Il 24 novembre 2023 svegliaginevra – al secolo Ginevra Scognamiglio – ha presentato il suo nuovo album, Nessun Dramma, al circolo Arci Bellezza di Milano. E noi eravamo lì.
Che Ginevra fosse una delle voci più intense della generazione millennial noi l’avevamo già scoperto. “Nessun dramma” è il suo nuovo concept album, disponibile su tutte le piattaforme dallo scorso 17 ottobre, in cui ci regala un focus su esperienze passate da metabolizzare e riflessioni su relazioni concluse. Ci racconta l’incomunicabilità nei rapporti di una generazione che vive sempre alla giornata, la difficoltà nel comprendersi, l’impossibilità di promettersi un futuro che non ci si riesce ad immaginare.
Per presentarlo, l’artista ha annunciato due date esclusive: lo scorso 24 novembre a Milano (al circolo ARCI Bellezza) e il prossimo 12 dicembre al Qube di Roma. Noi siamo stati alla data di Milano e abbiamo respirato “Nessun dramma” insieme a svegliaginevra. Ecco com’è andata.
Ad aprire le danze è Goldidlocks, artista finlandese indie-pop che conquista il pubblico con note alte e un timbro che ricorda Florence Welsh. L’arrivo di Ginevra è l’inizio della festa: lei saluta il pubblico come si salutano gli amici arrivati al compleanno e attacca con un brano dopo l’altro saltellando qua e là mentre le prime file si esibiscono con lei senza perdere neppure una parola. Attacca con Solo cose stupide, che infatti è uno dei brani più belli di Nessun Dramma: “Quando il mondo cade giù io e te pensiamo solo cose stupide, che sai d’amore un po’ si muore”. Appena dopo inizia Non mi piace, la canzone che apre l’album, che sul palco prende tutta l’intensità che invece sembra perdersi in demo.
Dopo Sirene, Ginevra introduce Gelatai – il cuore dell’album che nasce dalla collaborazione tra l’artista e “Rick” (uno a caso, il frontman dei PTN) (io l’ho presa benissimo) – e il pubblico impazzisce. Gelatai parla di una relazione che sta per finire, ma di cui non si è pronti a vedere la conclusione. Il sentimento che prevale è quello della rassegnazione: non c’è più nulla da fare, ma come fare? “Invidio i gelatai che sanno sempre quando l’inverno sta arrivando, baby”.
Prima di continuare a sviscerare il nuovo progetto, Ginevra torna indietro e ripercorre insieme al pubblico alcuni dei suoi successi precedenti. È anche l’occasione per portare sul palco un altro dei suoi amici e colleghi, Cimini, con cui canta Odio l’inverno. Cimini, racconta, in realtà non odia proprio niente e tutte le stagioni gli sono indifferenti. Insieme hanno un’energia magnetica, si vede che si vogliono un gran bene.
Questo me l’ero spoilerato, perché con Cimini ho rubato qualche parola durante il set di apertura. Mi ha raccontato che per Ginevra è salito sul primo treno e che non sarebbe mancato per niente al mondo: lei è un’amica fantastica e un’artista che ammira. Arrivati a metà concerto, ormai a tutti sembra di essere tra gli amici di Ginevra: lei introduce Nessun Dramma come si apre il capitolo “Ennesimo Caso Umano” al caffè con le amiche.
“Eccomi qua a raccontarvi i miei nuovi drammi. Di questo album spero che vi rimanga l’idea che bisogna sempre cercare di non buttarsi giù: anche quando è dura, okay lamentiamoci, ma poi cerchiamo di dirci stop, nessun dramma appunto.” Inizia dunque il brano che dà il nome al progetto e dal finale che toglie il respiro. Anche perché sfocia in un brano che nasce da un periodo di grande sofferenza per Ginevra, “Stare con te”.
Dopo arriva Qualcosa, un altro viaggio nei ricordi, e poi La tua ragazza: un brano allegro che è una vera perla e non ha bisogno di spiegazioni. “L’unica cosa che ho da dire a riguardo è che ci si sente così ad innamorarsi di una ragazza”. Poi arriva il duetto con Goldielocks, un momento bellissimo perché le loro voci si incastrano perfettamente mentre si esibiscono in American Wedding. Chi è sopravvissuto emotivamente a questa montagna russa, non può non cedere con la cover di Il tempo di morire di Battisti. L’ARCI Bellezza diventa una macchina del tempo, il pubblico e Ginevra suonano in un’armonia disarmante.
A Senza di me segue Per Sempre, che fa male al cuore tanto su Spotify quanto live. Quel “Torneremo anche se non sarà per sempre” dice tutto quello che serve. Poi arriva In due nell’universo, un altro brano che colpisce là dove fa male perché racconta di quanto sia difficile accettare una verità che non si può più ignorare, dover abbandonare una persona che fino a poco prima sembrava diversa. A coronare questo set emotivamente devastante non poteva non arrivare M.E.R.L.O.T., con cui si esibisce in Tutto qua.
Ci riprendiamo piano piano con Quello che volevi, perché le energie vanno tutte concentrate a ballare su Come ci pare, la bellissima collaborazione tra svegliaginevra e cmqmartina. Le regine della festa e dell’indie, insieme si muovono con naturalezza e le loro note animano la sala intera. “Abbiamo scritto questa canzone insieme perché ci vogliamo tanto bene ed è una cosa che va raccontata”.
I vecchi Elastico e Simone riportano il pubblico alla nostalgia, poi arriva Lacrime e Mascara (nata sempre dalla collaborazione tra lui e uno a caso, proprio a caso, Galeffi). Poi una domanda che devasta, con cui Ginevra prepara il pubblico a Ghiaccio. “Voi l’avete mai usato Tinder?” Ma chi, noi? Figuriamoci. Non ne sappiamo niente. Però chissà come Ghiaccio tocca tutti, con il suo testo che ricorda Normal People: “Madonna quanto vorrei, ma meglio non sfiorarci mai, che poi va come sai… Che te ne vai”, “Hai una voce che non metto a x2”.
L’ultimo brano è Alla fine di tutto. Inizia con l’ABC delle storie finite, per poi proseguire in una rassegna di tutti i problemi che l’artista ha con gli altri e con il partner. Però questa volta sembra diverso: chi lo sa? È un’altra ballad coinvolgente che “hits home”, colpisce dove ci sentiamo a casa, come direbbero gli inglesi. In realtà però il pubblico si è meritato un’altra Gelatai, che infatti procediamo tutti a cantare con tutto il fiato che ci rimane.
Così si conclude il primo appuntamento con cui Nessun Dramma incontra i fan e noi ci prepariamo ad uscire e andare incontro a quell’inverno che – immancabilmente – ci siamo rifiutati di veder arrivare. Non impareremo mai.
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