Euro 2020 giunge al termine, nel migliore dei modi, perchè è l’Italia ad essere campione d’Europa, battendo in finale, ai rigori, l’Inghilterra. Una nazionale che non usa mezze misure, che passa dal fallimento direttamente alla vittoria.
In Italia, nei casi di avvenimenti importanti, la prima regola è non parlare prima, e se proprio si deve parlare, beh, si deve essere capaci di prendersi le proprie responsabilità nel caso non si avverasse quello che dovrebbe succedere, ma questo, gli inglesi, non lo sanno. E così in Inghilterra già da prima della semifinale contro la Danimarca si sono tutti adoperati nel gestire il tutto come se avessero già vinto Euro 2020 (anche se in realtà è da inizio competizione che si comportano in quel modo), tra tifosi che si sono tatuati la il trofeo, al “It’s Coming Home”, passando per l’annuncio, come se fosse sicuro, che il 12 luglio, nel caso di vittoria, sarebbe stata festa nazionale. Nel frattempo in Italia anche chi ci credeva non osava dirlo, restava in silenzio, tanto che se si entrava sui social prima delle partite della fase ad eliminazione sembrava quasi che volessimo uscire, o meglio, sembrava che fossimo già usciti. Tutta tattica.
Una tattica, che unita alla qualità nel soffrire e nel giocare della nazionale italiana, diventa invincibile. Perchè la partita è stata sofferta, troppo, il livello finale dopo le sofferenze contro Austria, Belgio e Spagna, in cui l’Italia sembra prima sparire per poi tornare a giocare facendoti pensare “è troppo tardi”. Poi un’altra partita finita ai rigori, in cui ti ritrovi ad avere uno dei portieri migliori al mondo, che dovrebbe darti sicurezza, ma tu sei lì, davanti la tv ad avere comunque l’ansia. Gli azzurri vincono ai rigori proprio grazie alla parata finale di Donnarumma, che fa scomparire tutta la sofferenza di partite sofferte, combattute ed eterne, in cui non si è mai creduto abbastanza.
Tanti i giocatori della nazionale, che anche durante questa partita hanno dato tutto. Euro 2020 dimostra al mondo che la squadra “forte” non è quella che si base sul singolo, ma sul gruppo (come se ci fosse bisogno di ricordarlo). Un gruppo che sa vincere
Gianluigi Donnarumma – Ed il tempo crea eroi (Vasco Rossi): odiato, tanto, dai tifosi milanisti per il suo aver lasciato la squadra per qualche milione in più, criticato da tutti perchè troppo giovane per essere il portiere di una nazionale che aveva bisogno di ripartire. Ma il tempo crea eroi, ed il tempo decide che “giggio” deve diventare l’eroe della nazionale italiana ad Euro 2020. Ogni sua parata, anche la più “semplice”, viene applaudita ed il modo in cui si allontana dopo il rigore decisivo parato dimostra quanto lui fosse concentrato verso un unico obiettivo, ovvero il diventare un eroe.
Giorgio Chiellini & Leonardo Bonucci – Due su Due (Articolo 31 ft Grido): sarebbe da dire “ma grazie Mancini, ne hai fatti due su due”. Prima dell’inizio di Euro 2020 si diceva che sarebbero stati un po’ il tallone d’Achille della nazionale, i due che avrebbero fatto prendere tanti gol a causa dell’anzianità di uno e della poca costanza dell’altro, ma così non è stato. Chiellini difende tentando il tutto per tutto, senza mai cambiare anche dopo l’infortunio durante l’europeo e Bonucci segna il gol del pareggio. Senza di loro la nazionale italiana non avrebbe una delle difese migliori di questo Euro 2020.
Roberto Mancini – Mi sono ritrovato vivo (The Zen Circus): anzi, ci ha fatti ritrovare vivi. Ha adottato la nazionale nel periodo più buio della sua storia, nessuno contava su di lui, tanto che già si parlava di altri fallimenti in arrivo. Ma lui ci ha sempre creduto, grazie mister, grazie veramente tanto. Dentro di se c’è tutto il gruppo, quel gruppo che rimane imbattuto da oltre trenta partite, che sa soffrire e sa ribaltare risultati come se nulla fosse.
Il Trofeo – Mama, I’m Coming Home (Ozzy Osbourne): sarebbe bello se gli inglesi studiassero qualcosa sulla storia della loro nazionale. Perchè la nazionale inglese, in realtà, non ha mai vinto l’europeo, eppure con la loro “It’s Coming Home” sembrava che quella coppa gli fosse già appartenuta una volta. Ma ovviamente, come già detto in precedenza, la scaramanzia è una grossa arma a favore degli italiani, così da far tornare, veramente, la coppa a Roma. Però non vogliamo togliere uno slogan ad un’altra nazione, al massimo lo modifichiamo, ma in questo caso ci piace immaginare una coppa che torna a casa dalla sua mamma.
La nazionale italiana – Roma Wasn’t Built in a Day (Morcheeba): proprio come Roma, neanche questa nazionale vittoriosa ad Euro 2020 è stata costruita in un giorno. Si è partiti da quello, che ormai, sembra un lontanissimo e bruttissimo ricordo, come la mancata qualificazione ai mondiali, e si è arrivati alla vittoria di un trofeo, lo stesso giorno di quel mondiale del 1982, e quindici anni dopo quello del 2006. Perchè sì, non siamo e non saremo mai costruiti in un giorno.
