Spesso, per raccontare qualcosa, bastano semplicemente le parole giuste, e se ad esse aggiungiamo delle foto diventa tutto perfetto. Ed ecco perchè per raccontare questa stagione di Formula 1 userò delle parole accostate a delle foto
Per raccontare una stagione di Formula 1 come quella appena passata non sarebbero bastate delle pagelle di fine stagione, ed è per questo ho deciso di fare una cosa molto diversa dal dare semplicemente una valutazione alla stagione di piloti e scuderie. Preferisco andarla a raccontare tramite le parole giuste e le foto, più o meno, emblematiche.
Una stagione di Formula 1 che non doveva neanche ri-iniziare, ma che si è ritrovata dopo quattro mesi ad essere il primo sport internazionale a ripartire ed ora, dopo 17 gare, con una media praticamente di quattro gare al mese, è stato il primo sport a livello internazionale a finire la sua stagione.
Le prima parola che mi viene in mente è “bufera”. Una bufera che ha investito la Formula 1 a Marzo, ma già era pronta a febbraio, ma senza dare segnali, o quasi
In una foto ci sono i piloti senza nessuna distanza e senza mascherina, una foto che sembra venire da un passato molto lontano, ed invece è solo di febbraio 2020, mese in cui la Formula 1 svolge i test pre-stagionali. Nella seconda foto, invece, i piloti sono distanziati e con le mascherine, ed è recente, di domenica 13 dicembre, in occasione della foto di rito fatta prima dell’ultima gara della stagione ad Abu Dhabi.
La bufera a febbraio ancora non era arrivata in Formula 1, o meglio, ancora non si faceva sentire, e si pensava che il Covid fosse solo “roba per la Cina” (che infatti si ritrovò il suo GP cancellato). Si fece sentire, invece, fortemente, a marzo, ancora prima dell’inizio del week end di gara quando arrivò la notizia della positività di alcuni membri di McLaren ed Haas, da quel momento ci fu un reazione a catena, tra piloti che avevano già lasciato l’Australia e squadre ritirate dal GP, per poi finire con l’annullamento dell’evento. Un annullamento che volle dire molte cose, e segnò la fine, temporanea, del pubblico alle gare di Formula 1 (almeno senza restrizioni).
Per il periodo di pausa obbligata della Formula 1 non si può utilizzare una sola parola, soprattutto con le tante cose che sono successe, ma le cose più importanti si possono identificare con “gioco” e “ricordi”
La Formula 1 non si ferma mai, corre sempre, e questo un fan della F1 lo deve sapere sempre. Essa non si fermerà neanche di fronte ad una pandemia, trovando sempre delle scorciatoie. Ed ecco che quindi arrivò in aiuto internet, tramite i videogiochi (per quanto riguarda la parola “gioco”) e tramite YouTube (per quanto riguarda la parola “ricordi”). I videogiochi sono stati a primi ad arrivare in aiuto dello spettacolo che non doveva interrompersi, ed i piloti cominciarono ad organizzarsi per delle gare virtuali (ma non solo), invitando anche altri personaggi famosi.
Ovviamente le gare virtuali erano divertenti da vedere, per tutti, ma di certo non era come vedere una gara vera, e con questo arrivarono i ricordi. La Formula 1 quindi decise di sfruttare il suo canale YouTube per trasmettere delle vecchie gare tra quelle che hanno fatto la storia di questo sport. Due foto significative, una che riguarda Charles Leclerc durante una delle sue tante dirette Twitch fatte durante il lockdown, in cui i piloti mostravano molti dei suoi lati umani, la seconda invece è una foto di uno di GP che furono trasmessi, in questo caso riguarda la gara del 2014 in Bahrain.
Le prossime parole sono quelle più significative sia per la Formula 1, in particolare per questa stagione. Parole talmente importanti da dividerle per spiegarle più nel dettaglio. La prima è “storia”…
Questa stagione di Formula 1 sarebbe già stata storica di suo essendo il suo settantesimo compleanno (celebrato durante il secondo dei due GP di Silverstone) e la stagione in cui la Ferrari avrebbe corso il suo millesimo Gran Premio (celebrato al Mugello), ma molto probabilmente verrà ricordato altro. Perchè nella F1 tutto fa storia, ogni singola immagine che guardiamo, ogni team radio, curva, sorpasso, possono entrare nella storia di questo sport, ed in questa stagione abbiamo avuto più volte l’incontro con la storia.
Queste foto rappresentano i vari tipi di storia in Formula 1. C’è quella prevedibile che riguarda i record battuti da Lewis Hamilton, arrivato a sette titoli mondiali, come Michael Schumacher, dopo la vittoria del GP di Turchia o il suo aver battuto il record di vittorie (sempre di Schumacher), arrivando addirittura a 95 vittorie (dopo aver superato il record di 91 vittorie nel GP del Portogallo). Ma il tipo di storia a farla da padrone durante questa stagione è stata quella “romantica”, quel romanticismo che possiamo trovare nelle prime di vittorie di Pierre Gasly (avvenuta a Monza) e di Sergio Perez nella seconda gara delle due in Bahrain (podio su cui salì, per la prima volta, anche Esteban Ocon, storia nella storia).
