Achille Lauro: un vittorioso fallimento

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Achille Lauro è arrivato alla sua quarta partecipazione di fila al Festival di Sanremo, la terza come big in gara, ed una come super ospite. Quest’anno però è come se non fosse mai salito sul palco dell’Ariston, e tutto questo è un vero e proprio fallimento ma che sa anche di vittoria.

Achille Lauro ha terminato il suo quarto anno consecutivo al Festival di Sanremo, il terzo da big in gara dopo la partecipazione come super ospite fisso per tutte e cinque serate lo scorso anno. Una spedizione molto al di sotto delle aspettative, anzi, si può parlare di completo anonimato per l’artista romano; una canzone, “Domenica” che sembra un riassunto, venuto male, delle due precedenti “Rolls Royce” e “Me ne frego” ed esibizioni che non sono minimamente paragonabili a quelle degli altri anni che trovano i loro acuto solo nel duetto con Loredana Bertè sulle note di “Sei Bellissima”.

Achille Lauro

In contemporanea io sono arrivato a raccontare, per il terzo anno di seguito, il viaggio di Achille Lauro al Festival di Sanremo, ma quest’anno è tutto, completamente, diverso. Infatti se nei due anni precedenti, 2020 e 2021, ho sempre scritto articoli in cui non solo raccontavo la spedizione al festival di Lauro ma cercavo, nel mio piccolo, di difenderlo. Quest’anno mi ritrovo a dover raccontare un fallimento, senza nessun tipo di difesa vista l’assenza di polemiche. Un fallimento che però racchiude una grande vittoria, almeno per noi fans.

Solo nel caso di un’artista come Achille Lauro un fallimento si può trasformare in una grande vittoria. Una vittoria che si può notare solo se sei un fan, ma che con un minimo di impegno, anche chi non lo ha mai seguito potrà capire

A dicembre 2020 uscii 1920 di Achille Lauro, un album che non ha mai avuto un grosso potenziale, se dobbiamo dirla tutta rispetto, ai quattro lavori usciti negli ultimi anni, è il peggiore. Quando scrissi quella recensione dissi che “l’effetto Lauro” fosse finito, insomma, avevo imparato, come credo anche tanti altri, a conoscere l’artista romano, a sapere quello che facesse, riuscendo a trattarlo come un artista normalissimo. In tutto ciò però non avevo messo in conto due cose, il grande pubblico e l’edizione 2021 del Festival di Sanremo.

Achille Lauro tornò a Sanremo nel 2021 come super ospite per cinque serate e ci si ritrovò nello stesso ambiente in cui si era stati catapultati nel 2020, ovunque ci si girava c’erano polemiche su Lauro, ogni cosa che facesse era oggetto di polemica, capii che “l’effetto Lauro” fosse finito solo per noi fans che alla fine in quelle cinque giornate di festival sapevamo ormai chi fosse Achille Lauro. Il grande pubblico aveva ancora bisogno di tempo, o forse solo un altro fenomeno su cui sfogarsi, quel fenomeno furono i Maneskin, che per molti dovevano durare solo qualche settimana (cose che venivano dette anche dopo la vittoria dell’Eurovision), a quel punto tutte le polemiche che si erano create su Lauro svanirono nel giro di qualche ora.

Achille Lauro

Da quel momento ebbe inizio la “fine” di Achille Lauro che ha portato a questo vittorioso fallimento in questa edizione del Festival di Sanremo. Fin dall’annuncio della sua partecipazione come big in gara per la terza volta è rimasto nell’ombra, a dir la verità è come se non si fossero accorti che fosse stato annunciato. Stesso discorso poi per le sue esibizioni del festival, nessuna polemica (se non vogliamo contare quella del vescovo di Sanremo che è durata solo la mattinata post prima serata), ed anche la sua attività sui social è stata molto diversa da quella del 2020 e soprattutto del 2021, pochi post, pochi racconti e spiegazioni. Tutto anonimo, ma è stato tutto un bene.

Il fallimento di Achille Lauro è un trionfo, ci sono voluti quattro anni ma alla fine ci si è arrivati, e poco importa se lo abbiate capito o lo abbiate semplicemente ignorato. Finalmente è tutto normale

Ovviamente, da fan, sono deluso del viaggio di Lauro in questo Festival di Sanremo, non è stato bello vedere il proprio artista preferito, che aveva dominato, a modo suo, il palco dell’Ariston nei due anni precedenti, cadere così in basso, con una canzone che è in fondo alla classifica dei suoi pezzi e con delle esibizioni anonime che sono sembrate molto forzate. Ma se ci sono volute tutte queste cose per avere, finalmente, un Sanremo senza polemiche su Achille Lauro allora sì può parlare di “vittorioso fallimento” dell’ex trapper.

Achille Lauro

E poco importa anche se sia trattato di assuefazione o dell’averlo capito, l’importante è che, finalmente, Achille Lauro, abbia fatto un Festival di Sanremo tranquillo, senza nessuna pressione, senza ritrovare la sua faccia ovunque circondata dalle polemiche. Certo, poteva andare meglio, sarebbe stato bellissimo se magari fosse successo già durante la scorsa edizione evitandoci, magari, questa quarta partecipazione o se avessimo avuto tra le mani un pezzo migliore di “Domenica”, ma finalmente dopo quattro anni il grande pubblico ha finalmente accettato Achille Lauro.

Rimane comunque il fatto che una sua quinta partecipazione sarebbe veramente di troppo anche per noi fans, a prescindere dal fatto che possa accadere nel breve o lungo termine, si spera di rivederlo solo come ospite ma tra molti anni. Achille Lauro oggettivamente delude, e solo grazie a quello che ha creato in questi quattro anni, soprattutto durante il Festival di Sanremo, riesce a mantenere “attiva” la sua carriera. A dirla tutta, non avrebbe mai avuto bisogno di altri due Sanremo dopo il 2020.

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Marco Mancinelli
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