Finalmente è arrivato il momento di riprenderci tutto quello che è nostro, di tornare ai concerti. Quest’estate Marco Mengoni sarà protagonista del suo primo tour negli stadi e per ingannare l’attesa ha deciso di raccontare i retroscena più emozionanti dei live attraverso un viaggio lungo sei puntate dal titolo Mengoni Loading. Dopotutto, chi meglio di un artista può spiegare cosa significa stare sul palco?
Il palco
Il viaggio di Mengoni Loading non può che cominciare da uno degli elementi essenziali di un qualsiasi concerto: l’artista ci sta sopra, il pubblico sotto. È il palco, ovviamente.
I momenti prima di salire sul palco sono i più complessi. Pensi a tutto mentre cerchi di non pensare a niente. Ridi anche se sei nel panico perché il tuo cervello ha deciso di cancellare tutto appena prima del concerto. Quando ti avvicini al palco poi senti il boato della gente e ti chiedi perché ti faccia ancora così paura. Penso di sentirmi protetto solo quando sono lì, nel backstage, al sicuro, lontano dagli sguardi. Invece riscopro ogni volta che il luogo in cui mi sento più a mio agio è il palco.
L’unione fa la forza
Cosa sarebbe un artista senza il suo team? La seconda tappa di Mengoni Loading è dedicata alle persone che lavorano al suo fianco.
Da quando entro al luogo del concerto a quando salgo sul palco non sto mai zitto. Ufficialmente dico che è per scaldare e tenere pronta la voce, ma non è vero. Canto e osservo gli altri, guardo tutto quello che succede intorno senza che gli altri se ne accorgano. Il “merda, merda, merda” sembra un rituale solo scaramantico ma in realtà è qualcosa di più. È uno scambio di energie tra tutti quelli che salgono sul palco: ci stringiamo le mani, proviamo a lasciare la paura in camerino e ci facciamo forza a vicenda.
Solo quando perdi qualcosa ti rendi conto del suo valore
Mengoni Loading trova il tempo nel suo viaggio per sottolineare anche l’importanza delle piccole cose. L’emergenza sanitaria, il lockdown, ci hanno privato di quella normalità a cui non avevamo poi dato tanto peso. Quando però ci è stata tolta all’improvviso abbiamo realizzato quanto fosse importante.
Lì ancora non lo sapevamo, né io né le persone in fila per entrare al concerto. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo, che anni assurdi avremmo dovuto vivere e a me già allora mi sembrava un regalo pazzesco: tutte quelle persone in fila per ore per venire a vedere un mio concerto. Oggi più che un regalo mi sembra un miracolo, un attestato di stima gigantesco e a me resta solo una parola minuscola di fronte a tutto questo: grazie.
Un nuovo inizio
Essere su un palco è un po’ come essere su un aereo: quando ti sembra che qualcosa non vada guardi le hostess per capire se anche loro sono spaventate oppure no. Credo sia una questione di istinto e io credo molto nell’istinto. Quando mi sembra che qualcosa non vada guardo i tecnici e tutte le persone che lavorano con me: se sono tranquilli e sorridenti capisco che va tutto bene e mi tranquillizzo. Per questo sono così affezionato alle persone che mi accompagnano in tour, perché capisco quanto loro tengano a me.
In bilico tra ragione e sentimento
Una delle poche certezze che questo lavoro mi ha insegnato è che alle prove sembra sempre che tutto sia perfetto. È molto tranquillizzante, solo che poi quando arriva la gente è tutta un’altra cosa. Sembra impossibile che la calma tra un po’ si trasformerà in quel delirio che è ogni concerto. Anche se razionalmente è spiazzante, non c’è niente da fare, è il bello di questo lavoro.
La meta non è un posto ma è quello che proviamo
Lo so che sto per dire una cosa assurda ma io non ho mai visto un mio concerto o almeno da dove lo vedono tutti. È difficile per me immaginare come sia vederlo da lì e allora posso solo augurarmi che chi viene a vederlo si emozioni, si diverta ed esca felice quanto lo sono io.
Vi consiglio caldamente di fare questo viaggio, indipendentemente da sé Mengoni vi piaccia o meno, anche solo per provare ad immaginare l’esperienza di un concerto. Un’esperienza unica, irripetibile, alle volte anche ambigua perché scommetto che ognuno ve la descriverebbe in maniera diversa. Ogni volta è come se fosse la prima volta eppure ogni volta diventa sempre più adrenalinica.
Tutte le puntate di Mengoni Loading sono disponibili su Facebook. Gli appuntamenti imperdibili da segnare sul calendario invece sono per il 14 giugno a Villa Manin (Codroipo), il 20 giugno allo Stadio San Siro di Milano e il 22 giugno allo Stadio Olimpico di Roma.
Per di più da oggi è disponibile su tutte le piattaforme digitali anche il nuovo singolo di Marco Mengoni, No Stress. Correte ad ascoltarlo!
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