Eccomi qui a raccontare la notte più lunga dell’anno, quella dei Premi Oscar 2020 che, nonostante arrivi dopo la settimana sanremese, per me ha un fascino indicibile che mi porta a seguirla (e commentarla) nonostante la stanchezza
Ore 2.00, puntualissimi come sempre, inizia ufficialmente la lunga Notte della cerimonia degli Oscar 2020. La performance di apertura è affidata a Janelle Monae che viene accolta da una calorosa standing ovation da tutto il Dolby Theatre di Los Angeles. Tra le curiosità da sottolineare ce n’è una che riguarda Natalie Portman che, durante la sua sfilata sul red carpet, ha dichiarato di aver indossato un cappotto con sopra ricamati i nomi delle registe “snobbate” quest’anno alle nomination degli Oscar: Lorene Scafaria, Lulu Wang, Greta Gerwig, Marielle Heller, Melina Matsoukas, Alma Har’el, Céline Sciamma e Mati Diop.
La presentazione del primo premio viene affidata a Regina King, vincitrice dell’Oscar lo scorso anno per Se la strada potesse parlare, che annuncia il Miglior Attore Non Protagonista del 2020. A vincere, come da pronostico, è Brad Pitt, alla quarta nomination nella sua carriera ma alla sua prima vittoria come performer. Prima di salire sul placo, Brad ha abbracciato il collega di set Leonardo DiCaprio, e poi ha dedicato il trionfo ai figli. Poi Mandy Kaling annuncia le nomination al Miglior Film d’Animazione del 2020 e a vincere è Toy Story 4. Il premio Oscar 2020 al Miglior Corto Animato invece va a Hair Love, prodotto grazie a un crowdfunding su Kickstarter e arrivato nei cinema americani insieme al sequel di Angry Birds.
Dopo appena mezz’ora di cerimonia, arriva la prima performance ufficiale: Into the unknown di Frozen II – Il segreto di Arendelle, interpretato da una bravissima Idina Menzel e da diverse doppiatrici di Elsa sparse in tutto il mondo. La premiazione continua e Diane Keaton e Keanu Reeves presentano il premio alla Miglior Sceneggiatura Originale. A vincere è Parasite, l’acclamatissimo film di Bong Joon Ho. Si tratta della prima volta che l’Academy Award va ad una pellicola sud coreana: era dagli anni ’60 che un film in lingua non-inglese non si aggiudicava la statuetta. Natalie Portman e Timothèe Chalamet presentano, invece, il premio alla Miglior Sceneggiatura Non Originale. Come prevedibile la statuetta è andata a Jojo Rabbit di Taika Waititi. Il Miglior Cortometraggio va invece a The Neighbors’ Window.
Maya Rudolph e Kristen Wiig, dopo una gag divertente in cui hanno riportato un vero e proprio provino in un ruolo drammatico, hanno presentato il premio per la Migliore Scenografia: a trionfare è C’era una volta a… Hollywood di Tarantino, decretando la prima vittoria per Barbara Ling e Nancy Haigh. Per presentare il premio ai Miglior Costumi, Maya e Kristen si esibiscono nuovamente in un piccolo numero musicale. Ad aggiudicarsi il premio è Piccole Donne, regalando la seconda vittoria a Jacqueline Durran.
Alle 3.02 arriva la seconda esibizione con Chrissy Metz che interpreta I’m standing with you, tratta da Atto di fede e scritta da Dianne Warren. La premiazione continua con Mark Ruffalo che presenta il premio Oscar al Miglior Documentario. L’Academy Award viene consegnato ad American Factory. Mentre il Miglior Cortometraggio Documentario viene assegnato a Learning to skateboard in a war zone. Mahershala Ali introduce il premio Oscar alla Migliore Attrice Non Protagonista. La statuetta non va ahimé a Scarlett Johansson ma a Laura Dern per la sua straordinaria performance in Storia di un matrimonio.
Sul palco del Kodak Theatre Eminem sale sul palco esibendosi con Lose Yourself – per noi italiani è un’esibizione che sicuramente ci strappa il sorriso visto che la base del brano è stata ripreso da Diletta Leotta durante l’ultima serata del Festival di Sanremo per cantare “Ciuri Ciuri” – che fa parte della colonna sonora di 8 Mile, il film del 2002 liberamente ispirato alla vita del rapper, e che ha vinto l’Oscar nel 2003, battendo Chicago, Gangs of New York, Frida e La famiglia della giungla. Salma Hayek e Oscar Isaacs presentano il premio per il Miglior Montaggio Sonoro, che va a Le Mans ’66 – La grande sfida, che si aggiudica il primo Academy Award della serata. Il Miglior Mixing Sonoro, invece, va all’apprezzatissimo 1917.
