Woody Allen è considerato uno dei registi più abili a manovrare le fila della realtà e della fantasia, con storie sempre diverse e mai banali.
Nella sua lunga carriera ha vinto ben 4 Oscar, di cui Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura per Io e Annie, Miglior Sceneggiatura per Hannah e le sue sorelle. Artista poliedrico, acclamato e ammirato in tutto il mondo, protagonista di un approfondimento, signori e signore: Woody Allen.
La sua filmografia è talmente ampia che non basterebbe una vita intera per guardare tutti i film di Woody Allen. Noi di Shockwave Magazine abbiamo deciso di focalizzarci su alcune delle pellicole realizzate negli ultimi anni.
Midnight in Paris, 2011
Oscar per la migliore sceneggiatura, i primi 5 minuti sono interamente dedicati ad una serie di immagini simbolo dell’arte parigina, a cui abbiamo dedicato un approfondimento, che potete trovare qui.
Gil (Owen Wilson) è uno sceneggiatore di successo che sente il bisogno di prendersi una pausa dal mondo di Hollywood e fare una sorta di backup, salvare le cose più importanti della sua vita per poi azzerare e ricominciare. Da sempre con un songo nel cassetto, quello di diventare uno scrittore, viene ripetutamente scoraggiato dalla sua fidanzata Inez (Rachel McAdams) e dai suoi amici. Così decide di fare una vacanza a Parigi con la fidanzata, i suoi genitori e un paio di amici di lei incontrati lì per caso.
È vero che il detto sostiene “gli opposti si attraggono” ma in questo caso Gil e Inez sono talmente incompatibili da generare uno stato di malessere nello stesso Gil che vede in Parigi la perfetta via di fuga.
Di giorno cerca di visitare tutto ciò che ha da offrire la città, in particolar modo quei luoghi che hanno visto passare quei personaggi storici a cui si ispira. Una notte Gil sente la necessità di passare del tempo da solo e per caso accetta un passaggio su una macchina d’epoca. Poco dopo si ritrova catapultato improvvisamente nella Parigi degli anni 20, quella che ritiene essere l’epoca d’oro.
Così può incontrare gli scrittori e gli artisti erano di passaggio a Parigi in quell’epoca. Tra i tanti Francis Scott Fitzgerald (Tom Hiddleston si spoglia dei panni di Thor per vestire quelli di uno degli scrittori più acclamati di tutti i tempi) e sua moglie Zelda; Ernest Hemingway pronto a dargli lezioni di scrittura e di vita; Gertrude Stein che si offre di leggere il suo romanzo per dargli preziosi consigli. E poi Salvador Dalì, Picasso, Cole Porter.
E così il giorno lo trascorre nel XXI secolo e la notte nei meravigliosi anni 20, finendo per innamorarsi di Adriana, già amante di pittori del calibro di Picasso e Modigliani. Ma una sera finiscono per essere trasportati nella Belle Époque, la vera età dell’oro secondo Adriana. Così i due amanti si separano.
Gil ritorna nel presente per lasciare Inez e decide di rimanere a Parigi. Qui incontra per la seconda volta Gabrielle, una ragazza parigina conosciuta qualche tempo prima, e la scoperta di avere molte cose in comune gli fa avere di nuovo speranza e fiducia nel presente.
In poche parole, il film gira tutto intorno allo scopo della vita di ognuno, un chiodo fisso a cui spesso non troviamo neanche una vera e propria risposta: trovare la propria strada e la persona giusta con cui condividere il proprio percorso.
Soffermiamoci un attimo anche sulla sindrome dell’epoca d’oro, che si basa sull’idea errata che un diverso periodo sia migliore di quello in cui viviamo. Spesso ci chiediamo cosa ci riservi il futuro, e a volte ci ritroviamo ad essere insoddisfatti del presente. E così cominciamo ad idolatrare il passato e a rifugiarci in esso. L’avete mai provata? In quale epoca vorreste aver vissuto?
To Rome with Love, 2012
Il film inizia con i titoli di apertura ed un sottofondo che già parla da sé: Volare di Modugno. Un vigile se ne sta immobile a dirigere il traffico della capitale proprio davanti l’Altare della Patria. E così mentre tutto intorno a lui si muove, lui resta fermo e assiste a storie che nascono e s’intrecciano.
