La Natura offre molteplici doni, ma non tutti possono essere definiti genuini. Nel passato si guardava al futuro, adesso che il futuro è divenuto inesorabilmente il presente si riosservano i secoli trascorsi pensando, erroneamente, che fossero più naturali dei giorni attuali e di conseguenza più giusti.
Da quando l’uomo ha messo piede nel Mondo, il concetto stesso di Natura ha smesso di avere un senso logico
A primo impatto, parlando con amici e conoscenti, se si utilizzano i termini che riportano all’idea di Natura (concetto tanto vasto da aver meritato una Giornata Mondiale da parte dell’ONU) vengono in mente immediatamente boschi, fiumi, mari, montagne ovvero tutti quei paesaggi perfetti per una scarpinata e per passare qualche giorno in trekking. Se si parla di alimenti, invece, si pensa a cibi sani e genuini e qui entra in gioco il più grande paradosso ideologico che l’essere umano possa aver concepito: i cibi ottenuti con tecniche naturali non esistono!
La lista delle cose che erroneamente vengono definite naturali è quasi infinita, per avere un trampolino di lancio incominciamo con il definire i cibi “naturali”. Già il concetto stesso di dieta è artificiale, in quanto è stato studiato ed adattato alle esigenze fisiche o filosofiche dell’individuo e il tutto può essere più o meno giusto, ma assolutamente non può essere definito naturale, poiché c’è stata una macchinazione artificiale volta al benessere antropico. Quindi, quale sarebbe una dieta naturale?
I sostenitori della dieta paleolitica affermano con convinzione che il loro regime alimentare sia il migliore. Vengono eliminati gli alimenti raffinati, i latticini e i cereali, si mangia frutta e verdura di stagione (ma questo avviene in quasi tutte le diete) e si predilige la carne. La dieta è stata pensata e strutturata in base alle abitudini degli uomini paleolitici, per ovvie ragioni individui molto più a contatto di noi con la Natura.
Il problema è che non viene considerato un dato fondamentale: il paleolitico raggiungeva massimo i 30 anni di vita, il moderno invece può spegnere le candeline a tre cifre sulla propria torta di compleanno; inoltre le persone paleolitiche difficilmente mangiavano ogni giorno. L’alimentazione moderna, in special modo quella mediterranea, permette il corretto apporto di tutti i nutrienti che si ripercuote in un allungamento della vita.
La vita è più lunga, ma la domanda resta: quali sono i cibi naturali?
L’agricoltura, infatti, ha sconvolto le leggi della Natura, ma anche in questo caso esse sono state alterate per il benessere umano permettendo agli individui, paleolitici e moderni, di avere sempre a disposizione qualcosa da mangiare e di avere un apporto maggiore di nutrienti, come una stragrande varietà di vitamine, utili alla salute.
Le tecniche di coltivazione, anche quelle che consentono l’ottenimento della certificazione “biologica” stravolgono la Natura, perché permettono a tutti gli individui vegetali di sopravvivere. La mano esperta e attenta dell’uomo pianta il seme nelle migliori condizioni possibili di terreno, ad una distanza adeguata per consentire il corretto sviluppo radicale ed evitare che le radici si “strozzino” e, in aggiunta, che si rubino i nutrienti l’una con l’altra. Il tutto avviene in un ambiente controllato dove si evita la predazione da parte di animali e parassiti, condizione che può avvenire soltanto in un’area artificiale e non naturale.
Queste tecniche, anche se non sono inquinanti, non possono essere definite naturali perché in tali condizioni la pianta dà il seme e se è fortunato germoglia, altrimenti pazienza! Tutti i sistemi di agricoltura, anche quelli totalmente sostenibili, sono totalmente artificiali, lo stesso vale per l’allevamento degli animali.
La selezione artificiale degli individui è all’opposto di quella naturale
Tornando al discorso paesaggistico, invece, gli unici ambienti che possono essere ancora definiti naturali sono quelli estremi dove l’essere umano non può mettere piede, altrimenti muore. I bei boschetti da trekking, per quanto possano sembrare incontaminati dalla mano antropica, presentano lo stesso dei segnali umani e anche molto importanti per evitare di perdersi e venir sbranati dalla fauna del bosco, come cartelli, la segnaletica arborea oppure il classico sentiero battuto.
Solo negli ambienti estremi come il deserto, il ghiacciaio, il vulcano o la giungla è possibile vedere in atto la vera forza della Natura
E’ quasi profetico vedere che dove muore l’uomo, la Natura sorge indisturbata e si può vedere il suo vero volto: la spietatezza. Non è naturale, difatti, avere il proprio cagnolino domestico che salta a comando e mangia le crocchette in una ciotola colorata, ma lo è un serpente che divora delle uova oppure una pianta che si difende dagli erbivori avvelenandoli. Non si può considerare neanche naturale l’estrema longevità degli animali domestici e in cattività in confronto a quelli selvatici; gli anni in prossimità dell’uomo raddoppiano.
Dove c’è morte, lotta e scarse possibilità di sopravvivenza regna sovrana la Natura, mentre dove anche il più debole ha il diritto alla vita c’è l’uomo.
Questo deve essere un importante concetto da tenere a mente, non per screditare la bellezza delle leggi e dei luoghi naturali, ma per capire il vero potenziale umano: proteggere e difendere, sia chi ci è intorno e sia l’ambiente in cui viviamo.
L’uomo infatti ha le capacità per vivere in un posto idilliaco e dare pace e benessere a tutti, dal più forte al più debole, da quello con la migliore fitness darwiniana a quello più svantaggiato. In Natura, infatti, un individuo debole non ha le capacità di sopravvivere e viene eliminato in poco tempo. Il concetto di fitness darwiniana, appunto, indica quanto un animale ha una migliore capacità di sopravvivenza in base alle proprie caratteristiche genetiche. In un ambiente antropico questo concetto viene completamente abolito perché si cerca, almeno in teoria, di dare una possibilità a tutti gli esseri viventi.
La concezione di Natura deve essere completamente sviscerata perché in presenza dell’Homo sapiens non è possibile parlare di leggi naturali. Questo non vuol dire, però, che l’uomo può mettersi al di sopra di essa, ma al contrario, che deve capire il proprio potenziale d’aiuto per proteggere le creature più deboli andando contro le stessi spietate leggi della Natura per dare a tutti il diritto alla vita. L’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, approvata dall’assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua persona”.
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