A gran sorpresa e tra lo stupore generale di una platea – come sempre – soporifera, Everything Everywhere All at Once ‘spazza via tutti’ e conquista i premi più importanti alla 95a edizione dei Premi Oscar.
È stata una pazza notte hollywoodiana quella degli Academy Award che si è tenuta al Dolby Theatre di Los Angeles. Per il secondo anno consecutivo, gli Oscar hanno scelto di non entrare direttamente negli affari internazionali, nonostante il governo statunitense si sia esposto. Gli organizzatori hanno volutamente rifiutato di inserire nel programma l’aperture del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per parlare al pubblico mondiale della resistenza del suo paese contro l’invasione illegale della Russia.
Dopo lo champagne carpet e l’assenza del rinomato red carpet, si è dato l’avvio alla manifestazione con l’arrivo sui generis di Jimmy Kimmel che si è calato dall’alto con un paracadute. Il comico statunitense è tornato per la terza volta come presentatore degli Oscar, non potendo fare a meno di citare quanto accaduto lo scorso anno quando Will Smith è salito sul palco e ha dato uno schiaffo a Chris Rock per alcune ‘battute’ nei confronti della moglie Jada Pinkett Smith.
Poi spazio alle tante premiazioni con le lacrime di Ke Huy Quan che, con il suo Oscar tra le mani e con la frase “one day my time will come”, ci ha ricordato che i sogni prima o poi prendono forma e per questo bisogna tenerseli stretti; e un’incredula e felice Jamie Lee Curtis che ha speso parole di omaggio a tutti coloro che hanno lavorato con lei in questi anni e ai genitori Tony Curtis e Janet Leigh che sono stati candidati entrambi, ma non hanno mai vinto una statuetta.
La performance di Lady Gaga con Hold my hand è travolgente ed emozionante. La sua vocalità esplosiva e “ruvida” ha caratterizzato una delle più belle ballate midtempo degli ultimi anni. Un brano eterno e un look meravigliosamente inusuale – in jeans, t-shirt e senza trucco – per un’interpretazione già immortale. Si è dimostrata, ancora una volta, la migliore della sua generazione, pazienza se non ha fatto il bis con la statuetta.
Una notte, quella degli Oscar numero 95, caratterizzata soprattutto dal trionfo inatteso di Everything Everywhere All at Once. Daniel Kwan e Daniel Scheinert, noti anche come “i Daniels”, hanno scritto la storia della manifestazione conquistando sette statuette, di cui sei nelle categorie principali: miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, migliori attori non protagonisti e, infine, miglior sceneggiatura originale.
Dopo una lunga carriera nei film d’azione e nelle pellicole di arti marziali, Michelle Yeoh è diventata la prima donna asiatica ad aver vinto come migliore attrice ai Premi Oscar. Bellissimo il suo discorso alla platea: “Signore, non lasciate mai che nessuno vi dica che avete superato il vostro apice. – ha detto – Per tutti i ragazzini e le ragazze che mi assomigliano guardando stasera, questo è un faro di speranza e possibilità”, ha aggiunto. Brendan Fraser conquista la statuetta come miglior attore per la sua interpretazione di un uomo patologicamente obeso che cerca di riallacciare un legame con la figlia in The Whale. Un riconoscimento che segna una sua rinascita personale e professionale.
Clamorosamente a vuoto Steven Spielberg con il suo The Fabelmas, così come sono stati ‘snobbati’ dall’Academy i colossal campioni al botteghino Avatar: la Via dell’Acqua e Top Gun: Maverick ai quali gli vengono assegnati solo due premi tecnici. Un po’ d’Italia però c’è con la premiazioni di Pinocchio di Guillermo del Toro come miglior film d’animazione, ricordando il genio di Carlo Collodi. Un buon risultato anche per Niente di nuovo sul fronte occidentale che porta a casa quattro premi Oscar tra cui miglior film straniero, sorpassando Argentina 1985, poi fotografia, scenografia e colonna sonora.
Anche l’Italia, purtroppo, resta a bocca asciutta. L’Oscar per il miglior cortometraggio non va a Le Pupille di Alice Rohrwacher che era favorito alla vigilia della competizione, ma se lo sono accaparrati Tom Berkeley e Ross White con An Irish Goodbye. È andata male anche ad Aldo Singnoretti che era candidato al trucco per il film Elvis, a spuntarla sono stati Adrien Morot, Judy Chin e Annemarie Bradley per il film The Whale.
Oscar 2023, tutti i vincitori
Miglior film d’animazione
Pinocchio di Guillermo del Toro
Miglior attore non protagonista
Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at Once
Miglior attrice non protagonista
Jamie Lee Curtis – Everything Everywhere All at Once
Miglior documentario
Navalny
Miglior cortometraggio
An Irish Goodbye
Miglior fotografia
James Friend – Niente di nuovo sul fronte occidentale
Miglior trucco e acconciature
Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley – The Whale
Migliori costumi
Ruth Carter – Black Panther: Wakanda Forever
Miglior film internazionale
Niente di nuovo sul fronte occidentale (Germania)
Miglior cortometraggio documentario
The Elephant Whisperers (Kartiki Gonsalves e Guneet Monga)
Miglior cortometraggio animato
The Boy, the Mole, the Fox and the Horse (Charlie Mackesy e Matthew Freud)
Miglior scenografia
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Miglior colonna sonora
Volker Bertelmann – Niente di nuovo sul fronte occidentale
Migliori effetti visivi
Avatar: La via dell’acqua
Miglior sceneggiatura originale
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Miglior sceneggiatura non originale
Sarah Polley – Women Talking
Miglior sonoro
Top Gun: Maverick
Miglior canzone originale
“Naatu Naatu” – RRR
Miglior montaggio
Paul Rogers – Everything Everywhere All at Once
Miglior regia
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Miglior attore protagonista
Brendan Fraser – The Whale
Miglior attrice protagonista
Michelle Yeoh – Everything Everywhere All at Once
Miglior film
Everything Everywhere All at Once
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