenze, oltre ai racconti del giovane Calvino e all’improvvisazione tra Zibba e Samuele Puppo in studio. Le musiche sono state ispirate dalla lettura, improvvisate in session; i testi delle canzoni sono nati da quello che musiche e racconti hanno creato nel tempo. Un groviglio orchestrato nei suoi modi, un’idea costruita su continui stimoli e ricerche.

Canzoni che nascono da idee sedimentate nel profondo, lasciate a decantare fino a quando parlare, cantare e suonare non fossero l’unica cosa da fare. Un processo di sottrazione del rumore di fondo delle città e della vita per cercare di arrivare all’ossatura primordiale di sentimenti e idee, unico vero modo per rendere potente il proprio messaggio.

“La città dall’alto” è stato prodotto da Zibba, scritto insieme a Samuele Puppo e registrato al Lab22 da Zibba con Prinzy del Boombastic Studio. Il disco è stato anticipato dal singolo “Si dorme come cani”. Questo disco, col suo titolo riporta alla mente uno spettacolo promosso dai Perturbazione Le città viste dal basso, che fa da ideale contraltare al disco di Zibba a testimoniare che certi discorsi all’interno della musica riescono a fare giri molto grandi senza mai esaurire la loro ispirazione sugli artisti che sanno coglierla.

Nove brani che portano l’ascoltatore in un viaggio sottratto al tempo ed allo spazio. Canzoni in grado di isolare i suoni più essenziali e di parlare senza sovrastrutture mischiando letteratura ed esperienze personali in modo da restituire un racconto nuovo che ne racchiude molti altri.

Raffaele Calvanese
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