Fedeltà è una serie Netflix del 2022 con protagonista Michele Riondino e Lucrezia Guidone, tratta da romanzo di Marco Missiroli.
Siete la coppia migliore che conosco…
Insieme da cinque anni Carlo e Margherita sono davvero una coppia innamorata, complice ed affiatata. Ma anche la più bella storia d’amore ha le sue ombre.
Lui, docente all’Università e scrittore, fa fatica a completare la stesura del secondo romanzo, anche perché sotto pressione per le aspettative della sua famiglia e in particolare per il giudizio del padre; lei è un architetto che però sceglie il meno impegnativo lavoro di agente immobiliare per dare maggiore priorità alla carriera del marito. Questi piccoli malesseri sembrano potersi risolvere grazie al loro amore e al progetto comune di comprare la casa dei sogni di Margherita.
I problemi iniziano quando Carlo viene visto nel bagno dell’Università in quello che sembra un atteggiamento intimo con una studentessa del suo corso di scrittura, Sofia. Il giovane professore sostiene di aver solo aiutato la ragazza, che in effetti aveva avuto un attacco di panico. Nasconde però, forse soprattutto a se stesso, di provare attrazione per la sua bellissima allieva.
Vero o non vero l’episodio istilla un dubbio in Margherita, che entra in crisi e che da una parte inizia a subire sempre di più il fascino e la personalità del suo magnetico fisioterapista Andrea, dall’altra si sente sempre più frustata per aver messo da parte sogni ed ambizioni. Da questo momento in poi i nostri coniugi di Fedeltà vivranno una crisi che li porterà a mettere in discussione se stessi e di conseguenza il loro rapporto.
Il merito fondamentale della serie tv Fedeltà in sei episodi targata Netflix e tratta dal romanzo omonimo di Marco Missiroli (vincitore del Premio Strega Giovani nel 2019) è quello di cercare di esplorare le ragioni che possono portare al tradimento o comunque causare una crisi profonda. Ne emerge che, aldilà delle tentazioni che ci circondano (come il fascino dell’altro o della diversione), una causa importante è sempre la mancanza di comunicazione, il non detto.
Ma soprattutto il “reprimersi”, il doversi sacrificarsi a tutti i costi. La verità è che non siamo più (per fortuna) negli Anni Cinquanta, dove (soprattutto le donne) dovevano annullarsi. Oggi abbiamo capito, anche se spesso siamo costretti a doverlo ribadire con forza, che la serenità individuale e quella di coppia, passa per l’affermazione di sé stessi.
Dal punto di vista tecnico, Fedeltà è un’opera fatta benissimo.
Veloce ed avvincente grazie alla regia dinamica di Andrea Molaioli (La ragazza nella nebbia, Bella da morire) e Stefano Cipani (Mio fratello rincorre i dinosauri), notevole per quanto riguarda l’introspezione psicologica dei personaggi, grazie alle interpretazioni decisamente di livello degli attori, in particolare Lucrezia Guidone (Luna Nera, Summertime) che riesce a rendere alla perfezione il ritratto di una donna di oggi, in bilico tra la famiglia e l’appagamento di sé, e Michele Riondino (Dieci Inverni, Il Giovane Favoloso, Il Giovane Montalbano), bravo nel caratterizzare l’uomo tra i trenta e i quaranta anni di oggi; con aspirazioni e desideri, ma bloccato da dubbi, retaggi familiari e ovviamente dalle difficoltà della vita di oggi.
Bellissimo il finale aperto di Fedeltà, che ci fa intravedere diverse possibilità, ma che soprattutto ci mostra una Margherita e un Carlo maturati, più consapevoli di loro stessi e del loro legame.
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