Thruppi è l’album nato dall’incontro musicale di Giovanni Truppi e i Thru Collected. Il disco, composto da sette tracce, esce per Island Rercords.
Da un lato Giovanni Truppi, uno dei cantautori più originali della scena italiana, non solo indipendente. Le sue performance sanremesi, infatti, lo hanno fatto conoscere anche al grande pubblico. Il suo stile eclettico album dopo album ha trovato una quadra che ha ammorbidito certi spigoli metrici e sonori portandolo a pubblicare album sempre più intensi e lirici.
Dall’altro i Thru Collected, collettivo di musicisti partenopei formato da Specchiopaura, SANO, Altea e Alice Triunfo, molto giovani ma già molto affermati nella scena indipendente italiana. Non si contano le riviste che hanno messo i dischi del collettivo tra i lavori più interessanti degli ultimi anni. Nell’ultimo disco di Francesco di Bella troviamo la collaborazione con Alice nel singolo di lancio del disco, e anche i 99 posse in un podcast hanno dichiarato che sarebbero molto interessati a collaborare col collettivo.
Dall’incontro tra questi due mendi è nato l’album Thruppi, una sintesi musicale tra le sperimentazioni dei testi di Truppi e l’universo sonoro dei Thru Collected. Basta ascoltare Buianotte, il singolo che ha lanciato questo progetto, per capire come i due universi si siano contaminati alla perfezione. Come se gli incastri fossero già lì, bastava solo avvicinarsi.
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L’album è una sorta di viaggio all’interno della città di Napoli. Posto che ha dato i natali sia a Giovanni Truppi che poi nel corso del tempo se ne è allontanato solo fisicamente, che ai vari componenti dei Thru Collected. Un disco che parla del tempo, dei corpi, delle ferite e della possibilità di dire la verità anche quando fa male. Racconta una realtà tangibile, pura nella sua semplicità. Per questo, forse, nella cover dell’album tutti sono fotografati di schiena: è chiudendo gli occhi, lasciando andare i riferimenti precostituiti e le apparenze, che si vede davvero.
Brani come Napoli città di morte, sono dei veri gioielli. Un modo di mescolare la narrazione propria delle canzoni di Giovanni Truppi, con la spinta propulsiva della musica di specchiopaura. Un racconto a due voci, in cui ogni voce ha il suo timbro sia musicale che narrativo che riporta con la mente a una rivisitazione de Il nuotatore di Cheever. Allo stesso modo Denti perfetti ci racconta una realtà borghese che segna la distanza dalla vita della strada, uno sguardo su una fetta della società che ai suoi figli dà consigli per crescere ma bugie per farli stare meglio.
Un progetto che è più della somma delle parti che lo compongono, dove nessun prende il sopravvento sugli altri e le esperienze e le influenze di tutti i componenti convivono insieme. I testi, scritti a quattro o sei mani, intrecciano italiano e napoletano e riescono ad afferrare l’infinitamente piccolo rendendolo immediato, dirompente, a tratti schiacciante. Le canzoni sono racconti di passaggi e di trasformazioni: il desiderio, l’adolescenza che si spegne, il disincanto di una generazione, la morte, la memoria, l’amore che muta, la solitudine e la ricerca di sé e di un posto nel mondo.
Non è semplice trovare un amalgama quando si uniscono percorsi così, apparentemente, diversi tra loro. Invece in Thruppi troviamo una realtà nuova, che prescinde le anime singole dei suoi componenti, la musica che ne viene fuori è una bussola all’interno delle nostre anime perse nelle periferie di città capaci di fagocitare le nostre individualità. L’album raccoglie le nostre emozioni a brandelli e le ricuce insieme, il quadro che ne esce fuori è un’immagine nuova di noi stessi tenuta insieme dalle cicatrici che restano in evidenza.
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