Come ogni fine anno, la redazione di Shockwave Magazine ha selezionato 20 migliori film che l’industria della settima arte ci ha regalato nel 2020
Il contagio e le misure contro la pandemia di coronavirus ha bloccato ogni attività: uffici, scuole, musei e ovviamente teatri e cinema. E per l’industria cinematografica questa è una brutta crisi a gli addetti ai lavori devono tenere testa. Le sale cinematografiche in Italia sono chiuse ormai da mesi e l’uscita di moltissimi film è stata posticipata.
Tuttavia, come di consueto, abbiamo stilato una lista dei nostri migliori film del 2020, rigorosamente in ordine alfabetico.
18 Regali
18 Regali è un film diretto da Francesco Amato. E’ un’opera inaspettata e dolorosa, di quelle che ti fanno piangere e riflettere, in cui finzione e realtà sono rette da un filo labile ma quanto mai intenso in questo grande apologo umano. E’ una pellicola che resiste al tempo e al destino, che ci ricorda che nessun oggetto può sostituirsi ai sentimenti, che la vita ha bisogna di essere vissuta, che amor est vitae essentia, sempre e comunque.
American Utopia
American Utopia il film-concerto di Spike Lee. Racconta l’omonimo show di Broadway dell’ex frontman dei Talking Heads, uno dei più influenti musicisti dei nostri tempi. L’ultima opera di Spike Lee porta sullo schermo tutto il pregio e la maestosità dell’arte scenica in una chiamata vitale per connettersi l’uno con l’altro, per protestare contro l’ingiustizia e, soprattutto, per celebrare la vita.
Il Processo ai Chicago 7
Il Processo ai Chicago 7 è scritto e diretto da Aaron Sorkin. Per quanto la vicenda possa essere ambientata nel ’68 in realtà è estremamente attuale. Come allora infatti, ci troviamo di fronte all’immagine della brutalità della polizia, soprattutto nei confronti dei neri, azioni che hanno alimentato la fiamma del movimento dei Black Lives Matter.
Jojo Rabbit
Jojo Rabbit è una creazione del regista regista Taika Waititi. Una rivisitazione in chiave ironica e moderna di un fatto cruento come la Seconda Guerra mondiale è funzionale a diversi elementi, partendo dalla messa in evidenza del servilismo patetico dei gerarchi nazisti e della ridicolezza delle mentalità omologate, figlie del nazionalismo.
Lacci
Lacci è un’opera di Daniele Lucchetti. Invece di esaminare la furia distruttiva di un divorzio, il regista scava in profondità, racconta i precari equilibri familiari che viaggiano nel solco di quattro decenni. Un dramma domestico a tutto tondo, trasmette le minuzie più banali e rifinisce aneddoti e verità dolorose che diventano, nel tempo e spesso inconsciamente, il tessuto stesso della storia familiare.
La Vita Davanti a Sé
La Vita Davanti a Sé vede alla regia Edoardo Ponti. Un dramma multiculturale e intergenerazionale profondamente attuale. Un film che dipinge una realtà micidiale, che gioca tra passato e presente. Amicizia, amore, tolleranza e perdono camminano a braccetto in questa storia che racconta la giovinezza di un immigrato e la vecchiaia di una sopravvissuta. Strizzando l’occhio al politically correct e offrendo al pubblico spunti di riflessione interessanti.
Mank
Mank è diretto da David Fincher. Un film straordinario nel riuscire da un lato a riportare in vita la Hollywood degli anni ’30 in tutta la sua decadente bellezza, e dall’altro di utilizzarla come un espediente per descrivere il nostro presente. Mank riesce a intrattenere, incuriosire e turbare, guadagnandosi a mani basse un posto tra i 20 migliori film di questo 2020.
Ma Rainey’s Black Bottom
Ma Rainey’s Black Bottom è di George C. Wolfe. Un omaggio alla cultura afroamericana, alla musica blues e al ricordo di Chadwick Boseman. Il blues viene narrato come una sorta di risarcimento delle ingiustizie quotidiane subite dai neri americani negli anni. La musica è uno strumento di fuga dalla violenza, è il mezzo per riscoprirsi e comunicare. Il film è un promemoria potente e pungente della necessità dell’arte, di come questa sia un cerotto al “passato che non passa” e una cura alla vulnerabilità dell’esistenza.
Miyo – Un Amore Felino
Miyo – Un Amore Felino è scritto e diretto da Mari Okada. Un film d’animazione dai toni ironici, con una fotografia piacevole ed elegante, dettata da colori azzeccati. Nell’opera regna una dualità tra realtà e finzione, con una trama estremamente originale.
Miss Marx
Miss Marx è scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli. E’ una coraggiosa ed interessante rilettura punk rock della figura di Eleanor Marx, figlia ed erede ideologica di Karl. Una donna colta ed impegnata, che si destreggia tra privato e pubblico, ma è totalmente incapace di liberarsi da un uomo che la faceva soffrire e la renderà vittima per la vita.