Michelangelo (Flavio Parenti) è un avvocato romano doc, che incontra una giovane turista americana originaria di New York, dove lui va spesso per lavoro, Hayley (Alison Pill), proprio come nei libri romantici. I genitori di lei arrivano in città per conoscere il fidanzato: la madre Phyllis (Judy Davis) è una psichiatra, mentre suo padre Jerry (Woody Allen) è un ex produttore discografico ormai in pensione, a cui associa un senso di morte e a cui trova una via di fuga quando si accorge della potente ed incredibile voce del futuro consuocero Giancarlo (Fabio Armiliato) che dà il meglio di sé sotto la doccia.
John (Alec Baldwin) è un famoso architetto americano che si ritrova a Roma a conclusione di una vacanza. Non gli piace però fare il turista, anzi preferisce perdersi tra i vicoli della capitale, e così per caso incontra Jack (Jesse Eisenberg), un giovane studente di architettura. Si lascia coinvolgere dalle vicende del ragazzo in cui si rispecchia e a cui dispensa consigli adesso che vede tutto più chiaramente.
Le cose si complicano quando a Roma arriva la migliore amica della fidanzata, Monica (Ellen Page) che riesce a far cadere gli uomini ai suoi piedi ma che esagera un po’ nel manifestare una conoscenza culturale ampia. Jack tenta di non invaghirsi di lei, senza successo. Così Jack è pronto a lasciare la sua fidanzata quando Monica riceve un’offerta di lavoro per un film che dovrà girare tra Los Angeles e Tokyo e così tra i due l’attrazione si spegne, e Jack realizza di essersi salvato dal commettere un errore enorme.
Antonio (Alessandro Tiberi) e Milly (Alessandra Mastronardi) sono una giovane coppia di innamorati. Entrambi lavorano a Pordenone, ma decidono di fare una specie di luna di miele a Roma sperando di potersi trasferire. Prima di incontrare i parenti di lui che potrebbero offrigli un incarico importante, Milly si perde per le strade della capitale alla ricerca di un parrucchiere che la renda presentabile e non riuscendo più a trovare la strada, finisce per ritrovarsi sul set cinematografico con i suoi attori preferiti.
Visibilmente attratta da uno di loro, Luca Salta (Antonio Albanese) è in procinto di andarci a letto ma vengono aggrediti da un ladro nella camera d’albergo. Date le circostanze finisce per tradire il marito con un criminale. Intanto Antonio si ritrova a dover incontrare i parenti in mancanza della moglie, ma una escort di nome Anna (Penelope Cruz) si presenta in camera sua e così per un malinteso è costretto a spacciarla per Milly. Finiscono poi anche per avere un rapporto sessuale. Una volta che i due coniugi si trovano, il doppio tradimento sembra aver donato alla coppia una nuova armonia.
Leopoldo Pisanello (Roberto Benigni) è un comune lavoratore, appartenente al ceto medio, affidabile e prevedibile. Un giorno, senza alcun motivo, si trova nel mirino della scena mediatica, senza un attimo di pace dai fotografi. Quando però l’attenzione dei media si sposta su un’altra persona normale, all’inizio Pisanello sembra sollevato all’idea di essersi liberato di un peso, ma una volta in strada non lo riconosce più nessuno e si accorge che la notorietà gli manca.
Blue Jasmine, 2013
Il film vede protagonista Cate Blanchett in un’interpretazione davvero straordinaria, per cui si è aggiudicata l’Oscar come miglior attrice protagonista.
Jasmine (Blanchett) è una donna che soffre di problemi psicologici e che si trova a dover affrontare un radicale cambiamento nella sua vita dopo che tutto il suo mondo è andato in pezzi, a seguito della fine del matrimonio col marito Hal (Alec Baldwin).
Da New York si trasferisce a San Francisco dopo aver denunciato suo marito che era diventato un ricco uomo d’affari truffando la gente. La sua frode finanziaria lo ha portato al suicidio, ma ha avuto conseguenze anche sulla vita di Jasmine che è stata costretta a rivendere tutto e ad abbandonare la vita agiata che conduceva.
A San Francisco è ospite di sua sorella Ginger il suo esatto opposto. Avendo perso tutto, Jasmine è decisa a tentare la carriera di arredatrice d’interni ma per farlo deve prima imparare ad usare il computer. Così per pagarsi le lezioni d’informatica, accetta di lavorare come segreteria in uno studio dentistico ma dopo delle avance troppo spinte da parte del dentista decide di lasciare il lavoro.
