Johnny Depp – The Sun: un processo non riabilita l’immagine, semmai danneggia anche la reputazione

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Le vicende di Johnny Depp vista dal punto di vista strettamente giuridico: le conseguenze dei processi (anche) mediatici.

I processi, civili e penali che siano, sviliscono le parti in causa, demoralizzandole sotto tutti gli aspetti. Quando oggetto della pendenza sono fatti privati, ci si spoglia di ogni riservatezza. Tutto ciò che apparteneva alla sfera personale, diventa “cosa di tutti”. Questo soprattutto se ad essere protagonisti del contenzioso sono delle star hollywoodiane, conosciute e amate.

In questi casi, parallelamente al giudizio di un giudice togato, avviene quello mediatico, del popolo. E come ben potete immaginare, se con il primo giudizio si può soccombere e perdere economicamente anche una gran somma di denaro in spese processuali e quant’altro, è il secondo giudizio ad essere più feroce e deleterio. Questo è il caso di Johnny Depp, che da tre anni vede più aule di tribunale che set cinematografici.

La vicenda iniziò quando l’attrice trentaquattrenne Amber Heard – ex moglie di Depp – accusò l’attore dei Pirati dei Caraibi per violenze domestiche in una dichiarazione rilasciata per il Washington Post. In seguito, il tabloid The Sun etichettò Depp come “wife beater” (“picchiatore di mogli”), scatenando non solo l’ira dell’attore, ma anche il licenziamento dello stesso dalla produzione del film Animali Fantastici 3.

Provato dalla negativa risonanza mediatica e professionale che stava avendo la poco edificante descrizione del tabloid, ritenuta dalla difesa di Johnny Depp falsa e irreale, la star hollywoodiana ha deciso di adire l’Alta Corte di Londra – tribunale di primo grado – e ricorrere nei confronti del The Sun e di tutto il suo gruppo editoriale News Group Newspapers per diffamazione, così da scongiurare possibili effetti distruttivi per la sua carriera.

“Non c’è nessuna falsità nella ricostruzione del tabloid The Sun. Depp abusava regolarmente e sistematicamente di sua moglie”, ha tuonato l’avvocato del magazine Sasha Wass durante l’arringa finale; a cui ha prontamente risposto l’avvocato di Depp, David Sharborne, arringando che, con la descrizione della star come “violento” il tabloid “distrugge la sua reputazione e pone fine alla sua carriera a Hollywood”.

Johnny Depp The Sun: un processo non riabilita l’immagine, semmai danneggia anche la reputazione
Johnny Depp con l’ex moglie Amber Heard

La battaglia legale in prima istanza è stata lunga la bellezza di 16 udienze dalle quali sono emersi dettagli macabri degni dei migliori thriller horror cinematografici.

Se per la stampa di tutto il mondo la vicenda giudiziaria sembrava prendere le sembianze di un’appassionante serie tv, dove ogni udienza era attesa come un nuovo episodio da commentare; per gli attori protagonisti non è stato proprio così. Non faticherei a credere che ad un certo punto del processo gli ex coniugi si siano sentiti come dentro un tritacarne, con la loro – per fortuna breve – storia matrimoniale analizzata nei dettagli più crudi.

Vessazioni, violenze, dispetti, sadismo e tanto altro (che in questa sede decido volutamente di risparmiarvi, essendoci tanti, forse troppi, articoli in giro per il web che hanno scavato a fondo sui lugubri eventi protagonisti della storia) hanno fatto da cornice ad una relazione tossica, in cui di tossico non c’erano solo i sentimenti ma anche dipendenze a cui Depp, a detta sua, si è aggrappato per far fronte a problemi di natura economica.

Insomma, nel corso del processo, che rappresenta una delle cause più seguite della storia, sono emersi particolari e retroscena inaspettati che hanno descritto l’unione tra Depp e la Heard come un vero e proprio matrimonio da incubo.

Il 2 novembre 2020 il giudice di prime cure Andrew Nicol ha respinto le richieste da parte di Johnny Depp, dando così ragione al tabloid britannico. In 129 pagine, il giudice dell’Alta Corte di Londra ha sentenziato che “il ricorrente (Johnny Depp) non è riuscito nella sua azione per diffamazione. Gli imputati (il The Sun e News Group Newspapers) hanno dimostrato che ciò che le parole pubblicate nel servizio incriminato erano riconducibili a fatti sostanzialmente veri”.