Infine, c’è sempre di mezzo il romanticismo, ma non c’entrano nulla le prime vittorie o i primi podi, in questo caso si tratta di un ritorno, o meglio, di un esordio che sa di ritorno. Si tratta del ritorno di uno Schumacher, precisamente di Mick Schumacher (il figlio di Michael), che dopo aver vinto il titolo di Formula 2 all’ultima gara ha esordito in F1 durante la prima sessioni di prove libere ad Abu Dhabi. Forse si dovrebbe parlare più di “emozione”, ma preferisco considerarla una storia romantica che solo più tardi, spero, diventerà emozione nel vederlo vincere o anche solo vederlo fare qualche sorpasso al limite, proprio come il padre.
… la seconda invece è “spettacolo”
Se c’è una cosa di cui ha sempre bisogno la Formula 1 è lo spettacolo. Un fattore che quasi sempre si collega alla storia, ma che è sempre meglio distinguere, insomma quando si vede una gara di F1 la prima cosa a cui si pensa allo spettacolo, e solo alla fine diventa storia. Anche in questo caso possiamo distinguere vari tipi di spettacolo, come quello di vedere gareggiare i piloti su una certa pista o vedere gli stessi piloti “fare” incidenti che spesso, proprio per il DNA di questo sport, da drammatici diventano spettacolari.
Partiamo proprio dagli incidenti, perchè se c’è una cosa che un appassionato di Formula 1 deve sapere fin dall’inizio è che un incidente, grave o no che sia, non intaccherà lo svolgimento di un week-end di gara, e che sarà sempre uno show, per farla breve si dice sempre “The Show Must Go On”. Da quel che mi ricordo non ho mai visto una stagione con così tanti incidenti “gravi”, sia da vedere sia per le conseguenze, come per esempio l’incidente avvenuto al Mugello durante la ripartenza dopo la Safety Car o quello, molto più grave, che ha coinvolto Romain Grosjean, durante la prima gara in Bahrain, uscito vivo dalla sua Haas che esplose al contatto con le barriere. Insomma sono questi due gli incidenti che probabilmente ricorderemo di più.
Poi c’è lo spettacolo della gara, che sia con dei ritiri o no, quello spettacolo del vedere la Formula 1 gareggiare per la prima volta su certe piste, o tornare, dopo molto tempo, in altre. Quelle gare che non verranno scordate difficilmente anche se fatte in un periodo molto difficile per l’umanità, come il GP di Turchia, sul bagnato, in cui vinse Hamilton, ma i piloti furono costretti a portare le macchine al limite. Lo spettacolo nel vedere la F1 gareggiare, per la prima volta, sul circuito del Mugello. Da questo si può parlare di sorpassi spettacolari, sorpassi che non diventeranno storici ma che verranno, ogni tanto ricordati, come quello di Charles Leclerc ai danni di Sergio Perez durante la prima gara in Austria.
Infine ci sono due parole, che non vengono sempre considerate, ma sono molto importanti, ovvero: “benvenuto” ed “addio”. Parole che alla fine di questa stagione sono state molto importanti e molto presente
Molti parlano di “mercato piloti” ma per gli appassionati si tratta sempre di qualcosa di più romantico di un semplice “mercato”. Un romanticismo talmente sentito che fa sembrare un cambio di scuderia come un addio alla Formula 1, ed è il caso di Sebastian Vettel che dopo sei anni passa dalla Ferrari all’Aston Martin (che entrerà nel circus al posto della Racing Point), un addio che ha portato però ad un benvenuto come nel caso di Carlos Sainz che arriva in Ferrari.
Ma in questa stagione di Formula 1 abbiamo visto anche un benvenuto ed un addio allo stesso tempo, come nel caso di George Russell che al secondo anno di F1 ha esordito nella Formula 1 dei grandi. Il pilota inglese è salito sulla Mercedes di Lewis Hamilton che, risultato positivo al covid, non prese parte alla seconda gara del GP del Bahrain. Russell fece una gara fantastica, ma non c’erano dubbi, almeno per chi ha sempre seguito il pilota e per chi ha sempre prestato molta attenzione alle sue gare, pur stando sempre nelle retrovie. La sua fu purtroppo rovinata da un errore al pit stop da parte dei meccanici Mercedes, ma è bastato poco per farlo diventare grande, ma come dicevo c’è stato un benvenuto ed un addio allo stesso tempo. Infatti il pilota per il GP di Abu Dhabi è tornato nella sua scuderia di appartenenza, la Williams.
C’è un’ultima parola, che probabilmente appartiene a molte cose, ovvero “normalità”. Quella normalità con cui si spera di tornare nel 2021, soprattutto per la Formula 1
Una stagione 2020 di Formula 1 storica ma non normale, quella normalità importante per la F1, quella per cui basta già l’aver ufficializzato un calendario di 23 gare in angolo del globo senza rischi di cancellazione ed annullamenti a causa della pandemia, per pensare alla normalità.
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