Non solo Tainted Love: l’ipnotismo glam dei Soft Cell

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Gli anni ’80 sono da considerare uno dei decenni più prolifici per quanto riguarda l’ambito musicale. Sono gli anni dell’esordio di artisti mastodontici: Madonna, Cyndi Lauper, Guns’n’Roses, Depeche Mode, Bon Jovi e moltissimi altri.


Il sound cambia totalmente rispetto ai decenni precedenti e ci sono innovazioni in ogni genere musicale. Varietà come – primo tra tutti – il pop si caricano di suoni completamente nuovi ed inusuali e ci si avvia all’ascesa sempre più progressiva della musica elettronica. Impossibile menzionare, dunque, un gruppo che rientra tra i pionieri del synth pop: i Soft Cell. Il duo inglese fu fondato nel 1977 da Marc Almond – cantante – e David Ball – strumentista –, all’epoca entrambi studenti d’arte al Politecnico di Leeds. Dopo un primo periodo di sperimentazioni musicali furono contattati da Stevo Pearce, che sarà il loro produttore e che fonderà nel 1981 l’etichetta discografica indipendente Some Bizzarre Records.             


Una delle hit per cui il gruppo britannico è più ricordato è l’indimenticabile Tainted Love, reinterpretata in una versione modernizzata nel 1981 dopo la versione originale di Gloria Jones del 1964.

Fu il primo brano con cui il duo inglese apparì per la prima volta in televisione, ma non il primo con cui si fece conoscere sul mercato; ad ogni modo rappresentò senza dubbio la loro occasione commerciale più grande, dato che in diciassette Paesi la hit rimase prima in classifica e per quasi un anno si aggiudicò un posto nella Billboard Hot 100. L’album che poi contenne questa cover è Non-Stop Erotic Cabaret, contenente dieci tracce in totale. Impossibile ascoltare quest’opera esordiente dei Soft Cell senza essere catturati dal loro beat notturno e ben cadenzato. Qualcuno l’ha definita musica “da night club”, o anche quel tipo di musica da mettere come sottofondo durante un viaggio in un quartiere a luci rosse. In ogni loro creazione la voce di Almond si adagia perfettamente alla musica suonata da David Ball, come se fossero un’unità musicale inscindibile. È difficile immaginare Almond in un genere distante dal synth pop; un po’ come se fosse l’incarnazione vivente dello stile anni ’80.       

L’ultimo singolo dei Soft Cell, Northern Lights, pubblicato nel 2018.

       L’immagine dei Soft Cell sul panorama internazionale di allora fu uno shock per alcune mentalità facilmente scandalizzabili e totalmente impreparate al libertinismo odierno. Lo stile provocante di Marc Almond si fece prepotentemente strada tramite i mass media; la sua figura filiforme, le sue movenze infiammate e il suo sguardo assente caparbiamente sottolineato con l’eyeliner furono veloci nell’indignare i benpensanti inglesi – che certamente non avevano intenzione di propagare un’immagine così anticonvenzionale e diseducativa ai loro figli. I Soft Cell giunsero persino al punto di farsi censurare dalle radio britanniche, visto lo scandalo destato dai temi poco ortodossi delle loro canzoni.          

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Dopo il successo epico che Non-Stop Erotic Cabaret conquistò, le aspettative per i lavori successivi si alzarono decisamente. Il secondo album della band è The Art of Falling Apart e lo stile non si allontana molto da quello del debutto, ma dall’altro lato non lo ricalca nemmeno alla perfezione. Questo lavoro rappresentò l’opportunità di slancio artistico che i Soft Cell necessitavano, particolarmente dopo che quest’ultimo era stato messo a repentaglio dall’ombra che Tainted Love gettò sul resto della loro produzione.

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Contemporaneamente, Almond e Ball avevano stipulato un contratto con la Phonogram. La major non era favorevole alla volontà della band di sviare artisticamente e la rottura non tardò ad arrivare; i Soft Cell si sciolsero e la fama del loro terzo album This Last Night in Sodom fu pregiudicata negativamente dall’evento. Durante gli anni, Almond fu impegnato nell’attività da solista e Ball in quella da produttore.
Al 2001 risale la loro decisione di riunirsi per alcuni live. L’anno seguente arriva il loro quarto album, Cruelty Without Beauty, che conserva una certa continuità con il loro sound peculiare degli anni ’80 tranne poche rifiniture in prospettiva contemporanea.  Nel 2019 è stato pubblicato Say Hello, Wave Goodbye, album celebrativo dei loro maggiori successi. Vi sono contenute le tracce eseguite ad uno dei loro live più recenti, quello all’arena O2 di Londra, il 30 settembre 2018.

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