Nicol ha continuato nella sua motivazione affermando che durante il processo ha potuto riscontrare almeno 12 aggressioni che Depp avrebbe compiuto sulla ex moglie, pertanto la definizione di “picchiatore” non sarebbe diffamatoria. In aggiunta, il giudice di primo grado non ha gradito i termini con cui Depp ha definito nel corso del procedimento la Heard. L’attore aveva accusato la ex di essere una “ricercatrice d’oro”, ma il giudice Nicol ha tenuto a sottolineare che, se l’attrice fosse stata avida, non avrebbe donato in beneficienza i 7 milioni di dollari che aveva ottenuto a seguito del divorzio e della precedente accusa di violenza domestica.

Nulla hanno potuto nemmeno le dichiarazioni rese in corso di causa dalle ex di Depp, Wynona Ryder e Vanessa Paradis (madre dei suoi due figli), chiamate come testi dai legali dell’attore. L’Alta Corte di Londra – chiamata a dirimere il contenzioso nel pieno del movimento MeToo – è stata chiara nel prendere le posizioni a favore del tabloid, nonché dell’attrice e modella Amber Heard, ritenendo giustificati dalle risultanze probatorie i termini utilizzati dal The Sun nei confronti dell’attore ricorrente.

Johnny Depp-The Sun: un processo non riabilita l’immagine, semmai danneggia anche la reputazione

Tuttavia, i legali di Johnny Depp non hanno perso tempo a ricorrere in appello contro la decisione dell’Alta Corte ritenuta “perversa e sconcertante”.

Prima di vedere che fine ha fatto il ricorso promosso dagli avvocati dell’attore, è opportuno chiarire come, nel sistema britannico – a differenza di quello processuale italiano – la possibilità di ricorrere in secondo grado deve passare al vaglio della decisione di un altro giudice. Insomma, vi devono essere dei requisiti necessari per essere ammessi in appello. Ebbene, tali requisiti non sono stati riscontrati dal magistrato che è stato chiamato a giudicare sul caso di specie. Tale impedimento è, ancora una volta, dovuto per mancanza di argomentazioni sufficienti.

Si è consumata così la seconda, e a questo punto, definitiva sconfitta per l’attore statunitense che, per riabilitare la sua immagine, ha finito per schiantare clamorosamente la sua reputazione.

Ma non finisce qui. Johnny Depp, mentre era ancora in corso il processo di primo grado a Londra, ha deciso di avviare l’ennesimo giudizio per diffamazione, proprio contro l’ex moglie Amber Heard. Questa volta la citazione in giudizio è arrivata dinanzi il tribunale di Fairfax, nello stato della Virginia e la richiesta dell’attore è per 50 milioni di dollari per danno all’immagine e alla reputazione di Depp, accusato di violenza domestica. Processo, questo, che era stato fissato per il 7 maggio 2021 ma, a causa covid-19, ha subito uno rinvio importante da parte del giudice Bruce White, il quale ha riassegnato la data della prima udienza all’aprile 2022.

Verosimilmente, il processo negli Stati Uniti non avrà un lieto fine per Johnny Depp, visti i precedenti giudizi in Gran Bretagna. In ogni caso, l’attore, seppur con una reputazione ed una immagine flagellata, ha smobilitato gran parte dei suoi sostenitori che in questi mesi non si sono risparmiati ed hanno manifestato sui social a favore di Depp con l’hashtag #justiceforJohnnyDepp.

Non si sa cosa riserberà il futuro a Johnny Depp, di sicuro proverà a riabilitare la sua immagine ancora una volta in un’aula di tribunale.

Ma ad esser sincera, per la mia seppur breve esperienza, da un contenzioso giudiziario ci si può aspettare una vittoria in termini economici, ma la reputazione e la dignità personale, nonché professionale, è scevra dal giudizio di qualsivoglia grado processuale. È una dimensione parallela alla sfera giuridico-legale, che solo il tempo e la società possono curare e riabilitare. 

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