Ora, come di consueto in questi casi, il “discorso finale”, di un bellissimo viaggio, visto da me, un tifoso, che sente ogni singola azione di una partita, che sia Euro 2020 o la partita della sua squadra del cuore
Sono un tifoso, uno di quelli sfegatati, che ha sentito ogni singola partita della nazionale italiana, ieri sera mi sono messo seduto al tavolo del ristorante ed ho cominciato a muovere le gambe dal nervoso. Sento tutto, ogni singola azione, ogni singolo passaggio (sbagliato o no che sia), urlo ad ogni azione e sono uno di quelli a cui si potrebbe dire: “guarda che è inutile che urli alla tv, tanto non ti sentono”. In poche parole per me non esiste “la cenetta tranquilla con gli amici mentre si vede la partita”, per me è tutta ansia e nervoso che solo a fine partita se ne vanno.
Eppure sono stato fortunato, perchè io ho sempre creduto in questa vittoria, ho sempre detto che l’Italia avrebbe vinto Euro 2020, anzi, lo ho sempre pensato, tanto da arrabbiarmi vedendo chi, ogni post partita, era lì sui social a scrivere che esaltarsi fosse da stupidi perchè tanto non sarebbe stato vinto questo europeo. Ero pronto, preparato, non ho avuto neanche bisogno di realizzare, almeno in teoria. Perchè appena Donnarumma ha parato il rigore decisivo, quasi in automatico, senza accorgermi quasi di nulla, mi sono inginocchiato con le braccia e la testa alzate verso il cielo, quasi a ringraziare un Dio in cui non credo, ma che in quel momento era meritevole di un ringraziamento. Ero felice, per la prima volta nella mia vita avevo visto l’Italia vincere un trofeo per poi festeggiare quella vittoria insieme a degli sconosciuti che probabilmente in giorni normali avrei odiato (ero ancora troppo piccolo quando vincemmo i mondiali nel 2006).
Quindi, ricapitolando: ho cantato l’inno, ho visto la nazionale italiana prendere un gol dopo due minuti che mi ha fatto passare la fame all’istante (come se già fosse tanta), alla rete di Bonucci non ci volevo neanche credere. Durante i supplementari non so neanche quale emozione avessi, ero bloccato, per poi capire cosa stesse succedendo durante i rigori, ho esultato, abbracciato tutti e mi sono inginocchiato. Eravamo tutti noi, italiani, a vedere una squadra che era stata definita “vincente solo contro le piccole”, alzare una coppa vinta vincendo con le grandi, ad intonare, in automatico, cori per Spinazzola ed a urlare “Ti amo Giorgio” (riferito a Chiellini).
Ma questa vittoria ad Euro 2020 mi ha fatto capire quanto possano essere potenti i social, in negativo, anche in momenti di enorme gioia in cui nulla può farti essere giù di morale. Per fortuna però, in questi casi, ho sempre la risposta pronta
Eravamo in tantissimi a festeggiare, abbiamo fatto tanto rumore, consumato trombette su trombette, eppure, anche con tutti gli urli che ci sono stati, i cori, e le canzoni cantante, qualcuno, almeno nei miei confronti, è riuscito a fare più rumore. Ho fatto l’errore di aprire i social e vedere pian piano, quei pochi, ma rumorosi, post di chi quasi la prende su personale quando c’è qualcosa da festeggiare che riguarda il calcio, insomma, quelli che basano la loro vita su frasi fatte tipo: “scendete in piazza per il calcio e non per le cose importanti” oppure “ci sono tanti problemi e pensate al calcio”. Ecco, lasciate che vi spieghi una cosa.
Qualche mese fa, in occasione di un programma in ricordo di Paolo Rossi, fu mandata in onda il famoso video della scena in cui, l’ex Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, gioca a carte con alcuni membri della nazionale italiana che vinse il mondiale nel 1982. C’è uno spezzone in particolare di quel video che mi è rimasto in mente, e se solo avessi una memoria più allenata mi ricorderei tutto frase per frase, quindi, purtroppo, mi limiterò a raccontare quell’intervista. L’atmosfera era più o meno la stessa, l’Italia era piena di problemi, tanti e gravi, da una parte tantissimi italiani a festeggiare per la vittoria del mondiale, dall’altra quei pochi, ma rumorosi, che crearono la polemica del “si esulta per il calcio e non si pensa alle cose importanti” (insomma è sempre stata una tradizione). Pertini non fece neanche finire la domanda che rispose subito a quella polemica dicendo in poche parole: “si deve staccare la spina”, e poi una frase che più o meno si può riassumere in “oggi è domenica, è festa, poi domani, quando sarà lunedì, si vedrà”.
Ecco, a tutti voi che create e creerete sicuramente polemiche sui tifosi che festeggiano (anche su quelli che lo fanno con “calma”), lasciatecelo fare. Ho visto tanti non tifosi della nazionale o non appassionati del calcio festeggiare comunque, perchè è stata domenica per tutti, una pausa per tutti, in cui ci siamo ricordati di quanto sia bello fare “gli ignoranti” per una partita di calcio facendo tremare la terra sotto ai piedi e poi, da domani, sarà lunedì per tutti noi, sperando che torni ad essere domenica per i mondiali in Qatar nel 2022. Quindi grazie azzurri, per averci donato questo mese pieno di emozioni, tra urla, sofferenza, e pagelle scritte all’una di notte. Ah, dimenticavo, quando mi sono inginocchiato, stavo ringraziando Dio per averci dato il calcio.
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