Lo spettacolo non è per tutti

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In questo articolo ci sarà molta rabbia, rabbia di un lavoratore dello spettacolo che si è visto privato della sua passione e del suo lavoro. Di me che vedo “la signora di Mondello” fare una “canzone”, mentre rischio di non lavorare mai più.

Mi sono esibito l’ultima volta live il 17 gennaio 2020 e l’ultimo concerto che ho visto dal vivo è stato un anno fa, mese più mese meno. Non so quando potrò tornare a suonare e mi fa ancora più male sapere che probabilmente non potrò neanche tornarci a suonare live. Non so neanche quando potrò tornare a vedere un concerto, e se, per esempio, quel concerto di Vasco Rossi a Roma, spostato al 2021, si farà o sarà spostato al 2022. Poi un giorno apro Twitter e scopro che la signora di “non c’è ne coviddi” sta facendo una canzone.

Il simbolo del non rispetto delle regole che si mette a fare una canzone, una forma d’arte. Mi è crollato il mondo addosso, la signora di Mondello fa l’artista, a quella signora viene permesso di fare quello che non possono fare tanti artisti, veri, in questo periodo. Da settimane noi artisti stiamo combattendo per essere aiutati, e da settimane ci ritroviamo da una parte supportati, dall’altra ci veniamo sentito dire “cambiate lavoro”, come se una passione si possa cambiare.

Bauli Milano diritto dello spettacolo

Dare visibilità a persone che neanche dovrebbero essere accostate alla parola “spettacolo” è un’arma a doppio taglio. Da una parte viene data visibilità a chi non ne merita, ma contemporaneamente la si può usare per far capire cosa non va.

Se pensate che si risolverà tutto con il tempo vi sbagliate, stesso discorso se pensate che basti non dare visibilità. Se stessimo vivendo nel 2019 avrei resistito, come ho sempre fatto, all’ennesimo fenomeno del mondo trash, anzi, di quel trash da social. Infondo io avrei continuato a lavorare, con tutte le difficoltà ed i problemi che il mondo dello spettacolo ha sempre avuto e magari avrei detto anche io “vabbè è di passaggio”. Ma non in questo caso, perchè il mio lavoro, ad ora, non esiste e la mia passione è moribonda.

Allora a quel punto serve ricorrere alla visibilità data a gente che non la merita, serve perchè più rimane visibile, più si capisce tutto quello che c’è di sbagliato e che se non si cambia il mondo dello spettacolo partendo, anche, da questo fenomeno, allora si morirà definitivamente.

Prendete questa “arrabbiatura” come un’altra protesta di chi lavora con lo spettacolo, di chi, ogni giorno, si ritrova detto di cambiare lavoro o di essere “sacrificabile” ed “inutile”.

Dietro alla nascita di fenomeni del genere non ci sono solo i social, che in molti casi fanno da trampolino di lancio, ma c’è anche una mentalità, quella mentalità del “ma fatti una risata” o quella di pensare che per ridere con la musica ci sia bisogno di una canzone trash fatta da persone che neanche dovrebbero essere lì. Troppo facile dirvi “comprate”, soprattutto in un periodo storico come questo, e allora si deve partire anche da altro, e quel “altro” diventa la mentalità.

Serve capire che una canzone può “far ridere” anche se non è fatta da personaggi trash, che una canzone può “far ridere” anche se fatta da artisti veri. La musica va capita, c’è bisogno di uscire da quella mentalità in cui una canzone triste è per forza negativa o sicuramente trasmetterà emozioni negative, insomma, si deve cominciare a guardare la musica con serietà e voglia di scoprire. E mi rendo conto che questo potrebbe far allontanare molte persone dal mondo della spettacolo, in particolare della musica, facendo arrivare tutti i lati negativi del caso.

Spettacolo

Ma è un rischio che, almeno io, riesco a “sopportare”, ovvero quello dell’allontanare chi con la musica non vuole ragionarci e non vuole capirla e chi pensa che un musicista debba debba sempre stare dietro a chi lo segue, facendosi andare bene tutto. Infondo c’è chi dice che siamo inutili e che dobbiamo cambiare lavoro, quindi quella gente come può reputarsi, in questo caso, amante della musica? Come può certa gente fare un flash mob dal balcone, cantando Rino Gaetano per poi parlare dei musicisti come persone inutili?

Ma nell’attesa della “rivoluzione” e della rinascita (sempre se ci saranno), del mondo dello spettacolo, esso prenderà un altro, grande, schiaffo in faccia

Non sarà sicuramente immediato tutto questo, e neanche sono sicuro che tutto questo avverrà, probabilmente una volta tornati alla vita di tutti i giorni anche io, inconsapevolmente, tornerò a dar poco peso a certi fenomeni del trash mentre suonerò la mia musica, e nel frattempo mi viene fatto del male. Ogni volta che il mondo dello spettacolo cade vittima di certi fenomeni ogni persona che ne fa parte prende uno schiaffo, e lo schiavo diventa ancora più forte, quasi definitivo, nel caso della signora di Mondello.

Quindi si rimane fermi, senza poteri, io, musicista ed amante della musica al centro, con a destra chi mi urla di cambiare lavoro e/o di essere inutile e a sinistra chi mi dice che per diventare famoso devo fare come i fenomeni del web o andare per forza in qualche talent.

Marco Mancinelli
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