Arrivati alla fine dell’anno, non ci resta che stilare la consueta lista dei migliori film del 2021 secondo la redazione di Shockwave Magazine. Tra queste abbiamo pellicole italiane ed internazionale. Andiamo a vedere quali sono.
Freaks Out
Freaks Out è sicuramente uno dei migliori film del 2021. Rappresenta una commistione di generi e atmosfere che mette dentro tutto quello che di bello ci possa essere nel cinema d’autore, a quello popolare, passando dal fantasy dei fumetti al mistero dei thriller con una capacità riconoscibile e magnetica. Segna uno spartiacque decisivo: Mainetti ha la capacità di omaggiare il grande cinema di Fellini, Tarantino, Spielberg e Leone, mettendo in scena uno spettacolo che può essere sia travolgente che stimolante, ma anche divertente e sofisticato. Meriava senza dubbio di essere scelto dall’Italia per la corsa agli Oscar 2022.
Freaks Out è difettoso come solo i film mastodontici ed ambiziosi possono esserlo. Un kolossal artigianale che si schiera con gli emarginati, facendoli diventare degli improbabili eroi di guerra per un giorno, celebrando in questo senso lo sforzo collettivo della Resistenza italiana: non sono stati solo i Partigiani nelle montagne a salvare il Paese, è stato anche l’impegno della persona comune che ha contribuito a quella vittoria, il coraggio di un adolescente o quello di un uomo alto appena 50 centimetri.
È stata la mano di dio
È stata la mano di Dio è un lungo viaggio all’interno del conflitto interiore del protagonista e di una città che egli cavalca e subisce allo stesso tempo. L’ultimo (capo)lavoro di Sorrentino si apre con una scena che toglie il fiato, in una Napoli che si conquista dal mare, a volo d’uccello, ci si avvicina e la si costeggia senza possederla mai, fino ad entrare nell’automobile di San Gennaro.
Qui Napoli è subito protagonista materiale e immateriale. È stata la mano di Dio ha restituito allo spettatore, a Maradona, a Napoli e al cinema un racconto intimo ed universale capace di tenere insieme sacro e profano, bello e turpe, legale e illegale, divino e terreno. Senza dubbio uno dei migliori film del 2021, e forse del decennio.
Promising Young Woman
Nella lista dei migliori film del 2021 non potevamo non mettere Promising Young Woman: uno studio approfondito sulle vittime di abusi sessuali e sulla conseguente spirale discendente che genera dolore, rabbia e vendetta. E’ un film che sembra nato dai recenti movimenti #MeToo e Time’s Up e potrebbe marcare apertamente il dramma di tali violenze, ma non lo fa. Emerald Fennell è sensazionale nel non banalizzare e nell’inserire quel tocco d’ironia ad un tema così delicato, affidandosi quasi totalmente all’interpretazione coraggiosa e sicura di Carey Mulligan.
In Promising Young Woman c’è tutto: patriarcato, misoginia, cultura dello stupro, sistema che ha fallito, catcalling, disagio sociale e tanta rabbia, di quella che non sente ragioni, non vuole giustificazioni e non vede sfumature. Una rabbia che non ce la dà a vedere, ma che piano piano ti sale dentro. È raro vedere un film che offra così tanta vivacità, estro e arguzia, ma che alla fine ti lascia a pezzi moralmente.
Luca
Il film non si fa carico di messaggi introspettivi o di una filosofia complicata, è molto lontano da Soul, Up o Inside Out; è una storia autobiografica romanzata che racconta una grande amicizia tra due ragazzi, il tutto ovviamente condito con una buona dose di ironia e un personaggio negativo che si porrà come il cattivo della storia. Tutto questo rende Luca uno dei migliori film del 2021, che ha dato grande risalto all’Italia.
Certo sicuramente c’è il discorso dell’integrazione, ma risulta sicuramente analizzato in maniera leggera, non c’è mai un risvolto veramente drammatico che vada a sottolineare la difficoltà di molti nell’accettare chi è diverso. Luca insomma è una pellicola con due obbiettivi: far provare nostalgia agli adulti che ricordano i bei tempi andati e far immedesimare i ragazzi coetanei dei protagonisti che possono ancora vivere avventure e creare amicizie d’estate.