Non Odiare
Non odiare è l’opera prima di Mauro Mancini. Un film dal respiro internazionale che si stacca nettamente dalla mediocrità del cinema italiano. Il regista ha saputo tracciare un apologo etico e morale sul malessere sociale, disegnando una comunità pregna di intolleranza e razzismo. Un’opera originale, in cui lo scontro tra antisemitismo ed ebraismo è solo un contorno per dare vita ad una storia più grande.
Onward – Oltre la magia
Onward – Oltre la magia è di Dan Scanlon. Un film d’animazione coinvolgente e commovente, in grado di dimostrare davvero cosa significhi la parola “capolavoro”. Disney Pixar mescola tenerezza e avventura, regalandoci un film davvero per tutta la famiglia, in grado di far sognare i bambini e di creare spazi di riflessione ai più grandi. Il tutto in un racconto che in fondo sa anche parlare di adolescenza e di tutte le difficoltà a essa legate.
Undine
Undine è diretto da Christian Petzold. E’ solo apparentemente sfuggente, ed è la classica pellicola che ha bisogno di tempo di “stagionare” nella nostra memoria, al fine di trovarne il senso pian piano, riscoprendolo nelle giornate a venire perché ogni dettaglio inserito nel film non è fortuito ma voluto. È un film che crea dei legami con l’esterno, con la mitologia, con l’architettura tedesca ma anche con la storia politica ed è questo che ne fa una vera e propria opera d’arte.
Piccole Donne
Piccole Donne vede alla regia Greta Gerwig. Il merito è quello di regalare una visuale di ampio respiro su un’opera ultracentenaria e un po’ inflazionata. Un bel film, brillante, fresco, moderno, capace di stare al passo con i tempi e col cinema di oggi senza snaturare il valore storico del libro. È un amalgama di ingredienti così ben riuscito che non ha deluso le aspettative.
Synchronic
Synchronic vede la direzione di Justin Benson e Aaron Moorhead. Un fanta-dramma accurato e rivolto ad un pubblico adulto, incentrato su una nuova droga sintetica capace di piegare la realtà che porta a una serie di morti in giro per New Orleans. C’è un’attenzione particolare per gli effetti speciali e per la fotografia, in cui si raggiunge un senso di allucinazione visiva affascinante.
Sto Pensando di Finirla Qui
Sto Pensando di Finirla Qui è un’opera di Charlie Kaufman. Un capolavoro di delirante lucidità. Finirla qui con tutto: con la relazione e con la staticità; col pessimismo, con l’intelligenza e anche con la vita. Si amano Lucy e Jake ma di quell’amore, parziale e umano che giustifica la solitudine anche dentro un abbraccio. È questa l’apocalisse esistenziale di Kaufman, in Sto Pensando di Finirla Qui: nulla dura, e tutto è parziale e passeggero.
The Lighthouse
The Lighthouse è la seconda opera di Robert Eggers. Un film incredibilmente realistico e tecnicamente pregevole. Un’opera spiazzante e caotica: ci auspichiamo, per gli Oscar 2020, che questo piccolo film, simbolo di come, con pochi soldi, si possa ancora fare arte, riesca a stringere almeno una statuetta.
The Old Guard
The Old Guard è diretto da Gina-Prince Bythewood. Un action movie piacevole, in grado di intrattenere e far riflettere. Cammina con disinvoltura tra dialoghi più intimi e scene di combattimento, in cui la regista ha dimostrato che questo “vecchio genere” ha ancora molta vita davanti a sé, perché ha ancora qualcosa da dire – e dare – al suo pubblico.
The Social Dilemma
The Social Dilemma un documentario diretto da Jeff Orlowski. E’ la testimonianza a tratti inquietante di quello che si cela dietro i social media, piattaforme multimediali che hanno preso il controllo delle nostre vite. Un docudrama funzionale soprattutto a chi ha problemi di dipendenza dal proprio smartphone. Conoscere la struttura di quell’insieme di processi in grado di rubare grandi quantità di tempo a sfavore di altre attività funzionali è il primo passo per uscirne fuori.
Uncut Gems
Uncut Gems dei fratelli Safdie. Un film che ci narra liricamente la storia – delirante, caotica – di un Ulisse di Joyce moderno. Narra la storia attraverso lunghi dialoghi, inframezzati da incalcolabili “fuck”, dagli interminabili zoom sul volto emaciato di Adam Sandler e sulla sua barbetta scura, sull’infinita ripetizione di incredibili scuse per non pagare e su stranianti minacce di morte. Ha il pregio di aver portato pezzi di vita vera e credibile di uno scommettitore incallito e amante della ricchezza sul grande/piccolo schermo di Netflix.
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