Però non la sopporto la gente che non sogna

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Sognare è un’arte di tutti, sia di chi si ritrova una medaglia olimpica al collo, sia di chi assiste a quel momento. Ma lì fuori c’è ancora molta gente che non sogna ed anzi, punta a rendere tutto un incubo, ed io, personalmente non la sopporto.

Non sono mai stato amante delle retoriche, soprattutto di quelle che in qualche modo hanno a che fare con il covid, ma da qualche mese ho fatto un sacrificio e sono salito sul carro di chi sostiene che questo 2021 sia l’anno dell’Italia dopo un 2020 in cui tutti, ognuno a modo suo, ha sofferto, ma andiamo nel dettaglio di questa retorica, o teoria, come preferite. E’ tutto cominciato dalla doppia vittoria dei Maneskin prima a Sanremo e poi all’Eurovision, ma fu quella al Festival della Musica Europeo a contare di più

Poi, ci fu la nazionale italiana ad Euro 2020 che l’11 luglio vinse un europeo in cui nessuno si aspettava il trionfo, e nel mentre uscì il nuovo film Disney completamente ambientato in Italia, Luca. Gli ultimi eventi sono le due imprese avvenute a Tokyo 2020 di Jacobs e Tamberi, rispettivamente oro nei 100m e nel salto in alto, per non parlare poi degli altri eventi che hanno come protagonisti gli atleti italiani in questa olimpiade. Tutti questi eventi, appunto, fanno sì che venga alimentato quel sogno “dell’anno italiano”.

Sogna

Ma cosa c’entrano delle cose del genere su un magazine che si occupa di arte, soprattutto nel caso del calcio e delle olimpiadi. Semplice, sta tutto nel titolo, nel particolare nella parola “sogna”

Tutto è arte, e forse non ci sarebbe bisogno di dirlo, basti pensare a quanto le discipline olimpiche, soprattutto quelle più tradizionali (come il caso della corsa e del salto in alto), siano spesso raffigurate nei quadri o tramite certe sculture, oppure quanto lo stesso corpo umano possa essere considerata un’opera d’arte. Discorso diverso per il gioco del calcio, che viene accostato all’arte più per i gesti dei singoli giocatori (come può essere veder giocare Maradona o veder tirare un calcio di punizione ad Andrea Pirlo), che per altro.

Sogna

Ma in ogni caso, tutto questo lo si può mettere al pari dello scrivere una canzone che nel giro di due mesi ti fa vincere Sanremo ed Eurovision, o disegnare un film della Disney.

Tutte queste si uniscono ad un altro tipo di arte, quella di sognare, ed è qui che entra in gioco il titolo, su cui voglio basare tutto questo articolo. Si tratta di una frase presa da “Cirano” una delle canzoni più belle del maestro Francesco Guccini, in particolare sta tutto nella parola “sogna”. Perchè il sogno appartiene a tutti, a chi lo insegue sognando di vincere una medaglia olimpica e a chi assiste a quel momento, eppure ci sono molte persone che quasi si rifiutano di crederci e di sognare, spesso anche sentendosi degli eroi, ed io, personalmente, non li sopporto.

Crederete che sia troppo drastica la cosa, ma non è così, anzi, è quasi un dovere credere nei sogni e festeggiarli quando li si vede esaudirsi. Chi non sogna si rifiutare di amare l’arte più pura che ci sia, che ti permette di andare ovunque e fare tutto

Minimizzare gli eventi che stanno, piano piano, costruendo quello che potrebbe essere un “anno italiano”, significa non amare l’arte più pure che ci possa essere, con cui puoi viaggiare ovunque e fare tutto, ovvero quella di sognare. Significa sputare su uno spartito che sta facendo capire al mondo intero che in Italia sappiamo ancora fare musica o mandare in macerie una scultura rappresentante una disciplina olimpica.

Sogna

Potrei star qui ore a parlare di quanti commenti siano stati scritti con il solo scopo di rovinare la festa e interrompere un sogno, da quelli sul “vero rock” diretti ai Maneskin a quelli “si festeggia solo per lo sport” in occasione della vittoria dell’europeo o delle medaglie vinte alle olimpiadi. Da un anno c’è un tipo di arte che, silenziosamente, è in pericolo, e nessuno sembra accorgersi di nulla, eppure sembra che si stia tutti quei a sognare un 31 dicembre 2021, alle 23:59, in cui si potrà dire “è stato l’anno dell’Italia”.

Marco Mancinelli
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