Lettori e appassionati di storie vere, vi segnalo un’autobiografia con i fiocchi. La storia di una ragazza, oggi donna, laureata, e in carriera, cresciuta in una famiglia di mormoni dell’Idaho: Tara Westover.
L’edizione edita Feltrinelli si presenta con una copertina all’apparenza elementare che vi sarà chiara man mano che leggerete.
Da dove iniziare? Ci sarebbe tantissimo da dire, cominciamo dicendo che “L’educazione” non è una lettura semplice. È un racconto di manipolazioni psicologiche e isolamento. Pensare che ciò che si sta leggendo è a tutti gli effetti una storia vera, può lasciare senza parole, ancor più se si legge di una realtà (o percezione della realtà) così lontana, da farvi riconsiderare il concetto di “normalità”.
In vetta alle classifiche dei bestsellers di tutto il mondo, Tara Westover racconta la storia sua e dei suoi fratelli in una dimensione che ha dell’assurdo. Tanto per cominciare Tara non sa quando è nata. Nessuno dei figli infatti è provvisto di certificato di nascita, il più grande dei fratelli viene ritirato dalla scuola pochi anni dopo il suo ingresso nel mondo scolastico per essere istruito, insieme a tutti gli altri figli, a casa, dalla madre che si improvvisa levatrice e guaritrice perché, sotto pressione del marito, quello sarebbe stato il volere di Dio. Il Signore avrebbe guidato le sue mani.
Mani inesperte di una persona del tutto impreparata, senza formazione, che pratica un parto cesareo senza sapere cosa debba uscire prima, se i piedi o la testa del bambino. Una madre che considera un successo che i figli sappiano leggere e scrivere ma che proviene da una educazione totalmente tradizionale. Il padre di Tara invece era un vero sociopatico con manie di persecuzione, sprezzante del pericolo e contrario a ogni cura medica, tanto da mettere più volte in pericolo le vite dei suoi figli.
Tutte premesse per uno scenario da incubo, e invece, con grande sorpresa, scoprirete come agli occhi di una bambina che ama i propri genitori tutto questo sia completamente normale, a riprova del fatto che non importa quanto inadeguato sia un genitore, l’amore di un figlio è incondizionato. Almeno fino a che non si ha un termine di paragone che permette una riflessione critica delle cose.
Difficile a dirsi quale sia stato il punto di svolta della storia. Leggendo, ne incontrerete molti. Tara Westover non sa cosa sia l’olocausto, non conosce le basi dell’igiene, guida senza patente, non ha mai varcato la soglia di una classe prima dei 17 anni, eppure, ignorando anche le più piccole regole del vivere civile e di cultura generale, Tara Westover riesce a istruirsi da sola e a inserirsi nella società.
Dopo ore di lavoro nella discarica del padre, studia algebra e sotto insistenza di uno dei fratelli maggiori, riuscito a trovare un suo posto nel mondo grazie all’istruzione, anche Tara riesce a entrare all’università. Non sarà una passeggiata, il finale dolce-amaro vi farà fissare il soffitto. Un brivido vi percorrerà la schiena al pensiero di cosa sarebbe stata la vostra vita se foste nati in un’altra parte del mondo.
Per una società in cui un figlio o una figlia che conclude gli studi è un orgoglio, ne esiste un’altra, di riflesso, in cui tutto ciò non vale niente se non addirittura un muro che si alza tra te e le tue radici. Due mondi che non possono o non vogliono più coesistere.
“Le decisioni che presi da quel momento in avanti non erano quelle che avrebbe preso lei. Erano le scelte di una persona cambiata, di una persona nuova. Potete chiamare questa presa di coscienza in molti modi. Chiamatela trasformazione. Metamorfosi. Slealtà. Tradimento. Io la chiamo un’educazione.”
Tara Westover è la dimostrazione che l’istruzione (dall’inglese to be educated – essere educati ovvero istruiti) può salvare la vita, in ogni senso. Ogni pagina di questa storia vi farà sgranare gli occhi, e più di una riga vi lascerà sgomenti sulle ferite fisiche e psicologiche che può causare l’ignoranza.
Chiara Sciarra
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