Firefly Lane (L’estate in cui imparammo a volare), una storia di amicizia e solidarietà femminile

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Un’amicizia indistruttibile, resistita a trent’anni di continui cambiamenti e difficoltà: è questa la base da cui parte Firefly Lane (L’estate in cui imparammo a volare), nuova serie Netflix tratta dall’omonimo romanzo del 2008 di Kristin Hannah.

Con Katherine Heigl e Sarah Chalke come protagoniste, Firefly Lane  è il ritratto femminista di due donne completamente opposte tra loro che usano le loro differenze abissali per aiutarsi a vicenda, diventando l’irrinunciabile supporto continuo l’una dell’altra.

Ideata da Maggie Friedman, Firefly Lane vede come produttrice esecutiva anche la stessa Kristin Hannah, autrice del romanzo da cui la serie è tratta. Nonostante sia stata rilasciata su Netflix solo il 5 febbraio scorso, le riprese sono state fatte a cavallo tra il 2019 e il 2020.

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Sono gli anni ’70 quando l’adolescente TallulahTully” Hart (Katherine Heigl) si trasferisce insieme a sua madre in una casa accanto a quella della coetanea Kate Mularkey (Sarah Chalke).
Da questo momento cruciale partirà un’amicizia trentennale, favorita da una lealtà reciproca e indistruttibile.

Kate è una ragazzina introversa, spesso goffa e impacciata e priva del carisma che caratterizza invece Tully. A giocare un ruolo fondamentale è il passato di ognuna: Tully, infatti, non ha mai conosciuto suo padre è cresciuta con una madre irresponsabile e noncurante nei suoi confronti, costantemente annebbiata dalle droghe leggere. Il contrario avviene per Kate, che cresce in un clima tranquillo con due genitori affettuosi nei suoi confronti e il fratello Sean.

Le due cominciano a frequentarsi e in breve tempo diventano inseparabili, complice il fatto di frequentare la stessa scuola. Tully diventa una presenza fissa in casa Mularkey, tanto da stringere amicizia anche con Sean e da diventare quasi come una terza figlia per Margie, madre di Kate.

La loro amicizia resiste al trascorrere del tempo e degli eventi ed entrambe antepongono la loro amicizia anche di fronte a molte questioni importanti.

Un rapporto simbiotico, quello tra Kate e Tully, che non smettono mai di sostenersi a vicenda. Di fronte a un mondo in continua evoluzione, Kate è l’unica costante di Tully e viceversa; la lealtà ferrea che si dimostrano continuamente l’un l’altra talvolta ha conseguenze su questioni esterne, ma d’altronde il loro è un rapporto talmente consolidato da non poter esser messo in discussione.

Lo stile narrativo di Firefly Lane ricorda molto quello di This is Us, complice la presenza di flashback che aggiungono profondità alle personalità dei protagonisti.

Tully Hart è, nel presente in cui vengono rappresentati i fatti, – in questo caso il 2003 – una giornalista di successo che presiede un talk show in TV: The Girlfriend Hour.      
La sua personalità è quella di una donna che non si lascia intimorire da niente e nessuno. Determinata sul lavoro e avventurosa in ambito romantico, Tully rappresenta un esempio di go-getter: energica e determinata a tutti i costi a diventare “la nuova Jean Enersen”, non ha paura di controbattere quando qualcosa non le va a genio e non si lascia scoraggiare dalle avversità che le si presentano davanti.  

Dare uno sguardo agli anni ’70 e ’80 è utile, però, per capire che Tully non è arrivata al suo status attuale senza difficoltà; ha conosciuto personalmente la povertà e l’abbandono e ha dovuto faticare duramente senza l’aiuto di nessuno per giungere dove si trova attualmente.

La personalità grintosa di Tully monopolizza l’intera trama e spicca anche grazie al contrasto con Kate.

Al contrario di Tully, Kate non è altrettanto risoluta e non ha vere e proprie ambizioni; se le ha, è disposta a rinunciarci facilmente. Ma anche un carattere timido e goffo come il suo presenta potenzialità che a Tully mancano, prima tra tutti un grande altruismo che la porta ad essere una brava madre per sua figlia Marah.

Tully, invece, esplicita più volte il fatto di non volere figli ed è terrorizzata dall’eventualità di una relazione seria; la priorità numero uno per lei è la carriera.

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Firefly Lane è una serie scorrevole e per nulla impegnativa da seguire; è un peccato, però, che la buona base di partenza della serie non sia sfruttata al massimo del suo potenziale.

Kate e Tully rappresentano un binomio spesso ricorrente in ambito cinematografico e letterario: quello dell’accoppiata “introverso – estroverso”, che può creare esiti infinitamente diversi tra loro. Il pregio di Firefly Lane è quello di non avere due protagoniste stereotipate: nonostante la tematica trattata non sia affatto originale, Tully e Kate hanno una profondità psicologica degna di nota ed un passato interessante, riuscendo così a non rientrare in modelli banali e preconfezionati.

La qualità della serie, però, non può poggiare esclusivamente sul modo in cui sono costruiti i personaggi e da quelli di Firefly Lane si sarebbe potuto ricavare di più. I dialoghi, ad esempio, sono spesso artificiosi e innaturali e vanno a smontare il realismo che invece appartiene ad altre scene; se alcuni sviluppi sono costruiti con grande abilità, altri dettagli sembrano trascurati e trattati con superficialità.   
Discorso simile per l’arco evolutivo di Kate, in alcuni tratti confusionario e forse adombrato da un’attenzione maggiore dell’intera serie al personaggio di Tully.  

Imperfezioni a parte, Firefly Lane rimane una serie che, nonostante la tensione drammatica ricorrente, risulta leggera e piacevole da seguire.
Non si hanno ancora notizie ufficiali, ma l’eventuale rinnovo per una seconda stagione della serie sarebbe interessante e risolverebbe alcuni interrogativi rimasti irrisolti nella stagione corrente.

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