Abbiamo bisogno di più telefilm come Pose

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Ideata dagli stessi autori di American Horror StoryPose è il ritratto di una New York di fine anni ’80 e delle varie culture ascendenti nel medesimo periodo.

Pose è stata trasmessa la prima volta nel 2018 su FX ed è approdata su Netflix l’anno seguente. Numerosi e meritatissimi sono stati i premi ricevuti, tra cui ben due Golden Globe. I produttori di questa serie sono Ryan Murphy e Brad Falchuk, già conosciuti per il celeberrimo American Horror Story, e Steven Canals.

Il cast vede la presenza di MJ Rodriguez nei panni di Blanca Evangelista, protagonista dell’intera serie. Non di minore importanza sono Billy PorterDominique JacksonIndya MooreEvan PetersJames Van Der BeekAngelica RossRyan Jamaal Swain e Hailie Sahar.

Pose: le difficoltà di omosessuali e transessuali negli anni ‘80

Ad essere messe bene in evidenza sono le difficoltà vissute dalle donne transessuali in una società che non è ancora pronta a staccarsi dall’intolleranza e dal conservatorismo – e se tali problemi sono ancora presenti tutt’oggi, si può solo immaginare quanto fosse più pesante la situazione negli anni ’80. Il periodo in cui l’intera serie è immersa è quello del boom dell’AIDS, attribuito inizialmente solo ad omosessuali, transessuali e tossicodipendenti; se oggi l’aspettativa di vita con tale malattia si è allungata notevolmente, all’epoca era premonizione di una morte certa in tempi non troppo lunghi.

Il pericolo dell’AIDS e la transfobia sono pesanti fardelli che premono sulle vite dei personaggi di Pose, per i quali è difficile aspirare a vite regolari: non sono in pochi a praticare attività estreme come la prostituzione – come per il personaggio di Angel (Indya Moore) – e lo spaccio in quanto, essendo visti negativamente da una larga fetta della collettività, si vedono privare di molti diritti fondamentali. C’è da menzionare anche il fatto che molti genitori sono restii ad accettare figli omosessuali o transessuali, cacciandoli di casa anche da giovanissimi e condannandoli, dunque, a trovarsi faccia a faccia con le difficoltà della vita di strada.

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Da sinistra verso destra: Hailie Sahar, Indya Moore, Dominique Jackson, Angelica Ross, MJ Rodriguez.

Quella LGBT è la fascia sociale che domina la trama di Pose. Indirettamente, però, la serie ci mostra anche un altro spaccato della New York anni ’80: l’ipocrisia dei piani alti e del soffocante tradizionalismo insito nel concetto di famiglia, permeato da una mentalità ancora lontana dall’essere sessista.

Personaggio simbolo di questo ambiente è Stan Bowes (Evan Peters), uomo sposato e padre di due bambini, che inizia a lavorare per la Trump Organization. In quest’ultima viene guidato dal suo superiore Matt Bromley (James Van Der Beek), emblema di uno squallido rampantismo e dedito ai piaceri lussuriosi tipici del suo status, come la cocaina.

Una sera, dopo il lavoro, Stan adesca la prostituta Angel e la conduce in una camera d’hotel; tuttavia non avviene nulla a livello sessuale, in quanto Stan afferma di voler soltanto parlare. In breve tempo nasce un’attrazione sentimentale tra i due che iniziano a vedersi regolarmente alle spalle dell’ignara Patty (Kate Mara), moglie di Stan. Quest’ultima incarna una figura molto comune, quasi stereotipata, nelle famiglie di vecchio stampo: quella della donna che rimane a casa per accudire i figli e per prendersi cura della casa.

I don’t live. I don’t believe. I accumulate. I’m a brand, a middle-class white guy. But you’re who you are even though the price you pay for it is being disinvited from the rest of the world. I’m the one playing dress-up. Is it wrong to want to be with one of the few people in the world who isn’t, to have one person in my life who I know is real? (Stan Bowes)

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La ballroom community

Nell’episodio pilota, Blanca (MJ Rodriguez) definisce le ballroom come “raduni di persone che non sono benvenute altrove”. Questi luoghi, infatti, appartengono alle sfavillanti esibizioni di chiunque appartenga all’essenza LGBT; i ball (“balli”), danze e sfilate di vario tipo che si svolgono regolarmente nei suddetti luoghi, rappresentano delle competizioni tra diverse houses (“case”).             
Una house è un aggregato di persone che si riconoscono come una vera e propria famiglia, anche se non condividenti legami di sangue. A capo di una house c’è una madre o un padre che si prefigge il compito di supportare i suoi figli e tutti assumono come cognome il nome della casa stessa.

