In occasione del 60° anniversario della sua fondazione, Lamborghini – The Man Behind The Legend porta sullo schermo la vita dello storico fondatore della casa automobilistica omonima, dagli inizi come modesto costruttore di trattori alla nota rivalità con Enzo Ferrari, e la storia dell’Italia degli anni ’50 desiderosa di riscatto dopo le ferite inferte dalla seconda guerra mondiale.
Scritto e diretto dal premio Oscar Bobby Moresco, Lamborghini – The Man Behind The Legend è stato presentato in anteprima lo scorso anno alla Festa del Cinema di Roma ed è liberamente ispirato a “Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale“, uno dei libri scritti dal figlio di Ferruccio, Tonino Lamborghini.
Ferruccio Lamborghini, l’uomo dietro la leggenda
Non è impossibile fare quello di cui parlo. Il sole sorge e tramonta per la maggior parte degli uomini e poi muoiono. Ma il nome di alcuni uomini, grandi uomini, viene ricordato in eterno.
Ferruccio Lamborghini in Lamborghini – The Man Behind The Legend.
La storia di chi è riuscito a vivere appieno la sua vita, che è riuscito a realizzare tutto quello che desiderava fare, non senza rinunce e sacrifici è riassunta in tre capitoli: i sogni, i successi, i momenti di crisi. In Lamborghini – The Man Behind The Legend c’è tutto, anche se per raccontare una vita intera non sono sufficienti novanta minuti.
Cento, 1946. La seconda guerra mondiale è finita e Ferruccio torna a casa con l’intenzione di abbandonare la tradizione familiare dell’agricoltore per intraprendere la strada dell’imprenditore nella produzione di trattori.
Cresciuto con il motto “un uomo che non ha debiti non ha motivo di lavorare” e consapevole delle sue doti meccaniche, Ferruccio inizia a comprare veicoli in disuso per trasformarli in macchine agricole e partecipa alla Motor Valley nella speranza di farsi notare. La sua presunzione però lo porta fuori strada rischiando così di compromettere
Forte del sostegno economico di suo padre e del conforto di sua moglie Clelia Monti, interpretata da Hannah van der Westhuysen (Stella in Fate – The Winx Saga), Ferruccio si rimette presto in carreggiata. Nel 1947 Clelia morirà dando alla luce Tonino: Ferruccio è travolto dal dolore, dalla rabbia, dalla frustrazione e dai sensi di colpa per non esserle stato accanto. Non può far altro che aggrapparsi al suo sogno e cercare di voltare pagina.
Nel 1948 si lega sentimentalmente ad Annita Borgatti e fonda la Lamborghini Trattori, diventando in poco tempo leader nella costruzione di macchine agricole e ampliando la produzione a condizionatori e caldaie. L’idea di inserirsi nel mercato delle auto di lusso nasce a seguito di una discussione con lo stesso Ferrari: Ferruccio possedeva numerose automobili sportive tra cui due Rosse. Aveva però notato che la frizione che si era rotta più di una volta era la stessa che usava per i suoi trattori. Nasce così la Lamborghini Automobili. Seguono gli anni del successo: prima con la Lamborghini 350Gt, poi con la Miura, definita “l’auto più bella mai realizzata”.
Negli anni Settanta gli scioperi, l’aumento del prezzo del petrolio e le restrizioni governative danno il colpo di grazia a un’industria già in ginocchio. Persino Ferruccio, che aveva negoziato personalmente i contratti dei suoi operai, non riesce a sottrarsi alla crisi e si vede costretto a cedere la sua azienda. Si ritira nel suo vigneto in Umbria, là dove tramonta il sole.
Cosa impedisce a Lamborghini – The Man Behind The Legenddi sfrecciare sulla pista
Sono pochi i casi in cui Hollywood si è interessata a celebrare sul grande schermo la storia di un mito italiano. Mi viene da pensare ad Adam Driver e alla sua interpretazione di Maurizio Gucci nel biopic di Ridley Scott che, per rimanere in tema motori, sarà anche il protagonista di Ferrari, il nuovo film di Michael Mann prossimamente in arrivo nelle sale.
In Lamborghini – The Man Behind The Legend, oltre al cameo di Clementino, sono poche le presenze italiane degne di nota: Romano Reggiani, reduce dal successo di Il nostro Generale), che interpreta il giovane Ferruccio, e Fortunato Cerlino (Gomorra, Fino all’ultimo battito) nei panni di Antonio, il padre di Ferruccio.
Sarebbe stato più coerente lasciare che a raccontare il sogno italiano fino alla fine fosse, appunto, un italiano, come in Le Mans ‘66 quando a prestare il volto ad Enzo Ferrari è stato un eccezionale Remo Girone. Anche perché Frank Grillo, che siamo abituati a vedere in ruoli marginali come quello dell’agente Rumlow / Crossbones nella saga dell’infinito del Marvel Cinematic Universe, fa fatica a reggere sulle proprie spalle il peso di un visionario audace che ha segnato un’epoca, restituendo un’interpretazione piatta, superficiale, monotona. Un’occasione mancata.
Ciliegina sulla torta, a penalizzare Lamborghini – The Man Behind The Legend sono alcune inesattezze storiche che in generale non mancano nei film biografici, persino Le Mans ’66 e Rush non fanno eccezione, ma che in questo caso pesano sulla visione d’insieme.
Prima fra tutte il merito assegnato a Lamborghini per aver disegnato la Miura, primo grande successo della casa automobilistica, che in realtà è stata progettata da Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani e disegnata da Marcello Gandini. Per di più, la gara tra la Countach di Lamborghini e la Mondial di Ferrari dobbiamo pensare che sia frutto dell’immaginazione di Ferruccio, perché la Rossa è un modello che risale al 1980, e Lamborghini lasciò la guida dell’azienda nel 1973… Ciononostante, a una settimana dall’uscita sulla piattaforma, la pellicola è ancora al primo posto tra i contenuti più visti su Prime Video.
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Aggiungiamo che l’accento dei doppiatori non è decisamente emiliano…noi della zona siamo rimasti tutti a bocca aperta quando hanno iniziato a parlare sia il padre che Ferruccio…
Sinonimo dell’italianità mancata.