Diabolik
In una società ancora profondamente tradizionalista, il clima di rivoluzione e cambiamento degli anni Sessanta passa attraverso le gesta e la scelta coraggiosa di Eva Kant. È questo il perno centrale di Diabolik e nella storica dicotomia tra bene e male. La nuova fatica dei Manetti Bros. è un ritratto di eleganza minimalista e impeccabile della donna che ha deciso di lavorare accanto al Re del Terrore.
Diabolik restituisce quell’atmosfera meravigliosamente retrò, riportando quella nostalgia del passato. Un omaggio ad una storia senza tempo dai toni teatrali e sgargianti. Chissenefrega se non è un film perfetto o limitante. Un classico è un classico, non ha bisogno di nient’altro. Tra i i migliori film del 2021, soprattutto grazie a due attori in stato di grazia come Miriam Leone e Luca Marinelli.
The French Dispatch
The French Dispatch è una romantica ed estetica lettera d’amore al giornalismo e al quotidiano The New Yorker, dove il regista Wes Anderson mette in scena il suo stile magnetico, definito e riconoscibile. Un linguaggio straordinariamente coerente in quello che è un’opera episodica, nonché tra i migliori film del 2021.
Una vera meditazione sull’arte e sui processi che portano alla creazione dell’arte; sulle forme che l’arte assume e i modi in cui l’arte si rende esplicita: dalla politica alla cucina. È un inno agli editori e a tutti gli altri che coltivano quello che viene definito “talento creativo”. Una miscela tra il surrealismo ed il reale, elementi nostalgici e presenti, narrazioni intelligenti, dialoghi rapidi ed accattivanti, attori sublimi, storie nelle storie, set teatrali ed orchestrati ad arte
Nomadland
Basato sul saggio di Jessica Bruder, la sceneggiatrice e regista Chloe Zhao ha fatto un lavoro maestro nell’aggiungere forma e consistenza al film Nomadland che per noi è uno dei migliori film del 2021, anche se in America è uscito l’anno prima. Lunatico, introspettivo, personale e meditativo, la pellicola compensa il suo ritmo tortuoso, a volte esasperante, con le intuizioni sulla natura umana e il ritratto dell’indomabilità dell’anima.
Frances McDormand si spoglia completamente del suo scudo, cammina nuda lungo tutto il viaggio in camper, scoprendo sé stessa attraverso paesaggi e piccole città dell’America, conoscendo persone e trovando amici durante il cammino, evitando deliberatamente qualsiasi contatto troppo ravvicinato. La qualità più grande di Nomadland è quella di affidare all’esperienza di una donna il racconto del viaggio del sé, mostrarsi per quello che si è, calarsi la maschera e scoprirsi capace di amare, ferire e soffrire, guidando il proprio destino verso mete lontane.
Dune
Il più grande progetto cinematografico del 2021 è stato, indubbiamente, Dune di Denis Villeneuve, prodotto da Legendary Pictures, uscito in Italia il 21 settembre. Fra i punti di forza di Dune figura indubbiamente il suo valore artistico, chiaramente prettamente pittorico. C’è dunque poco di sperimentale, ma è un bene, trattandosi di un kolossal. Perché questo Dune è: un kolossal alla vecchia maniera, un Ben Hur. Che si nutre delle sue citazioni interne e delle sue scene madri.
Rimaniamo, però, in sospensione di giudizio, in quanto la prima parte copre circa il 40% della storia iniziale. Aver portato, ad ogni modo, sul grande schermo, un progetto tanto ambizioso – sfidando David Lynch e sorridendo malignamente in faccia al povero Alejandro Jodorowski, il cui grande sogno era girarne la trasposizione – e di tale valore artistico è un compito che solamente un visionario come Villeneuve poteva realizzare: ha colpito nel segno. Nonostante i manicheismi, la narrazione granitica, e la voluttà epica della materia. Attendiamo l’uscita del secondo capitolo.
Madres Paralelas
Madres Paralelas è l’ultima fatica cinematografica di Pedro Almodóvar, un racconto storico-politico della guerra civile spagnola intrecciato al melodramma delle vite di due madri agli antipodi. Un film che gioca su due sponde: da una parte abbiamo la storia di due madri imperfette, dall’altra la ricerca della verità a tutti i costi.
