All’attore newyorkese Humphrey Bogart abbiamo già dedicato un articolo qualche tempo fa. Tuttavia la carriera di colui che, vogliamo ricordarlo ancora una volta, è secondo l’AFI la più grande star di tutti i tempi, non si esaurisce certo con il capolavoro Casablanca di Michael Curtiz, per quanto quello di Rick sia stato uno dei suoi ruoli più riconoscibili e importanti e che infatti gli fece ottenere una delle tre nomination agli Oscar (le altre due furono quella ottenuta per La regina d’Africa e quella per L’ammutinamento del Caine).
Anzi, se possibile, i ruoli della maturità confermano ancor di più il suo enorme talento e lo proiettano sempre più verso il mito. Mito dovuto non solo alla sua carriera d’attore, ma anche alla sua personalità, schietta, onesta, piena di gratitudine e di affetto verso chi lo aveva aiutato ad inizio carriera (come Leslie Howard), indomita e sempre coerente. Impossibile non ricordare il coraggio dimostrato quando si oppose a McCarthy e alla sua assurda Caccia alle Streghe portata avanti tra la fine degli Anni Quaranta e i Cinquanta.
Il suo essere in prima linea lo portò, insieme alla moglie Lauren Bacall e ad altri colleghi, per esempio a manifestare a Washington per protestare contro contro l’attività della Commissione per le attività antiamericane.
Tornando alla sua attività di attore, nell’ultimo ventennio della sua carriera Bogie (soprannome che gli fu dato da un’altra leggenda, Spencer Tracy) interpretò diverse memorabili pellicole, tra le quali:
Acque del Sud (Howard Hawks 1944) tratto da To Have and Have not di Ernst Hemingway, che pur ricordando (senza arrivare agli stessi livelli) Casablanca ha il merito di aver fatto nascere una delle coppie più belle (sullo schermo e non) della Settima Arte (Humphrey Bogart e Bacall appunto) e che sarà ricordato anche per una delle battute più famose in assoluto “Sai fischiare, no? Unisci le labbra… e soffia” (classificata da AFI al trentaquattresimo posto tra le battute più belle della Storia del Cinema);
Il Grande Sonno (Howard Hawks 1946) tratto dal capolavoro omonimo di Raymond Chandler del 1939 considerato il secondo miglior romanzo poliziesco di tutti i tempi e capostipite del genere hardboiled. Aldilà dell’eccezionale materiale di partenza, il film è una pietra miliare del genere noir, grazie alla regia impeccabile di Hawks e allo spazio e al valore che seppe dare a Humphrey Bogart, che da vita alla migliore interpretazione di Philip Marlowe mai apparsa sullo schermo;
La Regina d’Africa (John Huston 1952) è il film per il quale Bogart finalmente e più che meritatamente vinse il Premio Oscar come Miglior Attore Protagonista, battendo la concorrenza di Marlon Brando e del suo Stanley Kowalsky di Un tram chiamato desiderio. La pellicola, appartenente al genere avventura- commedia sentimentale, è un cult e questo soprattutto grazie, oltre alla sempre e a tratti sadica regia di Huston (ricordiamo che sul set era soprannominato “Il Mostro”), alla bellezza dei paesaggi (quasi tutte le scene in esterno furono girate in Congo) e alla bravura degli attori. In particolare la prova di Humphrey Bogart è semplicemente da manuale.
Tra i migliori film degli ultimi anni non possiamo non citare: Sabrina (Billy Wilder, 1954), La Contessa Scalza (Joseph L. Mankiewicz, 1954), L’ammutinamento del Caine (Edward Dmytryk, 1954, per il quale ottenne la terza e ultima candidatura agli Oscar), Non siamo angeli (Michael Curtiz, 1955), La mano sinistra di Dio (Edward Dmytryk, 1955).
Tutte pellicole che testimoniano oltre alle altre qualità attoriali di Humphrey Bogart anche la sua versatilità, scorrendo i titoli infatti, non possiamo non notare che ha recitato in tutti i generi o quasi: dai noir, ai polizieschi, ai film drammatici, a quelli sentimentali, alle commedie.
Concludiamo ricordando alcune cose che sono state dette di Humphrey Bogart:
Il volto d’uomo più interessante che abbia mai conosciuto – Ernst Hewingway
Era facilissimo lavorare con lui. È molto sottovalutato come attore – Howard Hawks
In lui c’era qualcosa che traspariva sempre, qualunque ruolo recitasse. Io credo che sarà sempre affascinante: per questa generazione, e anche per tutte quelle che seguiranno. Qualcosa in lui ti faceva dire: «Ecco un uomo che nessuno può comprare»; e nel suo lavoro questo si sente. Si sente anche la sua purezza – una cosa stupefacente, se ripensa al tipo di ruoli che interpretava. E poi, la solidità, l’integrità. Via via che il tempo passa, siamo sempre meno capaci di credere. Se vedi Bogart, senti che quest’uomo crede in qualcosa. – Lauren Bacall
Leggi anche
- Flow – Un mondo da salvare | Recensione - Ottobre 29, 2024
- The Bikeriders | Ascesa e caduta di un gruppo di ribelli - Giugno 19, 2024
- L’imprevedibile viaggio di Harold Fry | Recensione - Ottobre 17, 2023