Come già detto, le differenti case competono l’una contro l’altra. I ball sono suddivisi in categorie che in Pose sono introdotte dall’iconico “The category is…” del presentatore Pray Tell (Billy Porter). I partecipanti vengono valutati da una giuria con voti da 0 a 10 basati su molteplici elementi, a partire dall’abbigliamento. I premi spettanti ai vincitori sono trofei dalle dimensioni tutt’altro che ridotte.

La prima casa che conosciamo in Pose è la House of Abundance, capitanata dalla carismatica Elektra (Dominique Jackson).

Elektra è uno dei personaggi che lasciano di più il segno. Spietatamente competitiva e dal fascino magnetico, la madre della House of Abundance è quella che colleziona più trofei all’interno della ballroom. Il suo carattere intransigente ed anaffettivo sarà una delle cause per cui Blanca, inizialmente parte della sua casa, deciderà di abbandonarla per fondare la House of Evangelista.   
L’altro motivo imputabile a questa decisione è la scoperta di essere positiva all’AIDS, che destabilizza Blanca ma contemporaneamente la infonde con l’ambizione di voler lasciare qualcosa di sé al mondo, considerando che il tempo a sua disposizione si è accorciato.

Blanca porta via con sé nella House of Evangelista anche Angel, ex-Abundance. Parallelamente assistiamo al triste destino di Damon, un ragazzo la cui omosessualità viene scoperta dai genitori e viene perciò cacciato di casa. Suo padre, inoltre, non intende accettare il fatto che suo figlio voglia fare il ballerino.              

Fortunatamente non passa molto tempo prima che Blanca lo noti mentre si esibisce in un parco, luogo nel quale Damon si è accampato temporaneamente. Quest’ultimo accetta di entrare a far parte nella House of Evangelista convincendo Blanca a reclutare anche Ricky (Dyllón Burnside), ragazzo che con Damon avrà una relazione. A richiedere spontaneamente di diventare un Evangelista è Lil Papi (Angel Bismark Curiel), ragazzo di strada che decide di abbandonare l’attività di spacciatore in onore delle regole impose da Blanca; nella House of Evangelista, infatti, non sono ammesse droghe di alcun tipo.

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Per quanto ci siano ancora notevoli discriminazioni nei confronti della comunità LGBT, non si può negare di aver fatto passi da gigante rispetto ad epoche passate.

Basta osservare le discriminazioni – purtroppo ricalcate dalla realtà – che subiscono alcuni personaggi di Pose nei momenti in cui tentano di affacciarsi alla società newyorkese, che rifiuta di riconoscerli come esseri umani a cui spettano diritti fondamentali. Si parla di un’epoca che ha visto accadere fatti estremamente gravi; non era raro che un transessuale o un omosessuale si vedesse negare l’ingresso in determinati locali o che, addirittura, molti proprietari di immobili rifiutassero di affittare a loro determinate proprietà.

Pose mette in rilievo le tortuosità incontrate dal mondo transessuale, che sono spesso superiori rispetto a quelle degli omosessuali. L’ambito delle perversioni maschili viene delineato sotto svariate forme: è il caso di Elektra, il cui sugar daddy non approva assolutamente la sua volontà di eseguire la transizione completa e minaccia di lasciarla nel caso in cui lei lo farà. È anche il caso di Angel, che sarà la prima a lavorare nello Show World. In questo locale le ragazze sono chiuse singolarmente in delle cabine che le separano dai clienti; questi ultimi, inserendo delle monete, possono usufruire di balletti privati.  

Quando i valori estetici superano in importanza i diritti umani

Pose rimarca la superficialità di una collettività resa emotivamente cieca dalla corsa sfrenata verso la produttività compulsiva, che rifiuta di condividere diritti fondamentali con persone ritenute, all’epoca, inferiori.
L’onestà e il coraggio di vivere secondo le proprie inclinazioni più intrinseche mettono in crisi tutti coloro che non hanno mai avuto l’audacia di abbandonare valori obsoleti ed automatizzati.  Gli eroi e le eroine di Pose raggiungono un obiettivo spesso sottovalutato: smettere di cercare l’approvazione altrui per imparare a compiacere esclusivamente sé stessi.

Quasi nulla è congenito per i personaggi di Pose; si preferisce creare la propria identità, plasmandola dai propri impulsi interiori. Elementi basici della vita come il proprio sesso e la propria famiglia di provenienza sono acquisiti, ma allo stesso tempo è tutto incredibilmente reale ed esente dall’ipocrisia.

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2 commenti su “Abbiamo bisogno di più telefilm come Pose”

  1. Pose è una serie commovente e franca. Ma ha profondamente colpito. Bellissima. Tratta temi difficili, senza ipocrisia e mai volgare

I commenti sono chiusi.

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