Pedro Almodóvar è tornato in grande stile, con il suo film più politico, raccontando un grido di dolore e rabbia attraverso il ritratto di donne e madri incastrate in un paese che ha messo da parte la sua memoria storica. Sicuramente è una delle sue opere più mature: riflessiva, profonda e commovente. Certamente tra i migliori film del 2021.
West Side Story
Steven Spielberg non stravolge l’originale West Side Story, ne rispetta l’ordine cronologico, le coreografiche vengono solo rese più dinamiche e le musiche sono ri-arrangiate, rendendo tutto più attuale e adatto ai nostri tempi. Il regista di Cincinnati però, se possibile, lo rende ancora più bello perché amplifica il dibattito sociale al centro della trama, ci fa capire come le differenze sociali, economiche, culturali di allora persistono purtroppo ancora oggi.
Il messaggio e probabilmente la motivazione stessa alla base del film di Spielberg e che purtroppo poco o niente è cambiato tra ieri e oggi. Perché è vero che West Side Story è ambientato negli anni Cinquanta, ma avrebbe potuto essere ambientato oggi, vista l’universalità e atemporalità dei temi: l’Amore e la Ricerca del proprio posto nel mondo.
Don’t Look Up
Adam McKay ha scelto l’umorismo macabro ed irrequieto per definire e far emergere la parte peggiore dell’essere umano. Don’t Look Up si avvale di un cast stellare per sferzare una pesante critica sulla società odierna. La cometa è una gigantesca metafora sul cambiamento climatico, che ci mette davanti l’eterna divisione tra chi è preoccupato per il destino della nostra Terra e chi è scettico e negazionista.
Tra i migliori film del 2021 c’è tutto il genere umano: i complottisti, una presidente che sbeffeggia la scienza, quelli che gridano alla dittatura, il capitalismo feroce, la politica che antepone sé stessa alle persone, l’infotainment svilente, quelli che spiegano a chi ha studiato che non è come dicono loro. Una pellicola tragicomica, non la migliore di Adam Mckay, ma che sicuramente fa riflettere su chi siamo diventati.
Deux
Deux – Two of Us racconta un amore apparentemente comune, cioè fra due donne comuni, che hanno scelto di invecchiare insieme. Ma comune non è: perché si scontra con alcuni stereotipi che la nostra società non ha ancora abbattuto – l’amore fra donne, innanzitutto, e il come farlo accettare a dei figli che hanno sempre vissuto nella convenzione che la mamma, prima di tutto, è un essere asessuato, e, semmai, è etero; e l’amore fra persone nella terza età.
Due attrici in stato di grazia, dunque, che, come un telaio, cuciono il ritratto di una solitudine, di un’impotenza monumentali nel loro orrore, e che, allo stesso tempo, non rendono idealizzata quella relazione, ma, anzi, la rendono semplice e pragmatica, realistica. Tra i migliori film del 2021, capace di commuovere, scavare dentro in silenzio, mentre noi possiamo solo soffrire, simpaticamente, con le protagoniste – ed, infine, gioire con loro.
Minari
Minari di Lee Isaac Chung indaga le differenze culturali fra gli immigrati, in cerca di una vita migliore, i locali e coloro che sono nel mezzo: la seconda generazione di immigrati, nel caso di paesi che non riconoscono lo ius soli, o di nuovi cittadini. Dal comparto tecnico, è un film ben realizzato, ottimamente montato e sonorizzato: l’equilibrio di base della pellicola si nota anche nel sonoro e nella fotografia, in quanto nessuno dei due eclissa mai la narrazione della storia e l’interazione degli attori, semmai rafforzandola.
Ma la forza di Minari è nel tema trattato, ossia l’integrazione e quali sono le conseguenze, ed il prezzo da pagare, nel crearsi una vita dall’altra parte dell’oceano. Una tematica sempre attuale, che si riflette soprattutto nelle interazioni dei bambini coi loro coetanei – “Perché la tua faccia è così piatta?”. Il diverso, rappresentato con dolcezza e con ferocia.
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