Oggi Harry Styles compie 27 anni e non c’è occasione migliore per festeggiarlo se non ripercorrendo la sua straordinaria carriera.
Non possiamo parlare di Harry Styles senza nominare il suo passato in qualità di membro di una delle boy band più famose al mondo, i One Direction.
La storia dei One Direction comincia nell’ormai lontano 2010 sul palco di X-Factor, dove ognuno dei membri si presenta da solo. A detta dei giudici non hanno le carte giuste per andare avanti, ma Simon Cowell ha un’idea: fare di loro una band.
L’anno dopo pubblicano il loro singolo di debutto e il primo album e in poco tempo raggiungono la vetta delle classifiche. Si fanno conoscere al pubblico italiano nel 2012 quando salgono sul palco di Sanremo per poi esibirsi per davvero nel 2013, rispettivamente a Verona e Milano registrando un sold out dopo l’altro e vengono accolti da una schiera infinita di fan.
Nel 2014 è il turno del tour negli stadi anticipato da cinque singoli e da un docu-film, registrato proprio in occasione del concerto allo stadio di San Siro. Ricordo ancora oggi quel 29 giugno quando feci una follia e presi un aereo direzione Milano, perché non potevo assolutamente perdermelo.
E feci bene perché meno di un anno dopo il sogno sarebbe finito, o almeno avrebbe subito una battuta d’arresto non indifferente.
Quando le voci di una possibile crisi si sono fatte sempre più frequenti, tutti e dico tutti hanno dato per scontato che uno dei membri aveva intenzione di abbandonare il progetto e che sarebbe stato Harry Styles a farlo. Motivo di tanta certezza? Era colui che aveva più speranze di sfondare nella scena musicale anche da solista. E così è stato, anche se a lasciare la band, al contrario di quello che tutti si aspettavano, è stato Zayn Malik.
Nonostante l’incertezza del momento, i restanti membri dei One Direction decidono di darsi una seconda possibilità e continuano a lavorare insieme anche senza Zayn. E così come una fenice risorta dalle ceneri regalano al pubblico forse l’album più maturo di tutti, simbolo della rinascita e di un cambio di rotta che si era reso necessario.
Infine è il momento di una decisione sofferta e a questo punto più che lecita: prendersi un periodo di pausa. I quattro membri intraprendono strade diverse, ognuno si dedica al sound musicale che più gli si addice e, chi più chi meno, riescono a farsi un nome anche da solisti.
Sono tornati a farsi sentire soltanto in occasione dei festeggiamenti per il 10° anniversario ma per ora il sogno di una possibile reunion sembra ancora lontano.
Immagino però, che come per tutte le band, ci sia sempre stato un membro che vi ha colpito di più per le sue doti canore, il suo timbro o per una particolare caratteristica. Il mio è sempre stato lui, Harry Styles.
Essere stato parte della band è stato il suo trampolino di lancio e probabilmente, nonostante il talento da vendere, se fosse stato da solo fin dall’inizio le cose sarebbero andate diversamente.
Raggiunta la consapevolezza di potercela fare senza aver bisogno di qualcun altro al suo fianco, in qualità di solista ha potuto ampiamente dare sfogo al suo potenziale, trovando la sua strada e dimostrando di avere tutte le carte giuste per diventare un artista di grande successo.
Nel 2017 ha letteralmente spiccato il volo con Sign of the Times, singolo che in poco tempo è diventato una hit e che si discosta in maniera netta dal sound precedente e che richiama al soft rock e al pop psichedelico. Insieme a Two Ghosts e Kiwi, il singolo è incluso nell’album di debutto che porta il suo nome, il che a detta di molti può essere scontato ma che in realtà sta a simboleggiare la sua ritrovata identità e il riconoscersi finalmente in quel nome senza dover attribuire il proprio successo a terze persone.
Segue poi un tour mondiale composto da oltre sessanta concerti tenuti tra il 2017 e il 2018.
Ci vogliono quasi due anni per ascoltare il su nuovo progetto, anticipato dal singolo Lights Up. Il titolo? Fine Line. I singoli successivi sono Adore You, Falling e Watermelon Sugar, e con ognuno di loro registra un successo dietro l’altro. L’ultimo infatti si classifica al primo posto della Billboard Hot 100, la più importante classifica statunitense.
Lo scorso 26 ottobre 2020 è uscito Golden, tratto da Fine Line, il cui video è stato girato in Italia ed in particolare in Costiera Amalfitana. E poi ha sorpreso tutti il primo giorno dell’anno con un videoclip in bianco e nero creato apposta per l’uscita del nuovo singolo Treat people with kindness, “inno” del 2021.
Oltre che per i suoi successi musicali, Harry Styles si è anche impegnato come attivista per la comunità LGBTQIA+ e per il suo stile diventato presto iconico per i suoi look che celebrano la fluidità di genere e che abbattono ogni elemento legato alla mascolinità tossica.
Le foto di Harry che posa per Vogue in abiti femminili hanno fatto il giro del mondo e rappresentano un enorme passo avanti per il mondo della moda, che si sta dimostrando sempre più aperto e inclusivo in nome del cosiddetto abbigliamento gender fluid. È vero che per difendere la libertà di espressione, i diritti LGBTQIA+ e delle minoranze non è sufficiente la prima pagina di un giornale ma è di vitale importanza impegnarci attivamente nella nostra quotidianità.
Per di più è stato il primo uomo ad apparire da solo sulla copertina di Vogue in 128 anni, o che sarebbe riuscito a condurre il Gala del Met dopo 72 edizioni, o ancora che si sarebbe guadagnato non una, ma ben tre nomination ai Grammy Awards (per la Miglior interpretazione pop solista con Watermelon Sugar, per Miglior album pop vocale con Fine Line e per il Miglior video musicale con Adore You).
Si è persino cimentato nel cinema. Infatti, dopo essere stato scelto da Christopher Nolan per interpretare un soldato nel suo Dunkirk, secondo le ultime voci, pare che ci siano parecchi nuovi progetti in cantiere per Harry Styles sul grande schermo.
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