Il nome Anna Magnani è associato all’anima del neorealismo italiano. È proiettarsi ad un’epoca in cui i film sapevano di vita e di storie vissute, è rimandare ad un contesto cinematografico particolarmente proficuo. Con quello sguardo tormentato è diventata simbolo della contrapposizione al classicismo che aveva il suo apice nello studio system hollywoodiano. I suoi personaggi erano da brividi come la passionalità avvolgente che incatenava le coscienze di chi la guardava, compresa la sua. Un’esistenza travagliata: un padre mai conosciuto e una madre fuggiasca, gli amori infelici e la solitudine nel cuore, il suo essere donna forte, libera e indipendente ma allo stesso tempo desiderosa di affetto.
Ambiziosa, fiera, caparbia, con quello sguardo di sfida malinconico e quel sorriso luminoso è riuscita sempre a “gestirsi da sola”, a decidere per sé stessa, senza imposizioni o forzature. Anna Magnani era l’antidiva per antonomasia, una donna senza risparmio di pelle, esattamente come quei personaggi a cui ha prestato il volto negli anni, storie di vita rimaste indelebili nella memoria comune, che l’hanno resa “la quinta essenza dell’Italia”. Alle volte penso a come sarebbe stato il cinema se non se ne fosse andata via troppo presto, che cosa avrebbe fatto e cos’altro avrebbe dato al cinema.
Però mi tengo strette le sue tante donne che ha incontrato e reso reali nei suoi film: la fruttivendola Elide in Campo de’ Fiori; la disobbediente Sora Pina in Roma città aperta; la passionale e sfrontata prostituita in Mamma Roma; la ribella Angelina in L’Onorevole; la determinata Maddalena in Bellissima; l’ex diva capricciosa in La Sciantosa; e altre figure di “donne del popolo” capaci di dimostrare una forza primordiale e ancestrale. Donne qualunque, perché questo era Anna Magnani, una non-diva passionale ammirata e desiderata in tutto il mondo, una che non nascondeva le occhiaie ed esibiva le rughe con orgoglio.
La forza iconografica di Anna Magnani – con quella bellezza fuori dai canoni precostituiti e quel viso segnato dal tempo – rappresenta ancora oggi il coraggio di una donna, prima che artista, che non si è mai piegata a dinamiche estetiche imposte dalla società, che supera ogni tentativo di descrivere ciò che l’attrice romana ha costruito. È un ricordo in bianco e nero sbiadito per chi ha avuto il privilegio di vederla ed è un’icona inarrivabile per chi l’ha conosciuta tramite uno schermo. Nonostante i suoi film siano quasi completamente scomparsi in quell’infinito bailamme e mediocre palinsesto televisivo, lei rimane le più grande di tutte, colei che ha saputo raccontare la realtà senza filtri, anche nella sua forma più crudele. Indimenticabile e indimenticata, la Divina.
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