Cary Grant | L’eleganza dalla commedia al thriller

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Se c’è un attore di Hollywood che è l’emblema stesso della classe e dell’eleganza questo è Archibald Alexander Leach.

L’inglese, trapiantato negli Stati Uniti d’America, che con il nome di Cary Grant diventerà uno degli attori più famosi di sempre e che sarà classificato dall’American Film Institute al secondo posto tra le più grandi star di tutti i tempi.

Nato a Bristol il 18 gennaio 1904, l’infanzia e l’adolescenza di Cary Grant furono segnate dall’assenza della madre (che a sua insaputa era stata ricoverata in un istituto di igiene mentale) e dal totale disinteresse per lo studio. Tanto che dopo aver lasciato la scuola partì, non mettendo il padre a parte della sua decisione, insieme alla compagnia di saltimbanchi di Bob Pender. Durante questo periodo lavorò come funambolo e girò diverse città dell’Inghilterra prima di approdare negli USA nel 1920. Nello stesso anno e sempre con la compagnia di Pender partecipò allo spettacolo Good Times.

Cary Grant

E’ questo l’inizio di una carriera leggendaria di Cary Grant.

Dopo il periodo a Broadway fu messo sotto contratto dalla Paramount che inizialmente gli affidò delle piccole parti da caratterista fino a quando, dopo avergli imposto il nome d’arte di Cary Grant, iniziò ad “impiegarlo” in film come Venere Bionda di Josef Von Sternberg del 1932 con Marlene Dietrich in qualità di comprimario.

La svolta avvenne nel 1935, quando l’immenso George Cukor lo volle come protagonista di Il diavolo è femmina. Il film, meraviglioso classico del Cinema d’Oltreoceano, mise finalmente in luce le sue straordinarie qualità di attore brillante. Questo fatto unito alla sua bellezza e al suo fascino British, ne fecero uno degli attori di punta del periodo. Inizialmente si specializzò nella commedia recitando in pellicole dirette da grandi maestri come il già citato Cukor e Howard Hawks come Susanna (1938), Incantesimo (1938), Scandalo a Philadelphia (1940).

Nelle quattro produzioni appena elencate, Cary Grant recitò con quella che in seguito sarebbe stata definita la più grande attrice di tutti i tempi, Katherine Hepburn. Con l’interprete statunitense, già vincitrice di un Oscar nel 1932, diede vita ad una delle coppie più belle e affiatate mai apparse sullo schermo. Ancora oggi, vedendo i film in cui hanno recitato insieme, non si può non innamorarsi della loro classe, della bravura e della loro incredibile alchimia.

Ma furono diverse le commedie di questa fase della carriera in cui l’artista britannico lasciò il segno; impossibile non citare Ho sognato un angelo, girato nel 1941 per la regia di George Stevens e per il quale ottenne la candidatura agli Oscar come Miglior Attore Protagonista, il capolavoro Arsenico e vecchi merletti, per il quale fu diretto da Frank Capra nel 1944 e Ero uno sposo di guerra girato nel 1949 ancora una volta per la regia di Howard Hawks.

Cary Grant ebbe però modo, sempre dai primi Anni Quaranta, di dimostrare la sua versatilità e di poter interpretare anche ruoli in film di diverso registro, in particolare i thriller. Questo grazie all’incontro con il genio Alfred Hitchcock, con cui inizierà un lungo sodalizio. Con il conterraneo regista Grant girerà pellicole memorabili come Il Sospetto (1941) con Joan Fontaine, Notorious- l’amante perduta (1946) con Ingrid Bergman, Caccia al ladro (1955) con quella che fu la sua partner preferita, Grace Kelly e Intrigo Internazionale (1958) con Eve Marie Saint.

Cary Grant | L'eleganza dalla commedia al thriller 1

Notorius- L’Amante Perduta (1946)

Tra il finire degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta recitò in due grandi classici del genere drammatico-sentimentale: Un amore splendido (1957) di Leo McCarey e L’erba del vicino è sempre più verde (1960) di Stanley Donen. In entrambi i film fece coppia con Deborah Kerr, dando vita ad un altro riuscito sodalizio.

Successivamente la sua carriera ebbe un’altra svolta, perché a quella di attore affiancò l’attività di produttore. Tra i film prodotti i maggiori successi furono il dramma Il visone sulla pelle (1962) e soprattutto la commedia Sciarada (1963) con Audrey Hepburn.

Poi dalla metà degli anni Sessanta diradò la sua presenza sul grande schermo, fino al ritiro definitivo nel 1970 (anno in cui gli venne assegnato il meritatissimo Oscar alla Carriera) e alla decisione di entrare nel Consiglio d’Amministrazione della casa di cosmetici Fabergé.

Ma l’impronta lasciata da Archibald Alexander Leach nella Storia del Cinema è assolutamente indelebile. Il suo fascino sornione unito all’eleganza naturale che lo faceva apparire quasi come un’aristocratico pur non essendolo, unito alla capacità di cambiare registro interpretativo, lo hanno fatto entrare di diritto nel mito.

Maria Ascolese Iodice
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