Soul, il senso della vita: recensione

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L’ultimo film di animazione della Disney-Pixar, Soul, è uscito il giorno di Natale sulla piattaforma Disney+ e già promette di essere un fiore all’occhiello di una collezione che, nata dal sodalizio dei due giganti dell’audiovisivo, annovera non pochi successi. Qui il link al trailer.

Soul, parte di una trilogia

Colpisce subito, tra i titoli di apertura, la formula che gli appassionati di film d’animazione avvertono con familiarità: “Dai creatori di…”. Inutile girarci attorno, si tratta di una strategia di marketing per offrire garanzie allo spettatore, assicurandogli che, se gli sono piaciuti i film precedenti, probabilmente gli piacerà anche questo. Oppure andrà a vederli, nel caso se li fosse persi, e l’ultimo in ordine di tempo farà da garanzia agli altri.

Vogliamo però credere che ci sia qualcosa di più oltre alle fredde logiche del mercato. I creatori di Soul sono gli stessi di Coco e Inside Out e non è troppo azzardato ipotizzare che un filo li colleghi, quasi a formare un’insospettabile trilogia. Quale? Un viaggio nell’interiorità, è chiaro. Inside Out poneva l’accento sulle emozioni dell’uomo, dal loro primo apparire alla variabilità di umore che provocano nel crescere; Coco rifletteva sull’importanza degli affetti nella vita di ogni uomo e invitava a coltivarli per evitare di essere dimenticati. E Soul? Soul affronta una questione altrettanto complessa, che demolisce una volta per tutte le posizioni di chi crede ancora che un film d’animazione sia solo un “film per bambini”: il senso dell’uomo nel mondo.

Soul, il senso della vita

Pe riflettere su un tema tanto articolato, su cui generazioni di filosofi hanno a lungo meditato, i creatori di Soul hanno scelto di affidarsi alle anime. Non vi spaventate, non è di sedute spiritiche che stiamo parlando e in effetti, a differenza di Coco, qui la morte non ha neppure un ruolo così rilevante, fungendo al massimo come pretesto per parlare di qualcos’altro.

La storia parla di Joe Gardner, un insegnante di musica di scuola media che sogna di esibirsi al piano per lasciare una volta per tutte una vita che gli sta “stretta”. L’occasione si presenta quando un ex studente lo contatta per sostituire il pianista del complesso di Dorothea Williams, una vera leggenda del jazz. Ma un incidente gli farà perdere la vita e Joe si ritroverà nell’Altro Mondo, insieme alle anime di tanti defunti.

Deciso a tornare sulla Terra per non gettare al vento l’occasione della vita, Joe cade in un’altra dimensione, l’Ante Mondo, dove, scambiato per un mentore, un precettore, gli viene assegnata un’anima bambina, 22, a cui far scoprire la sua vera attitudine in vista della sua nascita sulla Terra. Entrambi riusciranno a tornare in mezzo agli uomini, ma un problema complicherà terribilmente le cose: nella caduta è l’anima di 22 a congiungersi al corpo di Joe, mentre l’anima di Joe entrerà nel corpo di un gatto. Dopo una lunga serie di traversie, tutte concentrate nello spazio di un pomeriggio, i due riusciranno a sistemare le cose, arrivando finalmente a capire quale sia il senso della loro vita nel mondo.

L’anima, un bene prezioso

Non è raro sentir dire frasi come “Ci ho messo l’anima” o “Ti voglio un bene dell’anima”. Quest’anima, di cui tanto si parla, deve quindi avere un significato profondo, vista l’importanza che le si attribuisce. L’anima è ciò che rende vivo un uomo, e non è un caso che in latino significasse “soffio, vento” a ricordare l’alito vitale infuso dal dio su un corpo inanimato. È grazie all’anima, quindi, che camminiamo, parliamo, mangiamo, agiamo. Perché i vampiri non si riflettono in uno specchio? Perché non hanno l’anima. Perché molti popoli indigeni temono di essere fotografati? Perché con la loro immagine perderebbero un pezzo di anima. L’anima è un bene tanto prezioso che solo un folle o un disperato se ne priverebbero, “vendendo l’anima al diavolo”.

