Vivian Maier (1926-2009): Straight photographer, tata ma anche promotrice dei selfie allo specchio!

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Vivian Maier, fotografa del secondo dopoguerra, ritrasse scene di vita di strada americane, dedicando tutta la sua vita alle sue passioni: la fotografia e i bambini.

vivian maier fotografa
Vivian Maier, Untitled, 1954, New York 40×50 cm ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Se avete voglia di sognare un po’ ad occhi aperti, la storia di Vivian Maier è quello di cui avete bisogno. Questa fotografa scomparsa solo dodici anni fa, ha dedicato la sua vita a ciò che più le piaceva fare. Mentre lavorava per le benestanti e ricche famiglie di New York e Chicago come tata, appena poteva liberava la sua vena creativa nella fotografia, scattando scene di vita in strada.

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Vivian Maier, Untitled

La vicenda di questa donna si lega a quella del giovane ragazzo americano John Maloof, il quale nel 2007, intraprendendo una ricerca sulla città di Chicago, acquistò per soli 380 dollari all’asta il contenuto di un box in cui erano sepolti da anni, centinaia di negativi e rullini da sviluppare della Maier. Da quel momento in poi, John inizia una ricerca insistente per cercare di ricostruire la biografia di questa donna, cercando le testimonianze delle famiglie presso cui lavorava. Tra le varie ricerche scopre che, in un momento di difficoltà economica, si indebitò al punto che gli furono espropriati per legge tutti i suoi beni (le fotografie).

Negli ultimi anni all’artista e fotografa sono state dedicate numerose mostre ed eventi culturali e la sua fama e cresciuta a dismisura, ma la morte non le ha permesso di vivere il suo successo. Apprezzata negli ambienti culturali per la sua vena anticipatrice di quella che sarà poi la vera Street Photography, la Maier è anche una delle fotografe più amate dal pubblico al momento, diventando modello di donna indipendente e romantica. Ma è davvero così?

vivian maier fotografa
Vivian Maier, Untitled, New York, 1954

In realtà della personalità della Maier non sappiamo moltissimo, ma probabilmente doveva essere una donna estremamente riservata, infatti per quanto amasse la fotografia, non tentò mai di emergere in campo artistico con i suoi lavori, anzi, cercava spesso di nasconderli e tenerli per sé, erano per lei come delle piccole visioni private. Un testimone, che la conobbe in vita sostiene che ella affermò:

“Sono una spia, sono la donna del mistero” 

I suoi soggetti preferiti

vivian maier fotografa
Strada, bambini e specchi ricorrono in modo quasi maniacale nelle scene immortalate da Vivian, queste immagini non sono solo scene “reali” delle strade dell’epoca, ma anche volti ed episodi che intercettarono la sua esigenza di scatto. Numerosi sono i volti di bambini in lacrime, proprio come quelli che lei doveva consolare con il lavoro da tata. Quello che si percepisce è che la vita di Vivian, i suoi interessi e le passioni sono tutte nelle sue fotografie.
vivian maier fotografa
Altro soggetto ricorrente è quello degli specchi, Maier fotografa il suo riflesso in ogni specchio che incontra per strada, nelle vetrine dei negozi, nelle case dei ricchi signori per cui lavora. L’esito di questi scatti non può non farci pensare al “selfie allo specchio” cavallo di battaglia sui social nel XXI secolo. Perché lo fa? Era una donna sola, forse non aveva modo di farsi fotografare da qualcun altro e voleva lasciare traccia di se fotografandosi nel suo quotidiano o dietro questo gesto c’era un’ intenzione a mostrare che dietro la macchina c’è sempre un uomo, con le sue intenzioni artistiche? O ancora, voleva esplicitare il suo essere “una spia” del mondo.

Risposte certe non ne abbiamo, Vivian non parlava della sua attività. Quello che conta per noi oggi, però, è poter godere di queste immagini così immersive e sintetiche, documentarie di scene di vita cittadina. Dense di mistero, povertà e simmetrie. Chissà quanti altri fotografi nascosti ci sono, tutti da scoprire!

A presto Cari lettori!

Eleonora Turli

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