Gli euro raccontano: da Marco Aurelio possiamo solo imparare

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Non c’è solo l’imperatore dietro Marco Aurelio. Ci sono l’uomo, il pensatore e tutte quelle domande a cui da sempre cerchiamo di trovare un perché.

Marco Aurelio, un imperatore da Oscar

Quando un uomo è vicino alla sua fine, vuole credere che la sua vita abbia avuto un senso. Come pronuncerà il mio nome il mondo negli anni a venire? Sarò noto come il filosofo? Il guerriero? Il tiranno?

Marco Aurelio ne “Il gladiatore”.

Marco Aurelio lo troviamo in una tenda nel film di Ridley Scott Il gladiatore (2000). Sue sono queste parole, rivolte a Massimo Decimo Meridio, fedele generale dell’esercito che combatte ai confini dell’impero per difendere ciò che di più sacro resta a Roma: la famiglia, la patria, la casa. È un imperatore alla fine dei suoi giorni, provato dalle responsabilità e dai lutti personali. Un vecchio che sa, e non teme, di non superare l’inverno.

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Richard Harris interpreta Marco Aurelio ne Il gladiatore.

Il regista ce lo rappresenta quando il tempo sta per scadere, ed è normale, anche se non scontato, che raggiunto tale limite si voglia capire cosa resterà di ciò che abbiamo fatto. Molti non ci pensano, preferiscono tirar dritto, perché finché c’è molta strada da fare, la si affronta con il giusto stato d’animo. Ma quando sai che il più ti rimane alle spalle, ci pensi due volte prima di dare uno sguardo al passato, un interminabile passato che rivela molte, troppe vite.

È un atto di coraggio o di incoscienza, fate voi. Ma è un atto che si sopporta meglio, se lo si è immaginato per tutta una vita.

Il bene supremo è pensare alla società

La parte più affascinante di Marco Aurelio, quello storico, s’intende, è proprio quella del filosofo. Imperatore dal 161 al 180 d. C., nell’ultimo decennio di vita si dedicò assiduamente a raccogliere per iscritto i suoi pensieri. Ne nacquero 12 libri che raccolgono le sue massime e le sue meditazioni sulle cose del mondo. Delle lezioni da lasciare ai posteri che hanno moltissimo da insegnare. Il titolo dell’opera può cambiare – ci sono editori che scelgono Pensieri, Meditazioni, Ricordi, Colloqui con se stesso – ma il messaggio resta sempre quello.

Prima di tutto non far nulla alla cieca, né senza scopo; e poi non riferirti ad altro fine che non sia il bene della società.

Da uomo di Stato, Marco Aurelio sapeva di avere un gran peso da portarsi addosso. E aveva anche imparato che le cose, per uscir bene, devono nascere da un disegno a monte, porsi un traguardo da raggiungere. Facile improvvisare, se se ne hanno le capacità, meno facile mettersi a tavolino e organizzare. Per il bene di chi? Per il bene della comunità, quindi per il bene di noi stessi.

Ho io compiuto qualche atto utile alla società? Dunque ho giovato anche a me stesso. Abbi sempre presente questo pensiero e non desistere mai.

Andateci piano con i giudizi

Certo, per fare del bene agli altri bisogna prima pensare a migliorare se stessi. Da dove partire? Smettendo di chiedersi come debba essere l’uomo perbene e iniziando ad esserlo. Per fare questo, utile può essere estraniarsi dalle faccende che ci occupano tutti i giorni, otturarsi le orecchie per non sentir rumore e trovare una strada che ci guidi nel regno dell’interiorità.

Scava in te stesso; entro di te sta la fonte del bene, che sarà sempre inesauribile, purché tu ci scavi sempre.

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Statua equestre di Marco Aurelio in Campidoglio a Roma.

Questa la ricetta di Marco Aurelio. Ma c’è di più. L’uomo vive di opinioni, ma le opinioni sono quanto di più variabile e condizionabile esista in giro. Sono ciò che ci dà un’identità, perché quello che pensiamo è un fitto gomitolo di esperienze che accumuliamo durante la vita. Sono le persone che incontriamo e che, se sappiamo ascoltare, possono spalancarci mondi, contribuire alla nostra crescita personale. Ma le opinioni possono anche risultare dannose, quando non adeguatamente filtrate da un minimo di senso critico.

Getta via i tuoi pregiudizi e sarai salvo. Chi può impedirti di gettarli via?

Marco Aurelio, uno scoglio nel mare in tempesta

Più facile a dirsi che a farsi, vero? Lo stoicismo di Marco Aurelio male si abbina ai nostri ritmi di vita. Presi da mille impegni, sempre di corsa, non troviamo il tempo neppure di farci un uovo al tegamino. Dove trovarlo per metterci in discussione? Il problema sta qui: non è che ci manchi il tempo, è che non lo sappiamo amministrare.

E questo, di fronte alle difficoltà, ci rende più fragili, insicuri di noi. Ma con questa pellaccia che ci portiamo appresso dobbiamo convivere e lo dobbiamo fare riuscendo anche in qualcosa di buono. E allora, come superare queste dannate difficoltà? Come vincerle senza far sì che ci travolgano? Che ve lo dico a fare: ascoltate Marco Aurelio.

Sii come lo scoglio su cui si infrangono incessantemente i flutti: saldo, immobile, e intorno ad esso finisce per placarsi il ribollire delle acque.

Massimo Vitulano
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