Tenet, il nuovo lavoro di Christopher Nolan – Recensione

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Quando un film di Christopher Nolan esce nelle sale italiane, il pubblico si divide letteralmente a metà. Un autore che è sempre stato spunto – o fonte – di discussioni interessanti riguardanti il cinema e con Tenet, il regista torna con il suo stile prorompente, per certi versi ridondante, raccontando una storia nuovamente complicata e ambiziosa. 

Armato di una sola parola, Tenet, e cercando di ostacolare una terza guerra mondiale, un uomo viaggia attraverso un mondo crepuscolare di spionaggio internazionale in una missione pericolosa e che si svolgerà in qualcosa che va oltre il tempo reale. Un viaggio che porterà il nostro protagonista alla scoperta di situazioni mai vissute prima.  

Ci si aspettava qualcosa di completamente diverso dopo un film come Dunkirk. Un’occhio completamente differente dai suoi precedenti film, dal momento che stiamo anche parlando di un autore in grado di potersi reinventare continuamente, ma con Tenet il regista sceglie di optare per una narrazione già vista all’interno del suo cinema, costruita su spiegazioni interminabili e poco efficaci. La chiave, ancora una volta, è quella del tempo, ma questa volta il dubbio non può che assalire la mente dello spettatore, che durante la visione si chiede di continuo se sia davvero necessario raccontare un film di spionaggio in questa maniera.

Tenet di Nolan

La scelta di optare per un tempo inverso risulta dannatamente forzato in più parti della sceneggiatura e la confusione, a fine visione regna sovrana.

Non perché il film sia incomprensibile. A dire il vero quello che il protagonista deve attuare dall’inizio alla fine potrebbe anche soddisfare, peccato che si opti per la scelta più complicata per spiegare l’intera vicenda. È proprio questa piccola forzatura a rendere artificioso l’intero soggetto. Qui viene fuori anche l’ambizione di un autore come Christopher Nolan che, portando nelle sale un film del genere, specialmente in uno dei periodi più delicati della storia umana, dimostra un enorme coraggio, ma anche un incredibile egoismo.

Tuttavia è doveroso soffermarci anche su pregi di questo film e quindi non possiamo non sottolineare la straordinaria capacita visiva che il regista dimostra nelle scene più importanti.

Le scene d’azione, specialmente quelle in reverse, sono girate nella miglior maniera possibile, aiutate da un montaggio frenetico, che raggiunge il culmine specialmente negli ultimi venti minuti del film. Le sperimentazioni sul tempo, sopratutto a livello visivo, sono affascinanti, ma non così tanto da risultare originali. Esperimenti del genere, sopratutto in un genere così ampio e ricco come la fantascienza, possono ammaliare, ma non sempre.

Ed è questo il caso di Tenet. Alcuni invenzioni registiche potrebbero anche stupire lo spettatore meno esigente, ma a lungo andare perdono tutto il loro fascino, specialmente se vengono costantemente accompagnate da spiegazioni troppo macchinose o dannatamente prolisse. Il classico difetto narrativo che si può amare, ma anche profondamente odiare.

Tenet recensione Nolan Shockwave Magazine

Il comparto attoriale dimostra una buona alchimia, specialmente nel rapporto costruito tra il personaggio di Robert Pattinson, senza ombra di dubbio il personaggio più interessante, e il protagonista, interpretato da John David Washington. Per tutti coloro che sono affezionati al duo Zimmer-Nolan e sono preoccupati per le sonorità proposte dalla nuova compositrice Ludwig Göransson, potete stare tranquilli. Una colonna sonora martellante, ma al tempo stesso suggestiva. L’effetto inizialmente può risultare straniante, ma dopo poco tempo ci si abitua. 

Quindi, in conclusione, andando a vedere al cinema Tenet è opportuno farsi qualche domanda, in primis, che cosa ci si aspetta in questo momento da un regista come Christopher Nolan. Se siete fan dei precedenti film, specialmente di Inception e Interstellar, allora uscirete dalla sala affascinati dalle numerosi teorie che accompagnano l’intera sceneggiatura, ma se siete alla ricerca di un qualcosa di completamente diverso, beh, mi dispiace dirlo, ma nulla di nuovo sotto il sole.

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