Intanto una sua amica la invita ad una festa, a cui Jasmine va accompagnata dalla sorella e dove entrambe conoscono un potenziale nuovo amore. Ginger intavola una relazione con un uomo di nome Alan che poi scoprirà di essere sposato, mentre Jasmine conosce Dwight, un ricco diplomatico che ha da poco perso la moglie e a cui Jasmine mente nascondendogli quanto accaduto con il suo ex marito.
Tra i due scoppia la scintilla e Dwight è deciso a rendere il fidanzamento ufficiale. Un giorno, diretti verso la gioielleria per scegliere l’anello, Jasmine e Dwight incontrano l’ex marito della sorella di lei, a cui Hal aveva rubato tutti i soldi e che per la rabbia nei suoi confronti rivela tutto al futuro marito.
Quest’ultimo, furioso, rompe subito il fidanzamento ferito dalle sue bugie. Così Jasmine si reca da Danny, il figlio di Hal, per chiedergli aiuto ma quest’ultimo la incolpa di avergli rovinato la vita per aver deciso di denunciare suo padre solo per ripicca dove aver scoperto i suoi innumerevoli tradimenti.
Tornata a casa dalla sorella, le due hanno un pesante litigio, così Jasmine si ritrova sola e senza nessun posto dove andare.
Magic in the Moonlight, 2014.
E già il titolo di per sé è molto evocativo. Il film è stato screditato per una trama troppo leggera e frivola, al contrario degli attori protagonisti che hanno dato prova di un’eccellente interpretazione.
Il protagonista è, interpretato dal magistrale Colin Firth, un illusionista che grazie ai suoi spettacoli di magia ha raggiunto la fama in tutto il mondo. Proprio alla fine di un suo spettacolo a Berlino, un suo Stanley Crawford caro amico Howard Burkan (Simon McBurney) lo recluta per smascherare una presunta giovane medium americana in viaggio in Europa, ospite presso alcuni amici di Howard.
Stanley è un uomo razionale, altezzoso, esperto nell’esporre le cattive intenzioni di chi finge di praticare l’occulto. Non può quindi rifiutare l’offerta.
I due quindi si recano nel sud della Francia, dove Stanley incontra la tanto acclamata Sophie Baker, interpretata da Emma Stone, che nel frattempo con i suoi trucchi ha già conquistato il cuore del giovane erede della famiglia e di sua madre. Stanley si focalizza nell’intento di smascherarla cercando di fare uscire allo scoperto le sue vere intenzioni, così i due passano sempre più tempo insieme. Finché lo stesso Stanley non comincia a credere che il suo dono possa essere effettivamente reale, tanto da distruggere la sua reputazione presentandola alla stampa.
Sophie porta così la gioia di vivere nella vita di Stanley, che si vede costretto a riconsiderare tutto ciò di cui era fermamente convinto fino ad ora.
Un giorno però tornato a casa dopo una giornata sfiancante, con un suo trucco, scopre che in realtà i suoi poteri effettivamente non esistono. Ma ciò che è sorprendente è che la mente del piano volto ad ingannarlo si rivela essere lo stesso Howard, invidioso della sua fama e stanco di vivere nella sua ombra.
Si rivela quindi uno scherzo di cattivo gusto ben congegnato. Dopotutto, Stanley ha sempre avuto ragione.
Nonostante quindi la sua reputazione sia irrimediabilmente compromessa, tra Stanley e Sophie è nato un sentimento troppo forte e ormai innegabile.
Cafè Society, 2016
Phil Stern (Steve Carell) è un famoso agente cinematografico, anima della festa e degli incontri con l’élite di Los Angeles.
Suo nipote Bobby (Jesse Eisenberg) lascia l’oreficeria di famiglia nel Bronx per arrivare ad Hollywood, sperando di rifarsi una vita lì.
Dopo una lunga, lunghissima attesa durata giorni, anzi settimane finalmente lo zio Phil lo riceve e gli assegna insignificanti commissioni. Affida poi alla sua segretaria Vonnie (Kristen Stewart) di fargli fare un tour delle attrazioni della città e per Bobby è amore a prima vista. Adorabile, con i piedi per terra e non corrotta dai valori di una città seducente che misura tutto con la fama e il record degli incassi. Così aspetta con ansia ogni fine settimana per rivederla, inconsapevole del fatto che lei sia fidanzata: è infatti l’amante dello stesso zio Phil.
Quest’ultimo è protagonista di un continuo cambiare idea: prima illude Vonnie dicendole di voler lasciare la moglie, poi che non può buttare al vento 25 anni di matrimonio. Ed è qui che entra in gioco il nipote Bobby e ruba il cuore della dolce segretaria.
