Soundtrack è un modo diverso di approcciarsi alla musica, in un momento come questo in cui le serie TV e i film sono i nostri compagni di quarantena perché non esplorarli da un altro punto di vista che è quello delle colonne sonore che li rendono più emozionanti e che ci fanno sognare? Qualche accorgimento in più su quello che dobbiamo conoscere prima di intraprendere questo viaggio.
Nell’ultimo decennio anche le serie TV hanno iniziato a far parte delle nostre vite e ad influenzare il nostro modo di pensare, sono diventate in tutto e per tutto un vero e proprio fenomeno culturale, oggetto di studio e di scomposizione: si è infatti iniziato ad analizzare ogni singolo aspetto a partire dalle citazioni, la fotografia e infine la musica. Andare a ricercare quella canzone che non conoscevamo prima ma che ci ha così colpito perché messa a corredo di un momento emozionante che abbiamo vissuto con i protagonisti delle nostre storie preferite è affascinante.
Una volta finita la visione, personalmente, mi piace andare a ripescarla, ad ascoltarla, per immergermi ancora una volta in quell’atmosfera, per ritrovare nuovamente le sensazioni che ho provato in quel momento, per scovare nuovi generi e nuovi artisti ed esplorare, poi, tutta la discografia.
SOUNDTRACK: ORIGINALE O NON ORIGINALE?
La prima precisazione che dobbiamo fare, però, è che le colonne sonore delle serie tv si dividono in soundtrack, brani “presi in prestito” da altri autori che, con il loro stile, danno un tocco e un’ambientazione alla storia e original soundtrack (o OST o original score) musica composta da uno o più compositori appositamente per quella serie tv (pensiamo, ad esempio, alla celebre sigla di GOT). Per questa categoria abbiamo anche un premio prestigioso agli Emmy’s.
Non ci soffermeremo sui tecnicismi che vogliono che nella definizione di colonna sonora siano inserite tutte le parti incise (cioè parola, suono e musica) ma ci concentreremo sulla parte musicale che è diventata via via una vera e propria narratrice fondamentale delle storie che ci piace guardare.
La differenza tra produrre o scegliere dell’ottima musica per un film e per una serie TV sta nella diversa durata per questo, nei primi, ci sono tracce sonore forti che hanno anche tra di loro, una certa coerenza narrativa di inizio, sviluppo e fine mentre, nelle seconde, l’importante è richiamare alla mente dei passaggi frutto di una trama più complessa.
Ecco perché ad ogni situazione o ad ogni personaggio viene abbinato un certo tipo di musica che ritorna sempre per farci “ricordare” meglio lo sviluppo della storia. La imprime in noi o la rende più familiare. Altre volte un determinato brano serve a rendere memorabile quella scena che rappresenta una svolta o una conclusione che ci spiazza. Non sempre avviene questo.
L’attenzione a questi accostamenti è diventata via via più importante negli ultimi anni (nonostante il connubio musica e immagine nasca addirittura dal Teatro greco) mentre in passato, spesso, l’obiettivo della serie era più importante della musica e quello che contava era fare da corredo alla vista, all’immagine.
LA NASCITA DEL MUSIC SUPERVISOR
Grazie a tutte queste novità è iniziata a farsi strada una nuova figura professionale: il music supervisor cioè colui che si occupa di studiare l’accostamento tra musica e immagini prestando attenzione agli effetti da provocare su uno spettatore di cui abbiamo parlato sopra. Si tratta di una figura “ponte” che stila una vera e propria playlist (che può essere sempre originale o non originale) accostandola al video e che necessita di una conoscenza musicale vastissima.
Il music supervisor non si occupa solo di serie TV ma di tutto quello in cui la musica e le immagini devono andare di pari passo come film, pubblicità, videogiochi e altre piattaforme media visuali.
Il lavoro è molto difficile e delicato e può fare la fortuna o meno di un prodotto video. Si tratta di un lavoro complesso di studio e ricerca: ci si può focalizzare sull’ambientazione, sul periodo storico, sulle caratteristiche del personaggio o della particolare scena per rendere il tutto più coerente oppure si può lavorare anche con il contrasto andando a ripescare brani apparentemente lontani da quel tipo di contesto per sottolineare un contrasto interiore (un esempio potrebbe essere la scelta dei brani per la soundtrack di The handmaid’s tale, brani estremamente moderni e strong, di libertà, affiancati ad un contesto opprimente di stampo quasi medievale).
Insomma il music supervisor è divenuto un ruolo fondamentale per la comunicazione facendo fiorire anche moltissimi corsi di formazione e master specializzati non solo oltreoceano ma anche in Italia e facendo sì che nel 2017 venisse istituito un premio apposito agli Emmy’s: l’Emmy Award for Outstanding Music Supervision.
Cos’è soundtrack?
Dopo aver chiarito un po’ meglio il mondo di cui ci andremo ad occupare sappiate che le serie TV o i film che affronteremo saranno scelti secondo il gusto di chi scrive ma noi di Shockwave magazine siamo aperti a suggerimenti e sollecitazioni. Il nostro obiettivo è semplicemente quello di stuzzicare la curiosità di chi legge facendo sì che brani particolari o meno conosciuti tornino alla ribalta o semplicemente cercando di stimolare un ascolto diverso delle soundtrack da quello che siamo abituati a fare. In tempo di quarantena, lo studio e la scoperta sono le armi per uscirne vivi e rafforzati. Quindi… allacciate le cinture nella prima puntata vi trasporteremo nel misterioso mondo della protagoniste di Big Little Lies.
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