Oggi vi portiam un artista emergente (ma che di strada ne ha già fatta parecchia) pugliese, Junior V. Uno che è riuscito a sorprendermi grazie al suo stile e al suo approccio ad un genere che non sempre mi ha regalato grosse soddisfazioni (parlo del cantautorato italiano, ora definito Indie). Sicuramente leggerete altri articoli su di lui…
- Qual è il tuo rapporto con il cantautorato classico italiano?
Sono cresciuto con De Gregori. Avrei voluto scrivere “La ballata dell’uomo ragno”, la sento molto mia. Dei grandi cantautori sono affezionato solo a lui perché rispecchia i miei gusti musicali molto folk e, col passare degli anni, ho trovato il suo modo di scrivere pieno di figure retoriche, una riscoperta nel significato di alcune sue canzoni a cui sono molto legato. Poi successivamente c’è Niccoló Fabi, una grande fonte d’ispirazione. In un’intervista lessi che è fan di Ben Howard…beh, io sono il fan n. 1 di Ben! Spero di conoscerlo un giorno, la sua musica è il perfetto specchio della sua anima. Dei nuovi cantautori mi piace tantissimo Motta. Reputo “La fine dei vent’anni” uno dei dischi più belli degli ultimi anni.
- Dietro ai tuoi testi c’è una musa ispiratrice in particolare o sono sentimenti che hai provato per persone che hanno attraversato la tua vita ?
Sono sentimenti che ho provato nel corso della mia vita. Non c’è una vera e propria musa ispiratrice ma, di solito, vengo ispirato da quello che mi lascia perplesso, di stucco, da quello che mi mette rabbia e sofferenza ma anche da storie strane che mi succedono continuamente.
- Da quanto tempo suoni e canti ? Hai un qualche tipo di formazione o ti sei modellato con l’esperienza ?
Più o meno da quando avevo 8/9 anni. Ho iniziato studiando chitarra classica e i famosi libri Sagreras. In seguito mi sono affacciato al reggae, non è stata solo “musica” per me! Ero legato tanto alla parte spirituale in quegli anni…col tempo la mia spiritualità si è evoluta in altri modi ma non è scomparsa. L’esperienza nel mondo del reggae mi fatto crescere tantissimo; ho fatto le mie prime esperienze live aprendo concerti ai miei idoli (Ky-Mani Marley, Macka B, Seun Kuti, Tony Allen, etc…), ho suonato per la prima volta a Londra con Aba Shanti, padre della scena Dub UK. Insomma, ho tanti ricordi nel cuore!
- Ti occupi da solo della produzione dei brani o hai un team/band che ti supporta ?
Ho un team speciale! Ho lavorato alla produzione del nuovo album con Alex Grasso, mio maestro di chitarra/compositore/ingegnere del suono e Nicoló de Candia, mio batterista.
- Marilù è sinceramente uno dei pezzi più belli che abbia mai sentito, mi ha colpito particolarmente anche per alcuni dettagli che sembrano raccontare la mia vita, raccontami un po’ più a fondo la storia dietro questo pezzo se vuoi, com’è nato, qualche aneddoto relativo etc..
Grazie di cuore! Sono molto legato a questo brano. Ero in un festival, dopo il mio concerto conobbi questa ragazza di nome Marilù (alta, occhi blu e lentiggini). Mi piaceva così tanto che la invitai ad uscire il giorno successivo visto che avevo un giorno libero prima di ripartire con i concerti. Ci incontrammo ma Marilù non mi parlava, era completamente muta ad ogni domanda le facessi; cosi verso pranzo andammo a mangiare in una Trattoria, ancora in silenzio e nessun accenno ad una conversazione. Tornando in hotel mi venne in mente un quadro di Seurat (pioniere del puntinismo- dato che Marilù aveva le lentiggini) chiamato “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grand-Jatte”, in questo quadro ci sono famiglie, coppie e amici sulla riva di un fiume ma nessuno si parla, tutti guardano un punto diverso nello spazio. Quel giorno io e Marilù eravamo sdraiati in quel quadro.
- Parlaci un po’ del concept dell’album, è un racconto ? Sono pezzi slegati tra loro ?
Ho iniziato a scrivere i testi di questo disco circa due anni e mezzo fa. Sono pezzi slegati tra di loro ma raccontano delle storie che ho vissuto. I protagonisti sono gli “Sconosciuti che conoscono l’amore”, ovvero incontri tra sconosciuti che hanno già provato quel sentimento ma hanno paura ad iniziare una nuova relazione. Ho scritto la maggior parte di queste canzoni quando ero “On the road” e mi è capitato di fare degli incontri che mi abbiano sorpreso così tanto da dover scrivere delle canzoni.
- Hai delle copertine fantastiche, com’è nato il rapporto con Roby il Pettirosso ? Come nasce una copertina, ci lavorate assieme ?
Ti ringrazio! Seguo Roby il Pettirosso da tanti anni, mi piace un sacco il suo stile artistico. Siamo entrati in contatto e ha accettato di lavorare alla copertina e ai videoclip dei tre singoli estratti dal disco. Per me è un onore perché è riuscito a rappresentare in maniera sublime la mia musica con le sue bellissime illustrazioni. La copertina è nata in maniera naturale; abbiamo sviluppato delle possibili idee e ovviamente ha realizzato un grandissimo artwork.
- Hai affrontato un cambio di lingua, prima cantavi in inglese, ora ti trovi meglio in italiano, oppure non hai notato particolari differenze ?
È stato molto difficile fare il cambio di lingua. Ho sempre cantato in inglese perché ho dei parenti americani, ho passato parte della mia adolescenza a New York quindi non ho mai avuto problemi a scrivere in inglese.
Questo passaggio è durato molto tempo poiché volevo essere a mio agio con il songwriting nella mia lingua.
- Com’è stata l’esperienza con Claver Gold ?
È un’esperienza che ricorderò per sempre! Claver è uno dei miei rapper preferiti ed è stato un piacere lavorare con lui. È una persona genuina e un artista vero!
- Parlaci un po’ della scena artistica pugliese, essendo il secondo con queste origini che mi colpisce, vorrei saperne di più, se ci sono situazioni attive, locali e altri giovani che meritano un ascolto!
La Puglia è una fonte d’ispirazione per la mia musica. Abito in due paesi stupendi: Giovinazzo e Polignano a mare. Il mare e la tranquillità sono d’aiuto per scrivere nuova musica. Ci sono tantissimi progetti interessanti nella mia Terra come: SHAGO, Picasso Cerveza, Alessandra Valenzano, Plata, Yuts and Culture e moltissimi altri…
Bene Junior è stato un piacere condividere questo tempo con te, alla prossima intervista !
- Grazie a te e a tutta la redazione di Shockwave, il piacere è stato mio !
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1 commento su “Junior V: come nasce la sua arte, tra fumetti e musica d’autore.”
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