Bobby è in realtà la vittima di questo triangolo amoroso: rivela allo zio di voler fare ritorno a New York e di voler portare con sé Vonnie con l’intento di sposarla. Poi parla con Vonnie raccontandole dell’incontro con lo zio, dilaniato dai problemi di cuore e della sua intenzione di lasciare sua moglie. Finché un giorno, prima di partire per New York, trova la lettera di Rodolfo Valentino, pegno d’amore di Vonnie, nello studio dello zio.
Cosi chiede a Vonnie di fare una scelta tra lui, ragazzino che la adora e la venera e suo zio, dinamico uomo di potere. Vonnie sceglie di sposare quest’ultimo. Così Bobby torna a casa a mani vuote e inizia a lavorare nel night club del fratello. Comincia a farsi strada da solo nella Cafè Society e a guadagnarsi una certa fama. Una sera, proprio al locale, incontra una donna dalla bellezza disarmante di nome Veronica (Blake Lively) che diventerà presto sua moglie e da cui avrà due figli.
Una sera però suo zio e la sua ex piombano nel suo locale incuriositi dal successo del night club e Bobby vede in Vonnie un cambiamento drastico. È infatti diventata tutto ciò che un tempo detestava.
Una volta però che i due tornano ognuno alle proprie vite, la notte di Capodanno immaginano di voler trascorrere quel momento l’uno con l’altro.
Il filo conduttore a tutti i film è sicuramente la capacità dell’arte di Woody Allen, che riesce a farci sognare ad occhi aperti e a trasportarci in atmosfere magiche di altri tempi.
Un giorno di pioggia a New York, 2019
È forse il mio film preferito di Woody Allen, almeno tra quelli che ho visto finora. New York è magica, persino più di Parigi, se fosse possibile.
“Si dice una cosa di New York. O sei qui, o non sei da nessuna parte.”
È una delle frasi pronunciate dal protagonista Gatsby Welles, interpretato da Timothée Chalamet, appena dopo il suo ritorno a New York. Gatsby è infatti originario della Grande Mela ma studia nel college di un’altra città dove ha incontrato la sua attuale fidanzata, Ashleigh (Elle Fanning). È proprio lei il motivo per cui è tornato nella metropoli: deve infatti intervistare un famoso regista per il giornale del college così Gatsby è entusiasta all’idea di organizzare un tour lungo i suoi posti preferiti.
I suoi piani andranno in fumo quando Ashleigh si troverà coinvolta nella vita personale del regista che sta attraversando un periodo di crisi esistenziale ed artistica e lo abbandonerà a fare i conti con la sua famiglia con cui ha un rapporto conflittuale. Anche se una scoperta inaspettata ribalterà la situazione. Nel frattempo, Gatsby incontrerà alcune sue vecchie conoscenze tra cui Shannon (Selena Gomez), la sorella della sua ex. I due condividono l’amore per New York e per le giornate di pioggia.
“Che piani hai per il futuro? Brancolo nel buio. Non so cosa voglio diventare, so solo cosa non voglio diventare. È così terribile?”
Gatsby ha una forte passione per il gioco d’azzardo ma non ha ancora deciso cosa fare nella vita. Al contrario di Ashleigh che ha ben chiaro cosa vuole dalla vita e sa cogliere un’opportunità al volo.
Una volta concluse le sue avventure, Ashleigh racconta tutto a Gatsby. Poco dopo i due si recano a fare un giro in carrozza a Central Park e Gatsby ha una sorta d’illuminazione. Lei ed Ashleigh non sono compatibili, lui ama la metropoli e la pioggia, mentre Ashleigh la vita di provincia. Così la abbandona sulla carrozza dicendole che non tornerà al college con lei. Poi si reca all’orologio dello zoo di Central Park, dove spera di incontrare Shannon. Così infatti accade e tra i due scatta un romantico bacio, che lascia intendere come tra i due le cose riusciranno a funzionare.
Leggi anche
- Libera, tra rispetto della legge e desiderio di vendetta - Novembre 18, 2024
- Dal cinema alla fotografia: il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore si racconta - Novembre 12, 2024
- Il tempo che ci vuole: la lettera d’amore di Francesca Comencini al padre Luigi e alla Settima Arte - Ottobre 5, 2024
1 commento su “Woody Allen – 85 anni del regista di altri tempi”
I commenti sono chiusi.