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Essere pronti e non poter partire

Soul, che gioca sul duplice significato di “anima” e di “genere musicale”, ci mostra due anime a confronto: quella di Joe, che la sua la dovrebbe “riconsegnare” a seguito dell’incidente, e quella di 22, che ancora deve trovare la sua giusta collocazione nel mondo. Apparentemente sembra che sia Joe ad essere stato prescelto per guidare 22 nel percorso di formazione che la porterà a diventare una persona in carne ed ossa, ma non è così. Piuttosto è il caso di dire che i due “si sono trovati”. Come si chiama l’animella che viene affidata a Joe? 22. Non ha un nome, ma quel numero dice molto di più. Il nome è un pezzo della nostra identità, ma 22, non avendo ancora trovato il suo posto nel mondo, non ha un’identità. E, per quanto apparentemente indifferente alla cosa, in realtà ne soffre. 22 vive nell’Ante Mondo da moltissimi anni, troppi anni. Ha visto generazioni di anime passarle accanto e poi sparire nel viaggio verso la Terra. Vive in una specie di Limbo, condannata a restare bloccata in una dimensione che prelude alla vita, ma non è vita. La sua è la condizione di chi si prepara continuamente per qualcosa, ma non arriva mai quel “qualcosa”. È un’attesa che non ha fine. Un incubo che non ha fine.

Per insegnare occorre imparare

Joe è ciò che mancava a questa esistenza destinata a ripetersi senza trovare una vera ragione d’esistere. È il suo completamento, ma gli occorrerà del tempo per capire che anche 22 ha molto da dare. Entrambi si riflettono nell’altro, come quella cifra palindroma, il 22, che non si sa mai se sia un numero a sé o un 2 che guarda uno specchio. Joe cerca di far trovare a 22 la sua inclinazione, ma sbaglia, perché non è così facile tirar fuori da un’anima in divenire la sua essenza. Occorre pazienza, disponibilità, fiducia. Tutte cose che, nella smania di tornare sulla Terra, Joe non è disposto a dare. Occorre essere un maestro, ma non quel tipo di maestro che Joe cerca di essere nel suo lavoro da insegnante. Perché Joe non è un insegnante, per quanto il posto che occupa dica il contrario. Un insegnante trova il tempo per i suoi allievi e Joe, tornato sulla Terra sotto forma di gatto, sarebbe più incline a lasciare la porta chiusa di fronte a una studentessa che, sul pianerottolo fuori casa, gli annuncia di voler abbandonare la musica, per quanto in cuor suo ne sia completamente innamorata. Sarà solo per l’intervento provvidenziale e ingenuo di 22, che veste i panni terreni di Joe, che la giovane ritornerà sui suoi passi e non rinuncerà al suo amore.

Soul ci insegna a vivere

Joe è accecato da questa sua grande passione, la musica, il che non sarebbe male se non la vivesse in modo totalizzante. Vivere per una passione è una gran bella cosa, ma non dobbiamo permetterle di privarci di altri momenti importanti della vita. In una sezione segreta dell’Ante Mondo, 22 conduce Joe in uno spazio chiamato “la bolla”. Qui, come in estasi, pittori, scrittori, musicisti, e chiunque abbia una passione forte come quella di Joe, si librano nell’aria, come in estasi, chiusi in una bolla. Ai loro piedi, nella semioscurità di quel luogo, vagano le anime perdute, dei bestioni inquietanti che hanno perso le fattezze umane e che vivono la loro esistenza sulla Terra passivamente, perché hanno rinunciato a vivere. Anche chi vive con eccessivo peso la propria passione si isola dal mondo e, a lungo andare, si trasforma in un’anima perduta, perché è come se fosse cieco di fronte alle tante meraviglie della vita.

Mettersi nei panni degli altri aiuta

In perfetto stile sciamanico, con la trasmigrazione dell’anima, ciò di cui avevano bisogno Joe e 22 era di mettersi nei panni di qualcun altro. Non dell’altro – del resto Joe entrerà nel corpo di un gatto, visto che 22 non ha mai avuto un corpo suo – ma di qualcun altro. Dal basso Joe vedrà se stesso vivere in un altro modo, per effetto della curiosità di 22. E quando si riapproprierà del corpo, continuerà a percepire il fremito di quelle sensazioni provate da 22 durante la sua occupazione e rivedrà, finalmente, i momenti importanti della vita che la passione per la musica aveva fino a quel momento oscurato. Un bel modo per dirci: gustate ogni singolo istante della vostra vita e quando questa sembra che vi scappi di mano, cambiate prospettiva. La vita sarà ancora più bella e ogni volta sarà come tornare di nuovo al mondo.

Massimo Vitulano
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