Randy Newman sale sul palco per esibirsi in I Can’t Let You Throw Yourself Away, colonna sonora di Toy Story 4. Julie Louis-Dreyfus e Will Farrell presentano poi il premio alla Miglior Fotografia e a portarselo a casa è 1917. Al Miglior Montaggio trionfa a sorpresa Le Mans ’66 – La grande sfida!. Alle 4.05, Zazie Beetz introduce sul palco Cynthia Erivo e la sua performance molto intensa di Stand Up, tratta dal film Harriet. Al termine James Corden e Rebel Wilson entrano sul palco travestiti da gatti, con riferimento al flop di Cats, per consegnare il premio ai Migliori Effetti Speciali. A vincere il premio super tecnico è 1917, secondo Oscar su due nomination per Guillaume Rocheron.
Sandra Oh presenta l’Oscar per il Miglior Trucco. Tra Bombshell, Joker, Judy, Maleficent 2 e 1917, a tornare a casa con il premio è Bombshell – La voce dello scandalo grazie al makeup artist Kazu Hiro. Penelope Cruz introduce il premio al Miglior Film Straniero degli Oscar 2020. A vincere, come da pronostico, è Parasite, che si aggiudica il suo secondo Academy Award della serata. Alle 4.30 è la volta di Elton John per la sua performance per I’m gonna love me again, la canzone candidata all’Oscar come Miglior Canzone Originale tratta dalla colonna sonora di Rocketman.
Sigourney Weaver, Gal Gadot e Brie Larson salgono sul palco per presentare la Migliore Colonna Sonora del 2020, affermando che “tutte le donne sono dei supereroi” e che per la prima volta ci sarà una direttrice d’orchestra per “riassumere” le Migliori Soundtrack dell’anno. Ad avere la meglio è Joker. L’islandese Hildur Guðnadóttir vince la sua prima statuetta alla sua prima nomination. Per quanto riguarda la Migliore Canzone Originale, la statuetta va ad Elton John per I’m gonna love me again, il secondo Oscar su quattro nomination per il Baronetto della musica rock.
Spike Lee sale sul palco indossando una giacca per omaggiare Kobe Bryant, porta uno dei premi più pesanti della serata, quello alla Miglior Regia del 2020. A trionfare a grande sorpresa è Bong Joon-ho, autore di Parasite, il film che sta sorprendendo l’Academy e tutti i cinefili in giro per il mondo. Appena salito sul palco, Joon-ho ha dichiarato: “Pensavo di aver finito col Miglior Film Straniero, ormai mi ero rilassato!”. Bellissimo l’omaggio a Martin Scorsese e la naturale standing ovation del pubblico.
Steven Spielberg sale sul palco per presentare il segmento In Memoriam, che ricorda tutti i nomi venuti a mancare nell’anno appena passato. Ad accompagnare le toccanti immagini c’è Billie Eilish sulle note emozionanti di Yesterday. Il primo volto a comparire è stato quello di Kobe Bryant. Alle ore 5.05 arriva sul palco degli Oscar 2020 Olivia Colman, splendida regina in La Favorita e attualmente nei panni de la Regina Elisabetta in The Crown, per presentare il vincitore come Miglior Attore Protagonista. Appena arrivata sul palco ha detto, tra l’iralità del pubblico, che la notte dopo aver vinto l’Academy Award è stata la migliore tra lei e suo marito, e che avendo fretta di tornare al bar, dirà semplicemente chi ha vinto il premio. Così chiama Joaquin Phoenix per la sua devastante performance in Joker.
Rami Malek, indimenticabile vincitore nel 2019 con Bohemian Rhapsody, presenta il premio alla Miglior Attrice Protagonista. L’Oscar 2020 va a Renée Zellweger per Judy. Per l’attrice americana è il secondo Academy Award dopo quello del 2004 per Ritorno a Cold Mountain come Miglior Attrice Non Protagonista. Premio ampiamente previsto per un ruolo molto emozionante, in cui a cantare è stata proprio la Zellweger con la sua voce.
Alle 5.25 sale sul palco Jane Fonda in splendida forma che si prende la sua standing ovation. L’attrice presenta il premio più atteso della serata, quello al Miglior Film. L’Oscar 2020 viene consegnato a sorpresa a Parasite, prima pellicola in lingua straniera a trionfare in questa categoria. Il film coreano straccia la concorrenza del favoritissimo 1917 e quella di Quentin Tarantino, stravincendo l’edizione 2020 ed entrando nella storia degli Academy Awards.
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