Spegne oggi ben 57 candeline uno dei attori più acclamati del cinema, Brad Pitt.
Brad Pitt esordisce sul grande schermo nel ruolo di un cowboy autostoppista nel film Thelma e Louise, esordio che gli permette di lasciare ufficialmente la sua carriera con ruoli da protagonista in film come Intervista col vampiro e Fight Club.
Nella sua lunga e straordinaria carriera Brad Pitt ha collaborato con registi del calibro di Robert Zemeckis in Allied, Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria e Steven Soderbergh nella trilogia Ocean’s, al fianco di George Clooney e Matt Damon.
“Lo so che ti suona smielato, ma l’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente… be’, equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato, non mai hai vissuto.”
Citazione tratta da Vi presento Joe Black, 1998
Ripercorriamo ora la carriera di Brad Pitt con tre dei suoi film che sono rimasti nella storia del cinema.
Troy, 2004
Se penso al primo film che ho visto con Brad Pitt, sicuramente mi verrebbe in mente un biondo eroe greco di nome Achille.
Troy narra infatti della leggenda della guerra di Troia. Il mito narra che Paride, principe di Troia, s’invaghì di Elena, moglie di Menelao e regina di Sparta e la rapì, ricambiato nei sentimenti. Menelao pretese vendetta che venne usata da suo fratello Agamennone come pretesto per invadere Troia e conquistarla.
Tra gli altri eroi Greci figurava anche Achille, che si diceva fosse il più forte di tutti. Sua madre infatti, quando era ancora piccolo, lo immerse nelle acque del fiume Stige per renderlo immortale, tenendolo per la caviglia, il suo unico punto debole. Achille scelse di vivere una vita breve ma gloriosa piuttosto che una lunga ma vuota. Non poté infatti resistere alla guerra, da cui però non farà ritorno.
12 anni schiavo, 2013
Premio Oscar, Golden Globe, e BAFTA per il miglior film.
Nel 1841, prima della guerra di secessione, Solomon Northup, talentuoso violinista di colore, vive libero nella cittadina di Saratoga Springs (nello Stato di New York) con la moglie Anne e i figli Margaret e Alonzo. Un giorno incontra due falsi agenti di spettacolo, si fida di loro e si reca con questi a Washington, dove, dopo essere stato drogato, viene imprigionato, frustato, privato dei documenti che certificano la sua libertà e portato in Louisiana, dove rimarrà in schiavitù fino al 1853, cambiando per tre volte padrone e lavorando principalmente nella piantagione di cotone del perfido schiavista Edwin Epps (Michael Fassbender).
Tra la crudeltà di Epps e inaspettati quanto rari atti di bontà, Solomon lotta non solo per sopravvivere, ma anche per conservare la propria dignità. Nel dodicesimo anno della sua indimenticabile disavventura, l’incontro casuale con l’abolizionista canadese Samuel Bass (Brad Pitt) rappresenta per la sua vita la svolta cui quasi non sperava più. Bass riesce a rintracciare la famiglia di Solomon che così in breve è raggiunto, identificato e finalmente liberato.
Tornato a casa, riabbraccia la moglie e i figli ormai adulti, tra cui la figlia che ha avuto un bambino che ha chiamato come suo padre.
Solomon Northop fu una delle poche vittime di rapimento a tornare libero dopo la schiavitù.
Solomon portò a giudizio i responsabili del suo rapimento. Non potendo testimoniare contro i bianchi nella capitale, perse la causa contro il proprietario della prigione di schiavi, James Burch. Dopo un lungo processo a New York, anche i suoi rapitori Hamilton e Brown evitarono la condanna. Nel 1853 Solomon pubblicò il libro “12 anni schiavo”. Prese parte al movimento abolizionista, tenne conferenza sulla schiavitù in tutto il nordest degli Stati Uniti e aiutò gli schiavi a fuggire con la ferrovia sotterranea. La data, il luogo e le circostanze della sua morte rimangono ignote.
Rispetto ad altri attori come Fassbender e Cumberbatch, Brad Pitt interpreta un ruolo marginale, paragonabile a quello di un cameo. Ma fondamentale. Sarà lui infatti con le sue convinzioni a garantire a Solomon la libertà.
C’era una volta a…Hollywood, 2019
Alla sua seconda collaborazione con Quentin Tarantino, Brad Pitt deve la vittoria per il premio Oscar, il BAFTA, il Golden Globe e il SAG Award come Miglior attore non protagonista.
Ambientato nella Los Angeles del 1969, e cioè quando l’industria cinematografica di Hollywood sta affrontando una fase in discesa mentre dalle profondità sta emergendo un nuovo tipo di cinema. E intanto gli hippie e la loro controcultura cominciano a prendere sempre più piede, dando luogo anche a ripercussioni violente portate a termine da Charles Manson e i suoi adepti.
Pitt interpreta Cliff Booth, la controfigura della star della televisione Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) ormai in caduta libera. Ma Cliff è molto di più per Rick, è il suo migliore amico e il suo autista dopo che Rick è stato colto in flagrante mentre era ubriaco alla guida. Il loro sodalizio professionale ed umano dura ormai da una decina di anni, eppure entrambi sono alla ricerca di nuove opportunità che riescano a fargli fare il salto di qualità. Rick è infatti estremamente fragile, la sua vita si basa interamente sulla sua carriera come attore, e il pensiero di perderla lo spaventa. Cosa che emerge soprattutto nell’incontro con l’agente Marvin Schwarzs (Al Pacino).
L’ironia che contraddistingue Tarantino non appare fino all’ultima parte del film quando anche Pitt primeggia con la sua performance.
Margot Robbie interpreta invece l’attrice Sharon Tate, vicina di casa insieme a suo marito di Rick. Trovo che al suo personaggio non sia stato dato il giusto spazio, nonostante sia il suo omicidio da parte dei fanatici hippie a fare da sfondo alla vicenda.
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